Cap.1 - Sfida

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"Diavolo, quanto odio il turno di notte."

Il sergente Mikami si sedette con un sospiro sul sedile del passeggero e richiuse la portiera della volante.

"Coraggio, Mikami, su col morale." Lo prese in giro il collega mettendo in moto. "Sono già le cinque, e un bell'omicidio a Kabukicho è quello che ci vuole per concludere in bellezza una settimana di lavoro." L'altro lo guardò storto. "Certo, Tanaka" replicò in tono condiscendente "infatti non vedevo l'ora di trovarmi davanti al cadavere smembrato di qualche disgraziato dentro a un cassonetto subito prima di colazione." Lui ridacchiò. "Non capirò mai perché hai deciso di entrare alla omicidi visto che ogni volta fai tutte queste storie prima di arrivare su una scena del crimine. Comunque, mi spiace deluderti, ma la vittima non è stata né smembrata né rinvenuta in un cassonetto. Siamo già arrivati."

Con l'enorme specchio luminoso di vetro color porpora lungo cui scendevano le lanterne scarlatte dipinte che componevano l'insegna, l'Ishizuka era il locale a luci rosse piú noto del quartiere: accostarono a lato della strada principale, subito dietro al furgone del Coroner piazzato davanti all'ingresso.

"Un omicidio...qui?" Chiese Mikami scendendo dall'auto, improvvisamente interessato. "Già" rispose il sergente Tanaka "probabilmente qualche sprovveduto ha fatto una mossa sbagliata con una delle ragazze." "Può darsi" ribatté l'altro mentre entravano nel locale "ma da quando in qua gli Hageshī e i loro cani ci fanno la cortesia di lasciarci un cadavere intero da esaminare, oltretutto nel loro bordello piú frequentato?"
Tanaka fece per rispondere, ma la sua attenzione fu catturata da una ragazza terrorizzata e seminuda – era coperta soltanto da due striscioline di latex nero – seduta vicino alle scale che portavano al piano di sopra: un agente della scientifica stava prelevando alcuni campioni del sangue che le imbrattava il lato destro del corpo mentre un uomo sulla quarantina pallido e visibilmente agitato fumava in piedi poco piú in là.
"Ho la sensazione che sia successo qualcosa di diverso stavolta, Mikami..." Sia l'uomo che la ragazza evitarono i loro sguardi quando si avvicinarono per salire al piano superiore; percorsero il corridoio dalle pareti scure pervaso dalla fioca luce rossa della fila di lanterne appese al soffitto e raggiunsero la penultima stanza sulla destra, affacciandosi sulla soglia delimitata dal sigillo giallo della scientifica.
"Dei..." Il volto di Mikami assunse una sgradevole sfumatura di verde. "Fai un bel respiro, Mikami" Gli disse Tanaka tenendo gli occhi fissi sul cadavere. "E chiama subito il Quartier Generale."
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Jin Yubiwa uscì dalla sua stanza e si avviò lungo il corridoio mentre finiva di abbottonare i gemelli ai polsini della camicia bianca perfettamente stirata; restò sorpreso quando dalla cima dell'elegante scalinata che portava al piano di sotto vide sua madre impegnata a disporre una composizione di fiori sul tavolo al centro del foyer e le domestiche già impegnate a sparecchiare la sala da pranzo.

"Buongiorno, mamma. Sei splendida, come al solito." La salutò con un bacio leggero sulla guancia. "Buongiorno, caro, grazie." "Che succede? Non sono in ritardo." "No, infatti, ma questa mattina hanno consegnato prima i giornali e sono già tutti in biblioteca; tuo nonno ha chiesto che tu li raggiungessi non appena fossi sceso." "La situazione é così grave?" La madre gli lanciò un'occhiata eloquente continuando a sistemare i fiori. "Sai che non mi é permesso fare domande sugli affari della famiglia." Fece una pausa. "Avanti, tuo nonno non ama aspettare troppo." Jin la baciò di nuovo e la superò dirigendosi verso la biblioteca.

, pensò. É piú che grave.

Era vero, sua madre non poteva fare domande e non parlava mai apertamente, ma Jin e suo fratello sapevano che era pienamente a conoscenza di tutto ciò che riguardava la famiglia, affari e non.
Non era un caso infatti che suo nonno, Atsumori Yubiwa, avesse combinato il matrimonio tra lei e suo padre trent'anni prima; anzi, ad essere precisi, i suoi genitori erano già stati promessi fin dalla nascita.

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