"Santo cielo, ma..."Questa fece capolino oltre la soglia e si voltò ancora a guardarlo, entusiasta. "Che posto é questo?" "Lo vedrai. Coraggio, prima le signore." La esortò Razen sfiorandola delicatamente all'altezza della vita; riuscì a non sussultare a quel tocco e varcò l'entrata in una lieve scia di profumo che offuscò per qualche secondo la mente di lui.
Si ritrovò nel vestibolo di quella che somigliava ad una prestigiosa ma trasandata dimora d'epoca di ispirazione occidentale: il pavimento scricchiolante in parquet scuro era segnato dal passaggio delle centinaia di persone che dovevano aver frequentato quel luogo nel corso di chissà quanti decenni e il sofisticato damasco della tappezzeria color ocra che ricopriva le pareti era quasi del tutto scolorito; solo la serie di elaborati attaccapanni e candelabri in ottone che vi erano appesi sembrava non aver risentito del passare degli anni, e la loro luce dorata e soffusa faceva apparire addirittura piú scarno lo smilzo sui quaranta dal dente placcato che ora li attendeva in piedi accanto ad una consolle in ciliegio, abbellita da una fine composizione di fiori essiccati dall'aroma speziato.
Pochi metri piú avanti, dietro una pesante porta in legno massello, si udiva una vivace melodia swing fare da sottofondo ad un vociare allegro e concitato."Buonasera, signorina."
L'uomo d'un tratto aveva cambiato atteggiamento; la accolse accennando un inchino cortese nel suo completo gessato e non appena alzò gli occhi sul suo accompagnatore Hanami lo vide raggelarsi con aria sbigottita.
"Buonasera, capo; vi chiedo di perdonarmi, non mi ero reso conto che foste voi." Si scusò l'istante dopo in un teso e ossequioso mormorio. "Tranquillo, Ide." Razen lo rassicurò battendogli piano una pacca sulla spalla. "Nessun problema. Ci fai entrare?" "Certamente." L'altro si affrettò a precederli e si diresse verso la porta. "È bello vedervi qui, signore." Disse poi lanciando un'occhiata significativa a Razen. "Ne saranno tutti molto lieti." "Grazie, Ide." Lui lo guardò con riconoscenza e gli rivolse un leggero cenno di assenso; Hanami stava ancora studiando i due incuriosita da quello scambio di convenevoli quando l'uomo si fece da parte per aprire il portone.
Le parve di essere stata catapultata indietro nel tempo all'improvviso in un qualche club dalla discutibile fama nei sobborghi della Chicago degli anni Quaranta: davanti a lei infatti si estendeva un'accogliente e gremita sala circolare arredata nello stesso stile ricercato e vissuto del vestibolo, disseminata di piccoli tavolinetti rotondi illuminati da abat-jour in vetro e attorniata da una fila di tavoli da gioco anch'essi rotondi dalle comode sedute a panca in velluto bordeaux; sul fondo dietro il bancone del bar uno specchio gigantesco rifletteva la luce tremula dei candelieri alle pareti insieme ai colori brillanti dell'infinita varietà di bottiglie poggiate contro il vetro e un animato quartetto jazz si esibiva sulla destra.
Non avrebbe mai immaginato che nei meandri di quel quartiere così folcloristico di Tokyo potesse nascondersi un luogo del genere; l'aria era pervasa dall'odore dell'alcol, dal fumo denso dei sigari e delle sigarette, dalle note musicali miste al tintinnio dei bicchieri e al suono squillante di voci e risate.Era...semplicemente fantastico.
"Allora? Che cosa te ne pare?"
Non si era accorta che Razen aveva continuato ad osservarla sorridendo mentre lei contemplava stupefatta la sala. "É il posto più bello in cui sia mai stata in tutta la mia vita." Rispose Hanami voltandosi a guardarlo; si sentì all'istante il padrone del mondo di fronte all'espressione raggiante in quel momento sul suo viso. "Grazie per avermi invitata." "É un piacere, signorina Mitsuda."Il loro scambio di sguardi venne interrotto dal silenzio che calò d'un tratto l'attimo successivo seguito da un fragoroso scroscio di grida e di applausi: tutta la sala si era alzata in piedi, musicisti compresi; Hanami restò interdetta davanti alla folla di clienti che aveva preso ad accantonare carte e drink per avvicinarsi e farsi largo in modo da stringere la mano a lei e a Razen.
"Siamo tutti con voi e con vostro fratello, capo; non arriverà mai il giorno in cui gli Yubiwa saranno costretti a piegarsi dinanzi a un avversario!"
"Lei deve essere l'infermiera che ha salvato loro la vita; é un vero onore conoscerla, benvenuta..."
Il frastuono si acquietò immediatamente quando al termine di quegli omaggi lui fece un passo avanti e prese la parola. "Vi ringraziamo entrambi per il vostro sostegno, signori, e parlo anche a nome di mio fratello assicurandovi quanto questo da sempre sia fondamentale per la nostra famiglia, in particolare nelle attuali circostanze. Tornate pure a godervi la serata, i prossimi giri li offro io."
Un altro scoppio di grida acclamanti riportò i clienti ai loro tavoli e i musicisti agli strumenti mentre Razen faceva strada ad una Hanami ancora stupita e commossa in direzione del bar: l'aveva davvero emozionata leggere sui volti di tutti quegli uomini e donne seduti lì intorno il sentimento di sincera lealtà e autentico rispetto che provavano nei confronti degli Yubiwa, e non soltanto leggerlo, ma anche percepirlo nei suoi riguardi nonostante per loro fosse di fatto una perfetta estranea; un genuino senso di calore e familiarità che in una manciata di minuti l'aveva fatta sentire veramente a casa.
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Red Camellia
Mystery / ThrillerTokyo, 2018. Gli omicidi degli eredi di due tra le più influenti famiglie criminali della città seminano il caos tra i gangster della metropoli: tutto lascia intendere che gli Yubiwa, leader potenti e incontrastati, stiano a poco a poco eliminando a...