Cap.27 - Genesi

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Hanami aprì gli occhi sbattendo rapidamente le palpebre, abituandosi subito alla luce chiara e brillante del mattino che pervadeva la stanza già da un paio d'ore.
Si stiracchiò tra le lenzuola sgualcite che le attorcigliavano le gambe, lentamente, crogiolandosi nel sottile tepore che filtrava dal lucernario mentre pian piano si voltava alla sua destra: Razen stava ancora dormendo accanto a lei, ugualmente nudo, i fiori scarlatti sulla schiena che spiccavano sul resto del corpo diafano e scolpito illuminato dal sole.
Rimase ad osservarlo in silenzio con un leggero sorriso, lasciando vagare la mente tra i flash della notte appena trascorsa che uno dopo l'altro stavano iniziando a scorrerle davanti agli occhi.

Era stata l'esperienza più incredibile e totalizzante di tutta la sua vita.
Un turbine continuo, di sesso spinto, vorace, romantico, dolce, di segni sulla pelle e di desiderio insaziabile, di sguardi e di carezze e di amore finalmente incontrastato.

"Sei dannatamente importante per lui, ma...questo lo sai già, anche se forse ancora non puoi capire fino in fondo quanto."

Shinichi aveva ragione; in quel momento non lo aveva ancora capito.
O meglio, non del tutto.
Aveva cominciato a realizzarlo già quella stessa sera, però, nell'attimo in cui Razen le aveva preso il viso tra le mani guardandola negli occhi dopo essere sfuggito all'attentato.

"Tu sei il mio ossigeno, Hanami, sei la mia libertà; io non voglio, stare lontano da te, non voglio essere un altro Yubiwa obbligato a trascorrere ogni minuto del resto della sua vita ad annegare nel rimpianto."
"...sarei disposto ad affrontare quello stesso inferno anche sulla terra se significasse poterlo fare accanto a te."

Ma erano state quelle parole, a fargliene prendere veramente coscienza, parole che allo stesso modo l'avevano messa di fronte con incrollabile chiarezza a quella verità egoistica e innegabile che si annidava anche nel suo cuore e che in particolare durante quel viaggio aveva stoicamente continuato a combattere.

'Ossigeno'.
'Libertà'.

Nell'esatto momento in cui la sera precedente aveva udito Razen pronunciarle ad alta voce si era resa conto di come inquadrassero perfettamente quel senso di completezza estrema che per la prima volta aveva provato in quei pochi istanti appena fuori dal 'Fushida' e lungo la strada per Kashiwa: svelandole ciò che di più nero era intessuto nella trama della sua vita e del suo essere Razen le aveva affidato non solo la sua anima, ma anche la sua speranza nel futuro, quel futuro scevro da qualsiasi tipo di solitudine e incomprensione che le aveva confessato di desiderare nonostante dubitasse sia di meritarlo sia della possibilità di costruirlo; lei voleva far parte, di quel futuro, e come lui fino a quel momento si era convinta di poterlo vivere rimanendo a distanza pur di averne soltanto anche un minuscolo assaggio, ma ascoltare dalla sua bocca il suono aspro della parola 'rimpianto' le aveva di colpo proiettato davanti un'esistenza che per quanto felice col passare del tempo si sarebbe solo rivelata una pallida imitazione della vita che davvero sognava, una misera maschera di compromessi, di momenti non vissuti, di triste e incessante autopersuasione, come uno stupendo abito d'epoca ricoperto da fili su fili di un'opaca ragnatela, e ancora, come lui, si era improvvisamente resa conto di non essere più in grado di lottare in quella guerra.

Tutto ciò che avevano scoperto a Hiroshima, l'orrenda parentesi sulla veranda...avevano fatto scattare qualcosa, nella mente di entrambi, quel qualcosa che unito alle parole di Razen aveva demolito e annullato una volta per tutte barriere e confini e dato definitivamente forma ai più autentici desideri del loro cuore.

Cambio. Di. Prospettiva.

Bastavano tre semplici parole per descriverlo.

E d'un tratto quella lotta continua non le era più sembrata accettabile.
No, dopo quasi tre anni di concessioni ininterrotte e di bocconi amari digeriti a testa bassa era arrivata l'ora di scegliere sé stessa; ovviamente sarebbe stata una follia paragonare la sua relazione precedente al rapporto con Jin e con ogni probabilità metà delle ragazze di Tokyo le avrebbe dato della pazza per essersi lasciata scappare il principe azzurro oltretutto facendolo soffrire, ma era finito il tempo di accontentarsi e di rassegnarsi a vedersi scivolare tra le mani giorno dopo giorno frammenti di una vita vissuta a metà, anche a fianco di qualcuno che oggettivamente era l'uomo ideale.

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