Cap.21 - Seihachi

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17 Giugno, ore 03.00

Toc, toc, toc.

"Sono io."
"Entra."

Shinichi chiuse piano alle sue spalle la porta della stanza di Razen e si sedette sul letto ai piedi di quest'ultimo, disteso sopra la coperta leggera mentre fumava ad occhi chiusi.

"Non so che cosa ti ucciderà prima, se il fumo o quelle maledette pillole." Commentò poi scorgendo il flaconcino arancione semiaperto e quasi vuoto accanto al cuscino.
"Sai perfettamente che mi servono per il dol..."
"Per il dolore alla cicatrice, sì. Certo."
"Shinichi, fino a un attimo fa eravamo impegnati a pensare al modo di evitare che tra meno di settantadue ore io e mio fratello finiamo spappolati contro le pareti di un ristorante e a come costruire una copertura decente per il viaggio ad Hiroshima. Non sopporto le prediche in condizioni normali, figuriamoci adesso."

La ferita non gli dava pace, questo era vero, e certi periodi erano peggiori di altri.
Col passare degli anni Razen però aveva cominciato a calcare sempre piú la mano con quelle pillole, così come per Jin era diventato sempre piú frequente decidere di versarsi un bicchiere di vodka.
Lo sapevano bene anche loro.
Ma effettivamente la cosa continuava ad essere sotto controllo, perciò entrambi non ammettevano piú di tanto che l'argomento fosse sollevato e lui – e lo stesso valeva per Hanami, dal momento che era una ragazza perspicace – aveva imparato a non insistere troppo nel cercare di discuterne.

"É per via del viaggio infatti che sono qui. Dobbiamo parlare di Hanami, Razen; avrei voluto farlo già ieri sera ma non c'é stato tempo."
L'altro aprì gli occhi e lo fissò restando in silenzio.
"Seihachi mi ha telefonato subito dopo averti sentito la sera in cui l'hai portata al 'Lotus' per capire che cosa stava succedendo." Proseguì quindi Shinichi. "Perché non hai seguito il mio consiglio? Cioè, non che in quasi vent'anni che ci conosciamo tu lo abbia mai fatto, ma hai capito cosa intendo."
Razen si tirò su con profondo sospiro e appoggiò la schiena contro la testiera del letto. "Sì, anch'io avrei voluto parlarti ieri sera." Rispose poi dopo aver dato un tiro alla sigaretta. "Il perché é semplice, comunque; ti avevo detto che avevo deciso di scendere a patti con questa situazione e non ho cambiato idea."
"Oh, capisco, e chiedere a Hanami di uscire ti é sembrata la soluzione migliore per farlo?" Ribatté sarcastico Shinichi. "Credi sul serio di poter andare avanti in questo modo ora che sai che anche lei é innamorata di te?" L'altro non rispose e spense il mozzicone guardandolo negli occhi. "Avanti, quando ho saputo che aveva accettato il tuo invito è stato facile fare due piú due. Tu non avrai cambiato idea, ma per Hanami sono cambiate molte cose, invece, dopo aver parlato con te qui in camera quella mattina." Continuò allora Shinichi. "Quando lo hai capito? Quella sera?" Razen annuì. "Hai ragione, ed è stato quella sera, sì. Ma é stato dopo averla invitata, non prima. " "E con lei non ne hai parlato, suppongo." "Certo che no, sei impazzito? Fidati, Hanami la vede come me; si capisce fin troppo bene che sa di dover andare avanti per la sua strada e che il motivo non é soltanto quello di tenere moltissimo a Jin e di non volere che soffra di nuovo dopo Kazumi." "Però sa comunque anche che cosa provi tu, perché che tenga a Jin non lo metto in dubbio, chiunque se ne accorgerebbe, il punto é che chiunque si accorgerebbe anche delle occhiate di fuoco che vi scambiate ogni tanto; mi sembra incredibile che tuo fratello non le abbia notate. Sbaglio?"
Razen alzò un sopracciglio.
"Solo per chiarire; non ti ha mandato Seihachi per raccomandarmi di tenerlo nei pantaloni mentre sarò ad Hiroshima con lei, vero? Perché lo so già, questo, e onestamente non credo proprio che lo zio sia la persona piú adatta a dare consigli del genere; non guardarmi così, per favore, hai sempre pensato anche tu che avesse una relazione con Ryo e non provare a dire di no." "No, no, anzi, e se proprio vuoi saperlo da come mi ha parlato al telefono ne sono ancora piú convinto." Replicò Shinichi. "Non a caso é parecchio preoccupato che tra te e Hanami possa succedere qualcosa, infatti con la videochiamata di ieri voleva vederci chiaro..." "Ah, ecco." "...ma non mi ha chiesto di dirti nulla. Sono qui solo perché sono il tuo migliore amico e tu sei il mio, Razen, e anch'io sono preoccupato, sinceramente; sai che sarò sempre e comunque dalla tua parte, ma te lo ripeto, devi parlare con Jin. Devi dirgli la verità prima di partire; convinci anche Hanami che é la cosa giusta da fare. Entrambi avete tutte le migliori intenzioni del mondo e vi ammiro sul serio per questo, ma secondo te che cosa sarà a far scoppiare un casino irreparabile e a far soffrire di più tuo fratello; il fatto che rompa con lei adesso o dopo aver scoperto di essere stato tradito con te?"
"Wow. Ti ringrazio per la fiducia, Shinichi, é davvero emozionante sentirti parlare così." Rispose Razen, pungente. "Motivante, soprattutto." "Andiamo, qui non c'entra niente la fiducia, Razen." Ribatté subito l'altro. "Vuoi la verità? Io non so se ce la farei a mantenere il controllo se fossi nei vostri panni, e anche se non conosco abbastanza bene lei di certo conosco piú che bene te. Sono solo realista." "E tu pensi veramente che se parlassimo adesso con Jin il casino non scoppierebbe comunque? O che lui non sospetterebbe di essere già stato tradito, secondo te?" Lo rimbeccò allora Razen. "É tardi per le parole ormai, Shinichi, ma non devi preoccuparti e neanche Seihachi deve. Non siamo due idioti, e una volta che questa faccenda sarà chiusa il tempo passerà, io e Hanami continueremo a vivere le nostre vite e nessun altro si sarà fatto male. Dobbiamo solo accettare il fatto di esserci incontrati nel momento sbagliato." Buttò giù un paio di pillole dal flaconcino alla sua sinistra e Shinichi lo fissò per un lungo istante. "Ho capito. Ti sosterrò e se sarà necessario sosterrò anche lei, se é quello che volete." Disse poi quest'ultimo alzandosi con un sospiro e raggiungendo la porta. "Razen..." "Lo so." Lo interruppe lui. "Grazie."
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17 Giugno, ore 07.35

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