*Ancora su Faerie*

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È noto che la Terra della Radice, definita da alcuni Uomini "Madre Terra", è l'origine e la culla di ogni forma di vita.

Pare altresì obliato dai più che essa costituisce la matrice, il ceppo, la radice appunto, su cui si innestano le molte Dimensioni che compongono Faerie.

Non a caso, cercando di descriverne la natura, gli eruditi parlano di un "Albero del Mondo" .

Il viaggiatore che ne sondasse le profondità, tra i grovigli ipogei dello spazio e del tempo, troverebbe tre Dimensioni, tondeggianti come ciottoli levigati dal fiume dei secoli.

Per prima, incastonata nella roccia, brilla la landa che le Fate hanno denominato Nordian; sono i Nani a vivere laggiù, instancabili cercatori di pietre ed eccellenti forgiatori di tesori.

Alla Terra della Radice, in secondo luogo, è avviluppata la Dimensione del Limbo. Inespugnabile è la sua fortezza, dimenticata dalla luce e dal tempo, e alto è il compito assegnato ai guardiani che la sorvegliano.

A chi esplorasse le profondità dell'Albero del Mondo si mostrerebbe, infine, la terza delle Dimensioni sepolte: essa porta il nome oscuro di Klado Oth e accoglie la Corte degli Scontenti, che complotta e ordisce insidie coi Rinnegati di ogni stirpe e reame.

Se poi emergessimo dagli abissi di Faerie, e ci volgessimo al di sopra della Terra della Radice, ammireremmo palesarsi, salda e irrorata di linfa, Tellus Vasta. In essa, i clan dei Maghi si contendono colline battute dal vento e praterie brulicanti di selvaggina, incapaci di rispettare i confini da loro stessi stabiliti.

Proseguendo nell'ascesa dell'Albero del Mondo, ne contempleremmo il tronco, forte e immenso come quello di un frassino antico. Simile a spessa corteccia, comparirebbero i Tre Regni: gli Elfi vi si sono insediati per primi, fondando città ed ergendo mura possenti.

Ancora più in alto, tra i rami, a un tempo spogli, fioriti e fruttiferi del Mondo, troveremmo le ultime Dimensioni esplorate.

Nella chioma carica e pesante di pomi, ci sarebbe Shelrah, casa dei Centauri immortali, fratelli delle Driadi e depositari delle leggi della Natura.

Tra le braccia legnose, denudate dalla stagione inclemente, Scentyo dei Lutin sboccerebbe come solitario germoglio e promessa di vita.

Infine, tra petali variopinti e profumi inebrianti, trionferebbe il Luogo Senza Tempo, piccolo grande fiore all'occhiello di Faerie: dimora delle Fate, custodi di Virtù.

Proprio qui, sull'estremità più alta del ramo in boccio, ricomincia la nostra storia: la storia di una Fata che, appropriandosi del suo passato, si apprestò a riscrivere il futuro di Faerie.

Lungamente abbiamo ripercorso le vicende di Myrhiam ma, prima di proseguire, è bene sapere che non fu una Fata a plasmare il destino dell'Antica Alleanza, sfidando il consesso degli Anziani e accogliendo il mandato di una veggente: furono due.

Si intreccia così, a quello di Myrhiam, il destino di Enorhik di Gondre, a cui gli dèi imposero di guarire le ferite inferte all'Albero del Mondo. Questo racconteremo: di come due fratelli tentarono di domare i vizi dei mortali, onde prevenire il guasto fatale, e il tracollo, del fragile equilibrio di Faerie.

Le Sette Vie. Storia di una Fata della SperanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora