2. Una nuova Via

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L'udienza, per certi versi, andò benissimo.

Andò benissimo perché, a partire dal momento in cui ebbe scostata la cortina di foglie di menta che come sempre copriva l'ingresso del Kalazinami, Myrhiam non fece un singolo passo falso: arringò gli Anziani seduti ordinatamente nei seggi attorno a lei, rispose alle loro domande cercando di non dare le spalle a nessuno e controbatté alle obiezioni con padronanza d'argomento e accuratezza... al punto che, per quasi tutto il tempo, le parve che gli equilibri della discussione stessero volgendo a suo favore. Gli sguardi di gran parte degli astanti erano nettamente meno biechi del solito e, nelle loro tuniche rosa di rappresentanza, gli Anziani non apparivano ostili come all'inizio di quella lunga sequela di sedute plenarie.

Il solo che mantenne un atteggiamento distaccato e maldisposto per tutto il corso della convocazione fu Aygotep; col manto bianco che lo contraddistingueva come capo della Consulta e gli occhi freddi puntati su di lei, non perse occasione per manifestare la sua insofferenza, esibendo di continuo smorfie insoddisfatte e teatrali scrollate di capo.

Non che fosse una novità... quel "vecchio rospo con le ali", come lo chiamava tra sé Myrhiam, si era sempre atteggiato così, sin dalla prima convocazione tenutasi qualche mese prima. Inizialmente la Fatina ne era stata intimorita... ma l'invariabilità delle reazioni del sommo Anziano aveva finito per convincerla che non ne avrebbe mai ottenuto il favore, e che convenisse semplicemente ignorarne il brontolio.
D'altronde, il Kalazinami era un'assemblea che prendeva decisioni a maggioranza: era inutile ostinarsi a blandire Aygotep, che era uno solo, quando tutti gli altri si mostravano più malleabili.
Solo col senno di poi, Myrhiam avrebbe compreso di aver compiuto con quelle riflessioni un grave errore di valutazione.

Dopo diverse ore di interrogazioni e di dibattito, infatti, quando Myrhiam cominciava ad assaporare il gusto del trionfo, il capo del Kalazinami si alzò dal suo seggio e scese i gradini della tribuna per portarsi al centro del salone circolare. Non si trattava di un gesto di per sé insolito, poiché era il normale protocollo per prendere la parola... eppure, in qualche maniera, la Fatina se ne sentì minacciata.
Mascherando l'inquietudine che avvertiva, si fece rispettosamente da parte e si dispose all'ascolto.

«Fate della Consulta, saggi di Gondre. Abbiamo ascoltato lungamente le ragioni di questa giovane, e si avvicina il momento in cui la nostra assemblea dovrà prendere una risoluzione definitiva» esordì Aygotep, allargando le braccia come a voler cingere l'intero uditorio. «Ma prima di dare un epilogo alla questione che da ormai cinque lune stiamo valutando, desidero intervenire a mia volta.»

Myrhiam fremette, dal cono d'ombra in cui si era rintanata. Fata Aygotep stava forse per interrogarla? Quella sì che sarebbe stata una novità, visto che nei mesi precedenti aveva parlato al massimo tre volte, e nessuna per interpellare lei.

«Ritengo di aver sin troppo chiari gli argomenti che sostiene. Ci ha parlato del suo impegno a Gondre e del suo disinteresse per la guerra, ci ha proposto di prolungare il tempo per scegliere a cosa votarsi, ci ha reso partecipi del suo rifiuto delle tradizioni, appellandosi al principio della libertà individuale. Di questo ha parlato, su questo le sono state fatte tante domande e su questo non voglio soffermarmi oltre. Desidero invece riferirmi al Codice delle Fate e considerarne con voi alcuni aspetti.»

Myrhiam si chiese dove volesse andare a parare: nel Codice delle Fate, che era una raccolta di leggi scritte e orali, non era prevista una situazione come la
sua... o forse le era sfuggita qualche norma?

«Voi sapete che le nostre leggi chiedono a ciascun membro del Buon Popolo di compiere una scelta allo scadere del primo secolo di vita. Sapete anche che è ammesso che i nostri giovani abbiano dei ripensamenti circa la propria decisione, senza che subiscano rimproveri o ricevano sanzioni. In casi eccezionali è ammesso persino che, nei primi tempi, chiedano una guida nell'adempimento dei nuovi compiti a cui sono chiamati... nel loro interesse e a loro tutela, questo prevede il Codice.»

Le Sette Vie. Storia di una Fata della SperanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora