Capitolo 20

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Diana si trovava in classe, stava approfittando l'ora di supplenza per ripassare chimica.

«Diana, ho visto una ragazza inserire un biglietto nel tuo armadietto.»
La avvisò timidamente una delle sue compagne di corso.

Diana la guardò prima perplessa, poi la ringraziò e andò a controllare.

Personalmente reputava gli armadietti la cosa più insensata del mondo, per questo il suo era assolutamente vuoto e senza alcuna decorazione.

Era troppo paranoica per lasciare le sue cose dentro un armadietto in un corridoio pubblico.

Lo aprì e prese il biglietto tra le mani, la carta era a quadretti e sopra vi era scritto un indirizzo e un'orario, cercando su Google si rese conto che era una via del Bronx.

Inizialmente ipotizzò che quel biglietto glielo avesse lasciato Meredith, poiché le aveva detto, anche se implicitamente, che l'avrebbe tenuta d'occhio.

Ma c'era qualcosa di strano, Meredith era solita farle appostamenti non invitarla a spasso, quindi la escluse dalla lista dei sospettati.

Per quanto avesse scavato nella sua memoria non le veniva in mente nessuno che non avesse il suo numero e che quindi non avrebbe potuto inviarle un SMS.

«Forse un'ammiratrice.»
Ipotizzò Giulio dopo che glielo ebbe detto.

La ragazza scrollò le spalle, come se la cosa non la riguardasse.

«Comunque che intenzioni hai?»
Diana fece spallucce.

«Non lo so. Credo che deciderò sul momento.»
Rispose la ragazza.

Dopo scuola Diana decise di andare a cercare Meredith, in realtà non sapeva da dove iniziare. Ma a furia di chiedere a chiunque incontrasse riuscì a scoprire che si trovava al Roosevelt Park.

«Qualche volta ti è capitato di sentire la parola 'scuola'?»
Le arrivò alle spalle facendola sussultare.

«No. Tu invece la parola 'avverti prima di arrivare alle mie spalle o la prossima volta ti accoltello?»
Diana ridacchiò e si sedette accanto a lei.

«Non sono un'esperta ma penso che sia più di una parola.»
Meredith sbuffò contrariata.

«Che vuoi Diana?»

«Sai dirmi di più su questo?»
Diana le passò il foglietto. L'altra ragazza lo lesse con cura e poi glielo restituì.

«Ecco... Perso sia di Claire.»
Diana aggrottò le sopracciglia.

«Che ovviamente è...»

«Una mia amica. Ti conviene andare a sentirla, penso che abbia informazioni molto importanti per te.»
Meredith si alzò.

«Scusami, ma se queste informazioni importanti le sai anche tu, perché dovrebbe essere lei a dirmelo?»

«Perché lei ne sa più di me.»
Le rivelò prima di andarsene.

Diana rimase ancora mezz'ora al parco, indecisa su cosa fare era curiosa, ma tutta quella situazione appariva abbastanza sospettosa. A partire dal luogo d'incontro che era nei territori della Neptune.

Alla fine si convinse, prese l'autobus e andò all'appuntamento,
arrivò nei pressi di uno stradone, e iniziò a camminare a passo felpato attenta alle persone circostanti.

Non rimase affatto sorpresa quando si sentì tirare verso un vicolo.

«Così tu sei Diana Valentini.»
Mormorò una ragazza.

Diana non riusciva a guardarla bene in viso a causa del cappuccio della felpa.

«Ci conosciamo?»
Le chiese sollevando le sopracciglia.

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