«Ane, giochi con me?»
Le chiese Samuele facendole gli occhi dolci accompagnati dal suo solito adorabile broncio.Diana si chiese quando fosse stata l'ultima volta che avevano giocato assieme e si sentì estremamente in colpa quando constatò di non ricordarsela affatto.
Sentì un peso opprimerle il petto, era stata così presa dagli ultimi eventi, da Grace, Alexander, Evan e lo scontro contro i Midnight Devils da non essersi curata per nulla della sua famiglia.
«A cosa vuoi giocare?»
Utilizzò il solito tono dolce che utilizzava unicamente con Samuele.Il bambino ci pensò per qualche minuto, lo faceva sempre quando doveva decidere qualcosa, come se volesse sfruttare quel tempo al meglio.
Poi sorrise e tirò fuori i barattolini di plastichina che Mandy gli aveva regalato per Natale.
La sorella maggiore gli sorrise di rimando e lo aiutò a comporre le sue figure. Nel mentre pensava allo scontro che si stava tenendo in quel momento dall'altra parte del distretto.
Ormai doveva essere iniziato già da un po', era enormemente preoccupata per Giulio. Il suo gemello le aveva proposto di andare con lui, ma aveva declinato l'offerta.
Non perché avesse paura, semplicemente credeva fosse arrivato il momento che Giulio imparasse a cavarsela da solo.
Una sua altra fonte di preoccupazione era Dustin, anche lui stava partecipando. Non se la cavava affatto male, ma Diana sperava ugualmente che non si facesse male.
«Hai fame Samu?»
Non ce la faceva più a stare ferma, sperava che Samuele rispondesse in modo positivo così da potersi alzare e distrarsi dai suoi pensieri.
Come sperato il bambino annuì energicamente.
Gli sorrise quasi grata e poi corse a preparargli la merenda, nulla di particolare solo della frutta stagionale sbucciata e una merendina per non fargli fare i capricci.
Mentre tornava in salotto il suo computer accesso catturò la sua attenzione. Ovviamente era colpa di Dustin, glielo aveva prestato per una ricerca scolastica e quel cretino lo aveva lasciato acceso a consumare batteria.
Si avvicinò con l'intento di spegnerlo ma poco prima di farlo la curiosità prese il sopravvento.
Impiegò pochissimo a entrare nel cellulare di Evan attraverso il suo computer. Scorrendo le chat se ne ritrovò davanti una nuova, il numero non era stato neppure salvato, ma ciò che la preoccupava di più era il contenuto del messaggio: "Uccidi Alex”.
Diana sbarrò gli occhi incredula, doveva essere uno scherzo di pessimo gusto, forse Evan aveva scoperto che controllavano il suo telefono e voleva solo prenderla in giro.
Il suo cuore si strinse in una morsa non riusciva a credere che pur di vincere avrebbe fatto qualcosa di così orribile.
Ma in fin dei conti visto i suoi trascorsi Diana era l'ultima persona sulla faccia della terra a poter fare da moralista.
Decise comunque che non se ne sarebbe rimasta lì, ferma ad aspettare di avere conferme.
Portò la merenda a Samuele e poi corse al piano di sopra per cambiarsi, optò per un jeans e una felpa blu. Colori che ricordavano giacca dei Blue Dragonflies in modo da non risultare troppo estranea.
Infilò delle scarpe da ginnastica e senza nemmeno prendere il giubbotto sfrecciò fuori di casa, sotto lo sguardo perplesso di Samuele e senza dare la minima spiegazione.
Infilò delle scarpe da ginnastica e senza nemmeno prendere il giubbotto sfrecciò fuori di casa, sotto lo sguardo perplesso di Samuele.
Diana era sempre stata una ragazza molto atletica. Una delle più veloci della sua vecchia scuola eppure in quel momento si sentiva al pari di una tartaruga.
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Come siamo arrivati a questo?
Roman d'amourDiana Valentini ha diciassette anni, un'infanzia che non è delle più semplici e un gemello sempre pronto a sostenerla. Dimostra forza anche se ormai si sente vuota e distrutta, consapevole di avere ferite nell'animo che non si rimargineranno mai com...