Quella stessa sera Diana si trovava in camera sua, aveva appena finito di visualizzare ciò che Claire le aveva mandato e ne era molto soddisfatta.
Si trattavano di un paio di video, una decina di audio botta e risposta tra Evan e un'altro ragazzo, forse Hayden, e degli screen.
Sorrise spegnendo lo schermo, doveva soltanto trovare il momento adatto e una scusa ragionevole, perché ovviamente Alexander glielo avrebbe chiesto dove se li era procurati.
Il telefono iniziò a squillare, Diana sospirò e visualizzò il display, si trattava di Alexander, in realtà se lo aspettava, era tutto il giorno che non si sentivano.
Fece scorrere il pollice sullo schermo.
«Ehi.»
Lo salutò entusiasta.«Ane, che fai sta sera?»
Subito sorrise al pensiero di farsi un giro in moto con lui, ma poi si ricordò delle condizioni pietose della sua faccia. Aveva paura di come avrebbe reagito Alexander, ancor più che tendeva ad incolparsi di qualsiasi cosa.
«In realtà non mi sento molto bene.»
Mentì modificando la voce, facendola sembrare più fiacca.«Allora passo da te.»
Annunció facendola entrare in panico.«Non preoccuparti, non è nulla di grave sono soltanto molto stanca.»
«Ne sei sicura?»
Il suo tono preoccupato la fece sentire in colpa.
«Certo, magari ci vediamo domani.»
Lui la salutó leggermente deluso e lei chiuse la chiamata.Sospirò e mise il telefono a caricare.
Poi dato che aveva tutta la serata libera decise di accendere la televisione, che aveva in camera, e guardare un reality show. Purtroppo era così noioso che mezz'ora più tardi era già sul punto di addormentarsi.
Se fosse stata più lucida sarebbe riuscita ad ascoltare il rompo di un motore familiare e il campanello di casa sua suonare.
Qualche minuto dopo sentì dei colpi alla sua porta, si svegliò di soprassalto. Non sapeva chi era ma era certa che non fosse nessuno dei suoi fratelli, loro avevano tutti il vizio di entrare senza bussare, persino Dustin.
«Avanti.»
La porta venne aperta lentamente e da dietro ne fece capolino Alexander.
Immediatamente Diana girò la faccia verso la parete opposta alla porta, nel tentativo di nascondere il grosso livido sulla guancia sinistra.
Lo vide tastare la parete.
«Non accendere la luce.»
Ordinò.«Perché?»
«Mi infastidisce.»
Alexander non la ascoltó e accese la luce, Diana notò immediatamente il suo cipiglio preoccupato. Le sembrava fin troppo angosciato e iniziò a credere che fosse successo qualcosa di grave.
«Centra l'attacco di oggi?»
Gli chiese immediatamente.Lui non le diede una risposta ma il suo atteggiamento le servì a capire che aveva centrato il segno.
Lui aggirò il letto è si posizionò proprio di fronte a lei, per poi avvicinarsi, Diana cercò di mettere distanza ma non ci riuscì e lui riuscì ad agguantarle il viso. La costrinse a mostrare la guancia che tentava di nascondere, la sua espressione divenne impassibile. Ma Diana era certa di ciò che gli passava per la testa, sapeva che si dava la colpa come se fosse stato lui ad infliggergli.
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Come siamo arrivati a questo?
Любовные романыDiana Valentini ha diciassette anni, un'infanzia che non è delle più semplici e un gemello sempre pronto a sostenerla. Dimostra forza anche se ormai si sente vuota e distrutta, consapevole di avere ferite nell'animo che non si rimargineranno mai com...