Capitolo 37

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Tre giorni dopo Diana, Giulio e Samuele si trovavano in aereoporto con la loro famiglia intenti ad aspettare che il loro aereo fosse in partenza.

Diana aveva un cipiglio triste, le occhiaie profonde e il cuore a pezzi. Non faceva altro che rimproverarsi, sapeva che sarebbe finito cosi, inconsciamente sapeva che l'amore faceva male che l'avrebbe distrutta, ma aveva voluto crederci.

Una parte di lei non voleva accettare che la loro storia fosse finita, non in quel modo, almeno. Ma il suo istinto di conservazione la spingeva a lasciare la presa a scappare il più lontano possibile da lì.

«Che hai detto ad Alexander?»
Le chiese Dustin.

«Non gli devo nessuna spiegazione. E poi non mi importa più nulla di lui.»

Era una bugia, le importava ancora troppo.

«Tu Jules come farai con Billie?»
Chiese distrattamente per cambiare argomento.

«Tra noi non c'è nulla e non ci sarà mai nulla, sai le piace Lisa.»
Le sembrava avvilito da quella verità.

«Magari è bi.»
Provò a rincuorarlo.

Diana osservó l'orario dal display del suo cellulare, non riusciva a credere che finalmente sarebbe tornata a casa.

Era così distratta dal non accorgersi che suo padre l'aveva affiancata.

«Mi mancherete.»
Mormorò Alfredo guardando i suoi figli.

Diana lo guardò, finalmente consapevole di ciò che Valerio voleva intendere. Anche lui le sarebbe mancato, il loro rapporto non era diventato più stretto, neanche un intero anno era riuscito a colmare la distanza tra di loro, ma le cose erano decisamente meglio di quanto era arrivata.

Alfredo trascinò Diana e Giulio in un abbraccio, a cui poi si aggiunse anche Samuele.

Arrivò il momento di imbarcarsi sull'aereo, iniziarono così gli ultimi saluti,  loro padre voleva accompagnarli fino allo sportellone, per lui era passato troppo poco da quando erano arrivati.

«Diana aspetta.»

Alexander entrò nel suo campo visivo, era trafelato e due enormi occhiaie gli circondavano gli occhi.

Diana guardò suo fratello Dustin, che annuì.

«Ti prego non andartene... ho paura di quello che potrei diventare senza di te.»

Diana non si voltò, nonostante sentisse gli occhi pizzicare, sentiva che se lo avesse fatto la sua vita sarebbe cambiata troppo, che non sarebbe più stata un organismo autonomo.

Non sarebbe stata una caricatura uscita male di sua madre, non avrebbe permesso a nessuno di ferirla, neanche ad Alexander.

Una lacrima le percorse la guancia, in fin dei conti neanche lei sapeva cosa sarebbe potuta diventare senza di lui.

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