8 - Casa Dolce Casa

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L'ultima cosa che ho visto è stato Tom, mi ha detto un 'Ti amo' e poi le mie palpebre hanno ceduto e tutto è diventato nero.

Mi svegliai lentamente, la mia testa sorprendentemente non faceva male, quando aprii gli occhi all'inizio non riconobbi la stanza.
Mi guardai intorno più da vicino, poi realizzai.

"No, no, no, no, NO!" Ero nel mio appartamento.

C'era un biglietto sul cuscino accanto a me, lo presi subito e iniziai  a leggere.

"Quando starai leggendo questo, probabilmente ti sarai appena svegliata. Penso che ora tu possa capire il mio comportamento delle ultime ore. Per favore, non cercarmi, e per favore vattene da Tokyo, sai che non è sicuro per te qui. Mi dispiace per quello che ti ho fatto, non voglio che ti succeda mai più una cosa del genere.
Quindi ti lascio andare.
Tom."

Ero scioccata, il mio cuore si ruppe in mille pezzi, Non potevo crederci.
Le mie emozioni impazzirono eppure non scese una sola lacrima, fissai il muro bianco davanti al mio letto. Passarono alcuni minuti prima che decidessi di andare subito da lui, sapevo che probabilmente erano già usciti di casa, ma valeva la pena provare, dovevo fare qualcosa.
Le chiavi erano nella serratura, le presi e poi corsi fuori nella notte, camminai qualche minuto prima di trovare un taxi.
Bussai al vetro del finestrino, il finestrino si abbassò e l'odore dell'erba mi colpì immediatamente il naso, ma non mi importava.

"Ehi, scusami, sei libero adesso?" Mi guardò bene, probabilmente perché non voleva ubriachi in macchina.

"Sì, entra." Andai alla portiera sul retro ed entrai.

"Dove vuoi andare?"

Fanculo, non sapevo dove fosse esattamente la loro casa, né sapevo come arrivarci da qui, provai a descrivergli l'ambiente, mi guardava un po' spaventato.

"Posso chiederti perché vuoi andarci?"

Rimasi un po' perplessa da questa domanda.

"Allora hai capito cosa intendo?" Ridacchiò alla mia domanda.

"Tesoro, senti questo odore? Non sono solo un tassista. Certo che so cosa intendi. Ma posso solo portarti vicino, non posso avvicinarmi a loro."

"Okay grazie."

Guidò per circa 25 minuti, si fermò e io guardai fuori dal finestrino per vedere se eravamo nel posto giusto, infilai una mano in tasca per tirare fuori il portafogli ma lui mi fermò.

"Sembra che tu ne abbia bisogno più di me e apprezzerei se non dicessi a nessuno che ti ho portato qui." Lo ringraziai e scesi dall'auto.

Questo posto sembrava un posto qualsiasi a Tokyo, tutto era illuminato in modo colorato, ma se camminavi un po' più avanti in una strada buia, eri sulla strada diretta per la gang più pericolosa di tutta Tokyo. Camminai lungo la strada buia per 10 minuti finché non l'ho finalmente riconosciuto, eccolo lì, davanti alla casa c'era un enorme recinto. Mi  fermai davanti al cancello che chiaramente poteva essere aperto solo con una chiave, cercai di intravedere attraverso le enormi siepi ma non vidi quasi nulla. Così decisi di suonare il campanello, aspettai qualche secondo e poi suonai di nuovo. Finalmente qualcuno uscì di casa, quando la persona si avvicinò capii che non era uno dei membri della banda, era un anziano.

"Ragazza, è notte! Perché stai suonando? Hai bisogno di aiuto?"

"C'è Bill Kaulitz?" Non volevo chiedere di Tom perché era ufficialmente morto.

"Questi ragazzi non vivono più qui. Ho comprato la casa da loro quattro mesi fa." Il mio cuore cadde.

"Ragazza, stai bene? Vuoi che chiami qualcuno per te?" Mi voltai senza dire niente, non riuscivo a dire una parola.

Se n'era andato.

BILL P.O.V

Tom non era ancora uscito dalla sua stanza da quando siamo arrivati dall'aeroporto. Georg, Gustav e io eravamo seduti in soggiorno, era tutto strano, avevamo passato gli ultimi mesi a vendicarci della "morte" di Taylor e poi a salvarla.
Era stato tutto basato su di lei per tutto questo tempo, per poi non rimanere con noi.

Il cellulare mi scosse dai miei pensieri, risposi.

"È nella tua vecchia casa, ha appena scoperto che non vivi più qui."

Tom voleva che rispondessi io alle chiamate, non voleva sapere cosa stesse facendo o come stesse, quindi sarebbe stato più facile per lui dimenticarla.

"Va bene, grazie per l'informazione. Assicurati che arrivi a casa sana e salva." dissi e terminai la chiamata.

TAYLOR P.O.V.

Mi  fermai in mezzo alla strada e piansi a dirotto. Perché mi stava facendo questo? Perché stava facendo questo a se stesso? Una volta avrei preferito essere morta piuttosto che stare con lui, ora invece farò di tutto per stare di nuovo con lui.
Mi ci vollero alcuni minuti per calmarmi e tornare in me. La mia vista era offuscata dalle mie lacrime, ma potevo vedere un'auto nera ferma a pochi metri da me.
Il che era insolito perché nessuno entrava mai volontariamente in questa strada, perché qualcuno dovrebbe parcheggiare qui? qui non c'è niente. Mi raddrizzai e mi asciugai le lacrime dagli occhi per guardarlo meglio, camminai verso la macchina e all'improvviso partì, scappò via.

Mi stava osservando.

3. Beautiful lie 2 -Tom Kaulitz (ITA) by billysbluecarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora