11 - Ostaggio

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Mandai al tizio il mio indirizzo.

Erano passati due giorni e non avevo ancora ricevuto risposta.
Il ragazzo che mi stava tenendo d'occhio era fermo davanti alla mia porta da una settimana, se non avevo ancora capito che mi stesse tenendo d'occhio, l'avrei capito ora. Ero sdraiata sul divano a guardare un reality show giapponese, era strano sapere che ero sdraiata qui come se fossi su un piatto in attesa che fosse servito. Fuori pioveva a dirotto e ogni pochi minuti sentivo le sirene, ma poi sentii un'auto molto rumorosa passare nella strada sotto casa, il che era insolito perché qui vivevano solo pochi anziani che non potevano permettersi l'affitto in città. Andai alla finestra e aprii le tende, un'auto verde neon era in mezzo alla strada, due uomini alti con abiti scuri scesero dal retro dell'auto, oh merda penso che sia giunta l'ora. L'uomo che mi stava controllando scese dall'auto e tirò fuori una pistola, disse qualcosa ma non riuscii a capirlo.

Era quello che volevo, ma la paura si stava diffondendo dentro di me, non riuscivo a reprimere il panico che prese il controllo del mio corpo, mi resi conto solo ora di quello che avevo fatto, ero davvero così accecata dall'amore?

Chiusi le tende e corsi alla porta di casa, forse potevo ancora sfuggirgli, corsi giù per le scale e poi sentii uno sparo che mi fece urlare, guardai attraverso la ringhiera, i due uomini erano ora nel corridoio. Corsi su per le scale e bussai alla porta di un vicino

"Per favore, apri! Ho bisogno di aiuto!!!"

Ma non ricevetti risposta.
Sentii una mano enorme afferrarmi il braccio.

"Non disturbarti tesoro, nessuno può aiutarti."

Alzai lo sguardo ed eccoli lì, l'uomo che mi teneva il braccio aveva un'enorme cicatrice su tutto il viso, sembrava spaventoso.
Prima che potessi dire qualcosa, l'altro uomo mi premette un panno sulla faccia provai a resistere ma fu inutile, sentii il mio corpo improvvisamente indebolirsi e lentamente tutto intorno a me diventò nero.

"Accidenti a te, le hai dato una dose troppo alta, avrebbe dovuto essere già sveglia quattro ore fa!"

Fu la prima cosa che sentii, non volevo aprire gli occhi, avevo troppa paura di quello che avrei potuto vedere. Inoltre, se pensano che stia dormendo, forse avrei ottenuto qualche informazione.

"Era la stessa dose di sempre, vieni giù." Disse un'altra voce.

"Hai mai pensato al fatto che è una donna e non un uomo di un metro e settanta? Avresti dovuto metterne di meno con lei! Mike sta andando da Tom e pensa che abbiamo già delle informazioni da lei!"

Poi li sentii uscire di nuovo dalla stanza, aprii lentamente gli occhi e rimasi sorpresa, mi aspettavo una stanza vuota con muri di cemento, ma sembrava più una stanza d'albergo, economica.
Mi facevano male i polsi e le caviglie, erano legati troppo stretti alla sedia su cui ero seduta.
La porta si aprì di nuovo e subito feci finta di essere ancora priva di sensi, qualcuno entrò nella stanza e si sedette proprio di fronte a me.

"Puoi smetterla di fingere di dormire ancora."

Fanculo, ho comunque tenuto gli occhi chiusi.

"EHI HO DETTO STOP!" urlò l'uomo davanti a me.

Questo mi ha fatto sussultare.

"Lo sapevo, apri bene gli occhi."

Esitante aprii gli occhi, di fronte a me sedeva l'uomo con la grossa cicatrice sul volto abbassai lo sguardo sulle sue mani nelle quali teneva un taser.

"Non devi aver paura se rispondi a tutto quello che voglio sapere."

Lo guardai a malapena senza alcuna emozione sul mio viso.

"Dove vive Tom adesso?"

"Non lo so."

Accese il Taser e me lo tenne al collo. "Sei sicura di ciò che dici?"

Non ero mai stato fulminato prima e non volevo provare come ci si sentiva.

"Sì, mi ha cacciata dalla sua vita, non so più niente di lui! Perché pensi che non sia con lui?"

Si vedeva che non stessi mentendo e lui lo capì.

"Beh, questo ha senso."

Spense il taser e uscì dalla stanza, lo sentii parlare con qualcun altro.

"Non ci sta dando niente di buono! Dovremmo ucciderla subito prima che Tom scopra che è qui e ci uccida tutti."

Poi un'altra voce disse"Sei stupido? Lei è la nostra merce di scambio! Se la uccidiamo Tom non darà mai a Mike lo smeraldo E ci ucciderà tutti".

Erano ormai due ore che ero seduta su questa sedia, mi pulsavano i polsi se queste corde non si sarebbero allentate presto avrei perso le mani, stavano già diventando blu e non riuscivo più a sentirle, il che mi fece prendere dal panico.

"Ciao?" Dissi.

Pochi secondi dopo sentii dei passi che si avvicinavano alla porta, l'uomo con la cicatrice mi guardò infastidito

"Cosa c'è che non va?" Mi chiese.

"Io-non riesco più a sentire le mie mani."

Si avvicinò a me e mi guardò le mani.
"Ahi, sembra doloroso." Disse con un sorriso meschino sulle labbra.

"Puoi per favore allentare le corde?"

"Principessa, io non sono il tuo servo, sei un ostaggio nel caso non te ne fossi accorta. Non me ne frega niente di quello che succede alle tue mani."
Disse mentre mi afferrava il viso e mi stringeva il mento con la mano.

"Tom potrebbe lasciarti in vita, ma non se perdo le mani! Quindi allenta le fottute corde!" Gli sputai in faccia.

La sua faccia cambiò rapidamente dopo che feci il nome di Tom, si inginocchiò davanti a me e aprì il nodo della corda.

"Meglio?"

Annuii e lui fece lo stesso con l'altra mano, quando finì, mi guardò.

"Anche le mie caviglie."

Roteò gli occhi ma iniziò a slegare la corda sulla mia caviglia, non appena si allentò abbastanza, lo colpii in faccia con il ginocchio, cadde all'indietro e gemette per il dolore.

"Piccola puttana!"

Stava per alzarsi quando la porta si aprì ed entrò un uomo che non avevo mai visto prima, era alto e biondo.

"Ben lasciami da solo con lei." Disse e l'uomo scomparve rapidamente dalla stanza.
Pensai che fosse Mike, quello di cui parlarono prima.

"Quindi sei Taylor, l'unica persona di cui Tom si è mai preoccupato. Sai, questo ti rende davvero un'ottima merce di scambio."

Dopodiché, rimase in silenzio e mi esaminò come un'auto, stava ancora pensando se dovesse davvero comprarla.

"Sai, ho dato al tuo amore Tom 24 ore per portarmi quello che voglio. Ma sono molto impaziente, penso che dovremmo dargli un piccolo incentivo, non credi?"

Tirò fuori un coltello dalla tasca, no, non di nuovo.

"Ben, prendi la tua macchina fotografica!"

Aveva un sorriso quasi sadico sulle labbra, aprì il coltello e dietro di lui arrivò l'uomo con una macchina fotografica.

"Sta registrando?"

L'uomo annuì e Mike mi mise il coltello sull'avambraccio.

"Per favore non farlo!" Lo supplicai, ma ciò sembrava solo soddisfarlo di più.

Fece un taglio profondo, poi un altro e un altro ancora, strizzai gli occhi per il dolore e cercai di pensare a qualcos'altro, si fermò e io aprii gli occhi, una M era ora scolpita sul mio braccio.

"Perfetto!" Disse, ammirando il suo lavoro. "Ben invia a Tom un'email indicando il luogo di riconsegna e il video."

L'uomo uscì e Mike si voltò verso di me.

"Sei fottutamente malato!" gli gridai, poi mi ricordai che la corda su un mio piede era ancora sciolta, gli diedi un calcio nelle palle e si piegò in due dal dolore.

"Te ne pentirai."

3. Beautiful lie 2 -Tom Kaulitz (ITA) by billysbluecarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora