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Ginger era seduta sul sedile del van della band in cui suonava. Aveva l'aria stanca, un piede era appoggiato sul sedile e l'altro penzolava nel vuoto e stava giocando una cartina di sigaretta. Aveva finito il tabacco. Viktor era intento a guidare, fissando la strada con i suoi occhi marroni.
Stefan era seduto davanti a lei.
"Qualcuno a sigarette?" chiese Ginger.
"No!" le rispose secco Viktor:"È la quinta volta che lo chiedi!"
Poi aggiunse sottovoce:"Drogata di merda!"
Lei lo sentì e ribattè:"Senti chi parla spacciatore da quattro soldi!"
"La potete smettere?!"la voce di Stefan rimbombò per tutto il van.
The moons. Era questo il nome del loro gruppo. Erano una band un po' strana. Ginger era la bassista. Era in gamba come ragazza ed era pure un'ottima bassista ma la sua infanzia non le permetteva di essere normale. Stava spesso male e il suo rifugio era la droga e il fumo. Viktor era il cantante e il chitarrista. È stato lui a tirare in piedi la band. Lui era un poeta, le canzoni che creava erano poesie e questo lo faceva sembrare più bello di quanto non lo fosse già. Il suo unico problema era l'alcool e il fumo. Stefan era il batterista. Tra i tre era l'unico che aveva la testa a posto e che aveva altri interessi oltre la droga e il fumo. Praticamente era la loro mamma. I soldi per gli strumenti nuovi li dava lui, pagava l'affitto e anche il van era stato pagato da lui.
Suonavano soprattutto nei locali la sera e nelle scuole per ravvivare i noiosissimi balli scolastici che i college organizzavano a fine giugno.
Quella sera avrebbero suonato al Roxy, il bar più popolare a Los Angeles.

"Quanto manca?" si lamentò Ginger, come se fosse una bambina di 5 anni.
"Il tempo che serve." le rispose calmo Stefan. Lei sbuffò.
Verso le 18 arrivarono al Roxy.
"Ben arrivati! Vi stavo aspettando!" esclamò un signore che Ginger presumeva fosse il proprietario.
"Ci scusi ma abbiamo trovato traffico! Sa... il traffico del sabato sera!" disse Stefan, mettendola sull'ironico.
"Scaricate gli strumenti. Il palco è già pronto."
La sera il locale si stava riempiendo piano piano.
"Ragazzi."annunciò Stefan, attirando l'attenzione di Ginger e Viktor.
"Cazzo vuoi?" chiese Viktor, tirando una boccata di fumo addosso a Ginger che sventolò la mano per mandarlo via.
"Questa sera ci sarà un sacco di gente che ci verrà a vedere. Spero che voi siate lucidi e non abbiate fumato troppo. Dopo il concerto vi prego di non andarvene a drogarvi e di non lasciarmi qui come al solito a mettere via i vostri strumenti. Vi prego anche di essere seri durante il concerto. Grazie"
"Contaci che lo facciamo!" rispose Ginger.
Stefan sorrise e si preparò a fare la sua entrata sul palco, seguito da Viktor e infine Ginger. Il bar strabordava dalla quantità di persone ammassate in ogni angolo del locale.
Quando Ginger fece l'attacco della prima canzone, tutti si misero a urlare e a cantare.
Ginger non si trovava bene sul palco. Soffriva di ansia sociale e tutta quella gente la faceva impazzire. Iniziò ad andare avanti e indietro sul palco, continuando a suonare il suo basso. La mente era concentrata sulla musica, ma l'ansia era più forte di lei.
Alla fine del concerto, prese per mano Stefan che di conseguenza prese per mano Viktor e si inchinarono davanti al pubblico del Roxy che quella sera era più grande del solito.
Dopo l'esibizione, Ginger caricò il suo basso nel retro del van e aiutò Stefan a caricare l'amplificatore.
"Dove si è andato a cacciare Viktor?" chiese Stefan arrabbiato mentre chiudeva il bagaglio.
"Che cazzo ne so! Sarà a scoparsi qualche puttana o a drogarsi con degli sconosciuti" gli rispose tranquilla Ginger.
"Io vado a casa. Torni a piedi?" continuò lui.
"Sì sì. Torno dopo."
"Va bene. A domani visto che quando tornerai io dormirò."
Accese la macchina e partì.
Ginger rientrò nel locale, si sedette in un angolo e scrutò le persone che rimanevano.
Stava male. L'ansia sociale in quel momento si faceva sentire e i brutti ricordi riaffioravano. Aveva bisogno di fumare. Così accese una sigaretta e la posò tra le labbra.
Un ragazzo castano le si avvicinò.
"Cosa fa una bella ragazza come te qui da sola?"
"I cazzi miei. Hai droga?"
"Ho una siringa" e gliela porse.
Lei la prese e infilò l'ago all'interno della sua pelle bianca e perfetta.
"Allora?" chiese lui stizzito.
"Allora cosa? Vattene!" ribattè Ginger. Si sentiva meglio e più rilassata.
Andò al bancone e ordinò una Coca Cola. A lei l'alcool faceva schifo. Ogni volta che beveva una birra vomitava.
Il cameriere gliela portò e Ginger la scolò in un sorso. Poi si alzò e uscì dalla porta. Il vento le arrivava in faccia e le spostava i capelli. Ad un certo punto si sentì male. Le faceva male la testa.
"Maledetta droga!" pensò, appena prima di svenire. Poco dopo, un ragazzo dai capelli rossi la sollevò a mo'di sposa e la portò nel suo appartamento.
Arrivato a casa, la adagiò nel suo letto e vegliò su di lei per tutta la notte.

In the name of rock || Duff McKagan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora