•Why 5 boys?!•

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La mattina dopo Ginger aprì gli occhi lentamente. La testa le martellava peggio di un martello pneumatico. Sì guardò intorno e richiuse gli occhi. Ma scattò subito come una molla. Dove cazzo si trovava? Quella non era camera sua! Si alzò di scatto e si guardò allo specchio che si trovava in quella stanza. Aveva gli occhi rossissimi e le davano fastidio. Uscì dalla camera e proseguì lungo un corridoio lungo e stretto. Dalla stanza infondo provenivano delle voci maschili. Ginger ne contò 5. Come faceva a trovarsi in una casa con 5 ragazzi? E poi... perché ragazzi!? Scivolò con la schiena lungo il muro fino a sedersi sul pavimento. Era freddo come lei. Si tappò le orecchie con le mani e prese coraggio.
Entrò e si guardò intorno spaesata.
Sul divano erano seduti due ragazzi biondi e uno coi capelli color carota. Per terra su un cuscino stava un ragazzo dai capelli castani e riccioluti
che gli coprivano gli occhi. Dalla cucina ne uscì un altro. Aveva i capelli corvini e lunghi fino alle spalle.
"E voi chi cazzo siete?" chiese arrabbiata Ginger. Ma come risposta, il biondo alto disse:"Ben svegliata, darling! Dormito bene?"
"Sì effettivamente ho dormito bene. Ma voi 5 potete spiegarmi che cazzo ci faccio qui?"
"Tu eri-"incominciò il biondo alto ma il rosso lo fece tacere.
"Ti ho trovata per strada su un marciapiede ieri notte. Balbettavi una frase di continuo. Dicevi tipo "Vi prego, aiutatemi! Ho bisogno di aiuto!" Così mi hai intenerito e ho deciso di portarti a casa mia."
"Nostra!" appuntò il riccioluto.
"Sì ma la casa è mia!" rispose adirato il rosso.
"Posso sapere i vostri nomi?" chiese Ginger incuriosita da quei ragazzi così strani.
"Io sono Axl." rispose il rosso. Poi aggiunse:"Il biondo alto è Duff, il riccio è Slash, il moro silenzioso si chiama Izzy e l'ultimo che rimane è Steven. Tu come ti chiami?"
"Io sono Ginger. Ma tutti mi chiamano Gin.
"Bel nome!" fece Duff.
"Grazie. Ora vorrei ritornare a casa mia.
"Dove abiti piccola?" chiese Slash, avvicinandosi alla ragazza e prendendole la mano.
"Mollami bestia!" sbraitò lei, scansando il povero ragazzo che finì a ruzzoloni sul pavimento, provocando così una risata generale.
"Abito in periferia. Adesso dove sono?" chiese Gin.
"Nel centro di Los Angeles, darling!" le rispose Duff.
Avuta questa risposta, la ragazza si avviò verso la porta la aprì e, senza neanche un grazie o un arrivederci, se ne andò sbattendo la porta.
"Caratterino la tipa!" obbiettó Axl, tornando nella posizione in cui era prima.
Duff, però, si alzò dal divano e andò verso la porta da cui Ginger era uscita poco fa.
"Duff. Che cazzo ti prende?!" chiese stupito Slash.
"Non posso lasciarla andare così. Io la riaccompagno a casa" rispose l'amico e se ne andò giù per le scale.

Ginger era già per strada con una sigaretta tra le labbra. Camminava in fretta. Voleva allontanarsi il più in veloce possibile da quei 5 ragazzi che le avevano già rovinato la mattina.
Intanto Duff l'aveva raggiunta e l'aveva anche riconosciuta in mezzo alla folla mattutina della domenica.
"Ginger!" la chiamava. Quasi urlava. Quella ragazza l'aveva colpito al cuore come nessun'altra ragazza avesse mai fatto e non voleva lasciarla scappare così. Finalmente la raggiunse.
"Ciao." disse lei, senza neanche guardarlo negli occhi.
"Ciao darling."
"Cosa ci fai qui?"
"Volevo solo stare un po' in compagnia di una ragazza."
"Io credevo che dei ragazzi come voi di ragazze ne abbiamo piene le palle."
"Noi non ci stufiamo mai delle ragazze!" rispose lui.
"Potrei sapere cosa fai nella vita oltre che rompere le palle a me?" chiese un po' stizzita Gin.
"Io suono il basso. Io e gli altri siamo i Guns n'roses. Siamo una band rock alle prime armi."
"Anche io suono il basso!" disse eccitata la ragazza che intanto stava per finire la prima sigaretta di tutta la giornata.
"Ma dai? Sei in qualche band?"
"Sì sfortunatamente. Siamo i tre. I The moons, non so se li hai mai sentiti."
"Se non sbaglio vi ho sentito suonare in qualche locale la settimana scorsa. Ecco dove ti avevo già vista! Mi piacerebbe conoscerti meglio. Potrei sapere un po' la tua storia?"
A quella domanda Ginger si fermò di colpo.
"Ora potresti gentilmente girati e togliere la tua faccia da culo fuori dai coglioni?" chiese secca la ragazza che era evidentemente schizzata a quella domanda. Duff si stupì. Lui aveva fatto solo una semplice domanda! Cosa l'aveva fatta arrabbiare tanto?
"S-scusa. I-io non volevo f-farti arrabbiare!" balbettò il ragazzo.
"T-tieni." continuò lui mostrandole un bigliettino dove, con una bruttissima calligrafia, era scritto l'indirizzo.
"In caso ti servisse."
Era agitato. Non era mai riuscito a parlare con una ragazza tanto bella come Ginger. I capelli rossi brillavano alla luce del sole di L.A e a Duff, Ginger, pareva un angelo caduto dal cielo.
"Grazie" disse Gin, prendendo il biglietto e si allontanò.
Duff rimase lì imbambolato a guardarla allontanarsi e a sognare non si sa cosa con lei. Voleva abbracciarla, la voleva tutta per sé. Sì risvegliò dai suoi sogni quando la pancia iniziò a brontolare.
"Non ho fatto colazione, cazzo!" pensò e andò verso il bar più vicino a comprare un brioche.

In the name of rock || Duff McKagan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora