All'ospedale, Ginger fu subito trasportata d'urgenza in terapia intensiva. Le furono fatte lavande gastriche per togliere i residui di droga finiti nel posto sbagliato e fu ricoverata per tutti quello che aveva nel sangue.
Trovarono cocaina, marjuana e chissà quali altre sostanze sconosciute all'uomo.Intanto Axl era arrivato a casa e Duff, vendendolo tornare senza Ginger, iniziò subito a fargli mille domande.
"Dove cazzo è?" chiese subito il biondo alzandosi dal divano dove sembrava stare anche molto comodo.
"Spero non all'Inferno."
"Non dire puttanate! Dove cazzo è Ginger!"
"Te l'ho detto! Spero non all'Inferno."
"Cosa le è successo?"
"Overdose."
"Cazzo!" disse lui in preda alla disperazione.
"Ho cercato di aiutarla ma l'ho lasciata da sola con la sua testa. E tu sai meglio di me che cosa sta passando quella ragazza!"
Duff non disse nulla. Axl non piangeva. Era troppo orgoglioso per piangere come un bambino.
"Duff. Io-" cercò di dire il rosso.
"Axl! Figlio di puttana! È colpa tua!" e Duff gli saltò addosso e iniziandolo a menare a cazzotti. Axl non cercò di resistere. In fondo aveva ragione. Era tutta colpa sua!
In quel momento intervennero anche Steven e Izzy che separarono i due ragazzi. Duff era più incazzato che mai.
"Brutto figlio di una troia! Io ti ammazzo! Giuro su Dio che se è morta ti ci spedisco io all'Inferno! Axl! Mi senti?! Hai rotto il cazzo! E tu Izzy mollami!" sbraitò Michael, liberandosi dalla mano di Izzy. Il biondo uscì sbattendo la porta che fece tremare tutto l'appartamento.Ginger non si svegliava. I medici provarono di tutto. Ma lei sembrava immersa in un sonno profondo ed eterno. Così decisero di lasciarla sola. Magari durante il giorno si sarebbe svegliata.
Duff stava arrivando all'ospedale dove avevano curato la rossa la prima volta sperando che sia nello stesso ospedale. Entrò e chiese informazioni a una bella ragazza dietro alle casse.
"Buona sera. Come posso esserle utile?" chiese lei.
"Salve. Sono un'amico di una certa Ginger che, se non erro, hanno portato qui questa notte. È una ragazza coi capelli rosso fuoco che ieri sera è andata in overdose."
"Sì, eccola. L'hanno portata in terapia intensiva sperando si svegli presto. Le hanno fatto una lavanda gastrica e stanno aspettando il suo risveglio."
"È possibile andarla a trovare?"
"Aspetti che chiedo al capo." e, detto questo, alzò la cornetta. Dopo qualche minuto, Duff ebbe la sua risposta.
"Se sta attento può andare su. Stanza numero 65, primo piano. L'ascensore è qua a destra."
"Grazie mille. Buona serata."
Io biondo seguì le istruzioni della ragazza e arrivò alla stanza 65.
Entrò e trovò Ginger distesa nel letto che dormiva. Era bellissima anche con tutti quei tubicini nel corpo. Rimaneva sempre la stessa ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi. Duff prese una sedia e si sedette al bordo del letto. Iniziò a parlare consapevole che tanto lei non lo sentiva.
"Ehi darling! Sono Michael. Ho saputo da Axl cosa ti è successo. Mi dispiace tanto per te.
Siamo degli stronzi. Tutti. Compreso me. Nessuno riesce a capire come ti senti veramente e questo dà fastidio. Forse neanche Axl capisce. Perché hai scelto proprio noi? Lo sai anche tu che nessuno può aiutarti. Perché resti con noi? In questi mesi ho capito che tu non sei fatta per stare qui. Troppi traumi, troppi ricordi. Non ti fanno stare bene! Allora io e i ragazzi abbiamo comprato una casa tutta per te a Seattle. Ricomincerai una vita nuova e noi usciremo per sempre dai tuoi pensieri. Nessuno di noi ti verrà a trovare. Men che meno Viktor.
Axl l'ho sistemato io. Che figlio di puttana quel ragazzo! Un disastro vivente! Ma è tutto sistemato. Ora è meglio che vada altrimenti mi cacciano fuori a calci!"
Duff si alzò e lasciò che Ginger riposasse. Sperava con tutto il cuore che quello non fosse un addio ma un arrivederci. Uscì dalla stanza e si girò a guardare quella fantastica ragazza.
In quel momento Ginger mosse un dito. Michael se ne accorse e andò subito a cercare un medico. Corse per tutti i corridoi che trovò finchè non si imbattè nella ragazza che lo aveva
fatto entrare.
"Signorina! Signorina!" le gridò il biondo da in fondo alla corsia. La ragazza si girò e guardò Duff stupita di rivederlo.
"Mi dica ragazzo. È successo qualcosa?"
"Ginger, quella della stanza 65 che sono andato a trovare, ha mosso un dito! Credo si stia svegliando! Stavo andando a cercare un medico."
"Che bella notizia! Chiamo subito qualcuno." disse lei e andò nella sala dove tutti i medici, i chirurghi e il personale che lavorava lì andavano a prendere il caffè. Duff sentì la ragazza parlare con qualcuno. Un uomo alto, paffuto, con un paio di baffi e quasi pelato uscì correndo dalla sala seguito da un altro medico più giovane e dalla ragazza. Tutti sembravano in grande agitazione. Si accesero un sacco di luci in tutto l'ospedale.
Duff non capiva più niente. Gli avevano detto di andare in sala d'attesa, poi di andare da Ginger a vedere come stava e poi di andare a casa e venire domani. Ma Duff decise di rimanere a fianco della rossa.
"Mi dispiace ma è stato un falso allarme." gli riferì il medico coi baffi dopo alcuni accertamenti.
Poi quello giovane aggiunse: "Passeranno almeno due giorni prima che si risvegli."
"Sperando si risvegli" pensò Duff. Ringraziò entrambi i medici e la ragazza e uscì dall'ospedale. Tornando verso casa incontrò Slash che tornava da una delle sue solite
scappatelle notturne da qualche ragazza allegra e vogliosa.
"Duff! Che cazzo ci fai qui?" chiese Slash affiancandolo.
"Torno dall'ospedale."
"Cosa è successo questa volta? Axl è svenuto per aver bevuto troppo?"
"Non questa volta. Si tratta di Ginger. Overdose."
"Oh merda. Mi dispiace molto. Come sta ora?"
"Prima stava sicuramente meglio. Questo conferma che più sta lontana da noi e meno si sente male. Abbiamo fatto bene a comprarle quella casa. Tra due giorni dovrebbe svegliarsi, se tutto va bene ovviamente. Nel peggiore dei casi, avremo due funerali da celebrare."
"L'altro chi è?" chiese Slash che ovviamente, non conoscendo Stefan, non era stato avvisato.
"Un amico di Ginger. Morto anche lui di overdose ieri sera. C'è il funerale tra due giorni ma Ginger non parteciperà anche se si fosse svegliata e stesse bene."
"Mi sembra giusto." rispose il riccioluto.
Andarono insieme verso casa. Ormai erano le 4 di mattina. Entrati in casa, trovarono i ragazzi addormentati sul divano con bottiglie di alcool per tutta la stanza. Slash prese Steven e lo svegliò a schiaffi e fece lo stesso con Izzy. Axl non c'era ma ormai si erano fatti l'abitudine di lasciarlo andare. Steven si mise a sedere lamentandosi con Slash delle maniere brusche che aveva per svegliarlo.
"Come fate a dormire in una situazione del genere?" sbroccò Duff.
"Come sta Gin?" chiese Steven.
"Di sicuro stava meglio prima!" rispose Slash che aveva seguito attentamente il discorso che il biondo gli aveva fatto prima.
"Tra due giorni andiamo a trovarla tutti insieme! Magari si è svegliata!" propose Izzy.
"Va bene." dissero tutti in coro. Ma era un coro triste.
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In the name of rock || Duff McKagan
Hayran KurguLei la ex bassista di un gruppo rock con problemi di droga, fumo e autolesionismo. Lui il bassista di una band che durante gli anni '80 sfonderà le classifiche mondiali del rock... Amori, lacrime, droga e, soprattutto, una buona dose di rock, porter...