•Suicide•

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La strada era affollata. Le macchine passavano veloci, i taxi correvano contro il tempo per arrivare in orario per i passeggeri, le biciclette facevano slalom tra i passanti sui marciapiedi.
Ginger stava male. Non si era mai sentita peggio di come lo fosse in quel momento. Voleva sfogarsi, prendere a pugni qualcosa, parlare con qualcuno, urlare in silenzio in una doccia. Voleva fumare, drogasi fino alla morte.
Arrivò davanti a casa dei ragazzi. Bussò. Nessuno rispose.
"Merda!" pensò Gin, tirando un calcio alla porta. Controllò nella borsa di non avere una chiave di riserva. Rovistò nel caos che regnava in quella borsetta e, sul fondo, ci trovò la chiave che Duff le aveva dato quella mattina. Infilò la chiave nella toppa e la porta si aprì con un CLIC.
Entrata, lanciò la borsa sul divano e si diresse verso il bagno. Si sedette sulla tavoletta del water e tirò fuori da un cassetto una lametta. Restò lì, seduta, a guardare la lametta splendere e a specchiarcisi dentro. Era affilata.
In quel momento i ragazzi entrarono in casa e la prima cosa che sentirono fu un urlo spaventoso. Un rivo di sangue iniziò a scorrere lungo il corridoio. Duff corse subito verso la porta ma era chiusa a chiave. Andò nel panico.
"Ginger! Apri!" iniziò a gridare in preda alla disperazione. Ma lei non rispondeva. Il sangue si faceva sempre di più.
"Slash! Dammi una mano a sfondare questa fottutissima porta!" ordinò al riccioluto.
Un attimo dopo la porta era a terra. Duff crollò al suolo e si coprì la faccia con le mani. La scena che trovò era spaventosa, degna di un film horror. Ginger era distesa sul pavimento, la lametta ancora stretta in mano, il polso con un profondo taglio e la faccia coperta di lacrime. Axl le si avvicinò di corsa, le sollevò il polso sano e lo tastò.
"È ancora viva!" annunciò.
"Dobbiamo portarla all'ospedale!" si allarmò Duff: "Aiutatemi a caricarla in macchina! Izzy, renditi utile e prendi le garze dall'armadio e fasciale il polso."
Izzy obbedì senza riflettere.
La caricarono in macchina e si diressero verso l'ospedale più vicino.
"Medico! Abbiamo un caso da codice rosso! La prego mi ascolti! C'è una ragazza sanguinante con il polso tagliato nella mia auto!"
"Cosa aspettate! Portatela dentro!"
Duff non se lo fece ripetere due volte. Si precipitò in macchina seguito fa due infermieri con una barella e caricarono il corpo sanguinante di Ginger.
"Portatela nell'aula 137. Arrivò subito"
I ragazzi seguirono gli infermieri e si sedettero nella sala d'aspetto. Erano disperati. Videro entrare il medico nella stanza e iniziare a parlare con l'infermiere a destra.
Circa un'ora dopo il dottore uscì dalla stanza.
"Come sta?" chiese Duff, scattando si dalla sedia come una molla.
"È una vostra amica? Siete stati fortunati! L'arma usata ha sfiorato la vena. Siete stati pronti a portarla qua!
Si riprenderà presto ma dovrà stare in ospedale per un paio di giorni. Potete assisterla se volete."
"Grazie mille." rispose Duff, accennando in piccolo sorriso.
"Sapete cosa l'ha portata a questo?" chiese il medico, rivolto a tutti i ragazzi.
"No. Noi non sappiamo niente. Siamo attivati a casa e lei era per terra, con una lametta vicino alla sua mano e..." Duff stava per piangere. Steven gli si avvicinò e lo abbracciò. Duff ricambiò e nascose la faccia nei ricci biondi dell'amico. Sembravamo dei duri ma in fondo in fondo avevano bisogno di affetto anche loro.
La sala d'aspetto si svuotò verso le 20:00. Gli unici rimasti erano Duff, Axl e Izzy. Slash e Steven erano tornati a casa stanchi di aspettare che Ginger di svegliasse.
Izzy era seduto composto sulla sua sedia e fissava incantato un punto nell'aria. Axl era disteso su 3 sedie con occhi assenti. L'unico in piedi era Duff che non si era mai staccato dal vetro. Stava pensando a come sarebbe stata la sua vita se Ginger fosse morta. Pensava che sarebbe finita anche la sua. Ma proprio in quel momento Ginger aprì gli occhi lentamente e si guardò attorno. Il polso fasciato per bene con due punti nel braccio per chiudere la ferita, la testa fasciata anch'essa per la botta che aveva preso cadendo.
"Darling! Come stai?"
"Come una che ha appena tentato di suicidarsi con una lametta."
"Certo che anche da stordita sai essere spiritosa." rispose Duff, lasciandole un caldo bacio sulla fronte.
Ginger accennò una smorfia a quella affermazione.
"Hai fame?" chiese prontamente Axl.
"In realtà sto morendo di fame!"
"Vado giù al bar a prenderti una brioche. Preferenze?"
"Pistacchio."
Axl sparì dietro la porta.

In the name of rock || Duff McKagan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora