•Holiday?•

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"Sai tu di cosa hai bisogno? Di una vacanza!"
Gin rimase sorpresa dalla risposta di Izzy.
"Di una vacanza?"
"Esatto. Duff che ne pensi?"
Duff alzò lo sguardo verso la faccia pallida di Ginger, poi lo spostò su Izzy.
"Sì. Effettivamente hai bisogno di una bella vacanza. Miami?" propose Duff.
Izzy sgranò gli occhi.
"Tu sei pazzo! Miami? Dove li troviamo tutti quei soldi!" saltò su il moro.
"Magari lavorando?" ribattè il biondo.
"Ah sì? Chi lavora in questa gabbia di matti? Se non sbaglio è il sottoscritto! Chi paga l'affitto? Chi compra il cibo? Chi cucina? Chi guadagna qualcosa? In questa cazzo di band quello che si fa il culo mi sa che è solo il sottoscritto perché gli altri sono impegnati a strafarsi, a fumare e a scolarsi bottiglie di vodka alla pesca!" urlò Izzy contro a Duff che gli tappò la bocca con una mano. Si era accorto di Ginger. Era ancora avvolta nel bianco lenzuolo del letto dell'ospedale, stava accoccolata sul cuscino, le mani sull'orecchie, gli occhi chiusi e i denti serrati. Singhiozzava, come se da un momento all'altro potesse scoppiare, di punto in bianco, in un pianto.
Duff si avvicinò a lei, le si sedette vicino e le mise le braccia intorno al collo. Ginger si accoccolò vicino a lui, ascoltando il battito del suo cuore. Era regolare e calmo.
"B-bhe. Se volete posso cercare io di guadagnare qualche soldo." disse Ginger.
In quel momento entrò nella stanza Axl con in mano un sacchetto contenente una brioche al pistacchio ancora calda. Quando vide Ginger vicino a Duff, mollò il sacchetto che cadde per terra, si avvicinò minaccioso al biondo e lo spostò da dove era seduto. Izzy raccolse la brioche e la porse a Ginger. La rossa la prese e l'addentò come se non mangiasse da una vita. La crema era bollente e si ustionò il palato ma non ci fece molto caso. Continuò a mangiare sotto l'attento sguardo di Izzy che intanto cercò di separare Axl e Duff che, tanto per cambiare, si erano messi a litigare. Fortunatamente Gin era persa nei suoi pensieri e non sentì tutti gli insulti che volavano tra i due ragazzi.
Stava pensando alla grande cazzata che aveva fatto, al perché vicino a Duff si sentiva protetta e sicura, al perché aveva tentato di togliersi la vita. Non si ricordava niente di tutto quello che era successo. La caduta aveva provocato una leggera perdita di memoria che però le sarebbe tornata tra qualche giorno. Si ricordava solo i nomi di quei 5 ragazzi che l'avevano accolta nonostante i suoi problemi.
Finita la colazione, appallottolò il sacchetto e lo gettò nel cestino in fondo alla stanza con un perfetto canestro.
Axl e Duff avevano smesso di litigare o meglio, Izzy aveva fatto smettere i due di litigare.
Duff si distese affianco a Ginger e iniziò ad accarezzarle i morbidi capelli. Axl fece lo stesso, sdraiandosi dall'altra parte. Si vedeva lontano un miglio che era geloso del biondo, anzi, gelosissimo!
Verso le 22 si addormentarono tutti, i due sul letto e Izzy su una sedia. Ginger non riuscì ad addormentarsi. Sentiva il respiro calmo di Duff, la sua mano sui capelli della rossa e la sua faccia appoggiata al petto di Gin. Dall'altra parte c'era Axl che dormiva come un bambino.
Ginger alzò la testa e guardò per aria. Si sentiva bene vicino a Duff. Le dava una strana sensazione di protezione e di amore che aveva provato solo con sua nonna da piccola. Così abbracciò il biondo, chiuse gli occhi e si addormentó profondamente, con ancora il sapore di pistacchio in bocca.
La mattina dopo sì risvegliò da sola.
Si guardò intorno ma non vide nessuno. Possibile che se lo fosse sognato? No, non poteva essere. Si mise a sedere, allungò lo sguardo e vide nel cestino la carta della brioche che aveva mangiato la sera prima.
In quel momento la porta si aprì ed entrò un'infermiera con in mano un vassoio su cui era appoggiata una tazza di porcellana, un piatto di biscotti e una teiera anch'essa di porcellana
"Buongiorno signorina." le disse, appoggiando delicatamente il vassoio sulla sedia accanto al letto.
"Dormito bene?" continuò lei.
"Sì, grazie."
L'infermiera prese la teiera e versò del thè caldo all'interno della tazza. Poi porse il vassoio a Ginger che iniziò a sorseggiare la bevanda.
"Buon appetito. Il medico passerà presto." le disse l'infermiera, aprendo la porta e uscendo dalla stanza.
Nella camera cadde un silenzio di tomba. Ginger stava bene in quel silenzio. Poteva pensare, creare nuove melodie nella sua mente, riposare il cervello e ragionare sulla vita. Cosa le avrebbe detto il medico? Poteva tornare da Duff e gli altri? O doveva rimanere in quel posto per giorni?
Il medico arrivò. Entrò nella stanza, preparò tutti gli strumenti per visitarla e chiese:"Cosa ti è successo?"
"Niente perché?"
"Perché hai tentato di suicidarti?"
"Io.. Io.. Non lo so!" rispose Ginger:"È successo tutto così in fretta. Un taglio al polso e mi sono ritrovata qui. Non ricordo niente di quello che è successo prima!"
"Ne è proprio sicura? Non vorrebbe parlarne con uno psicologo?"
"Sono sicura."
Il medico accettò la risposta e iniziò a visitarla. Le tolse la fascia dal polso, rivelando un taglio cucito con tre punti. Non le faceva più male.
Finita la visita il medico diede la buona notizia: Gin poteva tornare a casa.

In the name of rock || Duff McKagan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora