•Looking for a job•

26 1 0
                                    

Uscita dall'ospedale, la ragazza corse verso la prima cabina telefonica che c'era ed entrò.
Digitò il numero di casa Rose e aspetto che iniziasse a squillare.
-Tut.... Tut.... Tut....-
"Cazzo! Rispondete!" pensò arrabbiata Ginger, dando una manata all'apparecchio telefonico.
Riattaccò e per sbaglio le partì una bestemmia.
Uscì arrabbiata e si avviò lunghi passi verso la casa dei ragazzi.
La gente era tanta per strada. Ginger camminava con le mani nelle tasche, con aria noncurante. Cercava di evitare più possibile la persone che la circondavano: non voleva avere un'attacco di panico proprio in mezzo a tutti. Avere gli occhi puntati addosso le dava talmente fastidio che molto spesso camminava con la faccia bassa, guardando le scarpe che camminavano veloci sul marciapiede.
Spesso, la notte, pensava a cosa era lei quando nessuno la guardava. Forse se avesse un ragazzo, si sentirebbe qualcuno ogni singolo momento.
Stava passando davanti al negozio di strumenti quando il suo sguardo fu attratto da una cosa in vetrina. Alzò il capo e si appiccicò al vetro come fanno i bambini davanti alla vetrina di un negozio di caramelle.
"Un Fender Vintera! Sei fantastico! Prima o poi sarai mio!" pensava Gin.
Si staccò dalla vetrina solo quando un ragazzo la urtò, facendola cadere a terra.
"Cazzo! Fai attenzione!"
"Scusa!" rispose lui in modo poco educato.
"Da oggi l'educazione è diventata un optional?"
"Saresti tu che deve chiedere scusa! Eri tu sulla mia strada!" rispose il ragazzo, visibilmente arrabbiato.
"Adesso ero io che ero in mezzo. Guarda dove vai te invece!"
"Ma fanculo!" disse lui.
Ginger si alzò, sistemo la maglia, si tolse un po' di polvere dai pantaloni e guardò il ragazzo con aria di sfida.
"Prova a ripeterlo! Se hai il coraggio!"
"Vaffanculo!"
Ginger non resistè. In una frazione di secondo, il suo pugno finì dritto dritto in faccia al ragazzo. Tutto accadde così in fretta. Lui si massaggiò il naso sanguinante , la guardò con aria di sfida e se ne andò dicendole:- Non finisce qui, rossa!
Dal canto suo, Ginger, alzò il terzo dito e proseguì per la sua strada.
Camminava veloce, sperando di non incontrare altri ragazzi come quello a cui aveva tirato un pugno. Ad un certo punto, passò davanti a una bacheca con affisso un foglio. Gin ci passò vicino non curante ma poi si fermò di colpo. Alzò la testa, fece due passi indietro e lesse.

ANNUNCIO
Cercasi cameriera al bar Roxy. Anche senza esperienza.
Se interessati chiamare il
085 39 56 294

Gin strappò il foglio dalla bacheca. Era la sua occasione. Con un sorriso stampato sul volto, si diresse verso la cabina telefonica. Entrò, alzò la cornetta e digitò il numero.
-Pronto?- chiese una voce.
-Salve. Chiamo per il posto da cameriera. È ancora disponibile?
-Certo. Se riesce a venire qua stasera verso le 21:00 può iniziare anche oggi.
-Grazie mille.- rispose Ginger e riattaccò.
Era il giorno più fortunato della sua vita. Uscì e andò di corsa verso la casa dei ragazzi.
Arrivò di corsa davanti alla porta di casa e bussò.
Arrivò ad aprirgli Duff che, istintivamente, l'abbracciò ma Gin si staccò subito.
"Cos'hai?" gli chiese il biondo.
"Quando chiamo vorrei che qualcuno mi rispondesse.
"Scusa. Oggi in non ero in casa e gli altri sono in garage da questa mattina. Comunque, ti hanno dimessa vedo.
"Sì. Hanno detto che per un po' non devo fumare. Io non ci riesco! Hai una sigaretta?
"Ma-"
"Ma un cazzo! Dammela e basta!"
Duff esitò ma lei gliela strappò di mano, gli rubò lo Zippo dalla tasca senza che lui se ne accorgesse, l'accese e se andò verso la camera in cui si era svegliata la prima mattina che, poi, era la camera di Axl. Dormivano insieme e condividevano lo stesso letto e a Duff questo faceva molto ingelosire. Il rosso avrebbe potuto dormire con tutte le ragazze che vuole sempre mentre lui era sempre solo. Perché allora Gin non poteva dormire con lui? Forse perché a lei piaceva palesemente Axl?
Dal canto suo, Duff, uscì di casa, chiuse la porta e andò verso la sala prove, situata nel garage vuoto ed enorme che si trovava vicino a casa loro.
Intanto Gin si stava preparando per quella sera. Non fisicamente, cioè scegliendo gli abiti, ma psicologicamente. Il Roxy era uno dei bar più affollati di L.A. e lei in mezzo alla gente stava male. Pensava a una possibile soluzione a questo problema ma non le veniva in mente niente.
Così si alzò, andò all'armadio, lo aprì e prese il primo zaino che le capitò sotto mano e lo riempì con la scorta di sigarette che si portava sempre dietro. Poi le venne un lampo: i ragazzi non sapevano nulla di questo lavoro! Avrebbe dovuto dirglielo? Forse era la cosa migliore.
Si affrettò a uscire di casa e si avviò di corsa verso il garage. Spalancò la porta e urlò:" Alla faccia vostra! Ho una lavoro!"
Subito Axl smise di cantare, Slash si fermò, a Steven cadde una bacchetta e Izzy spalancò la bocca.
"Izzy! Chiudi la bocca, non sei ancora un pesce lesso!" lo schernì Gin, ironicamente.
L'unico che rimase impassibile fu Duff. Non ebbe alcuna reazione. Si limitò a sorridere.
"Ma è fantastico!" gridò improvvisamente Axl.
"Così Izzy non si dovrà più lamentare di dover lavorare sempre lui!" aggiunse Slash entusiasta.
"Dove lavorerai?" chiese Steven, alzandosi di scatto e andando ad abbracciarla.
"Al Roxy." rispose lei.
"Al Roxy?!" chiesero tutti, quasi urlando.
"Sì perché?"
"Non lo sai? È uno dei locali più rock di L.A.! È sogno per una qualsiasi rock band emergente e tu ci lavori! Forse abbiamo un'opportunità per suonare lì!" spiegò Duff, con il tono più tranquillo che Ginger avesse mai sentito nella sua breve vita.
"Quando inizi a lavorare?" chiese Axl.
"Questa stessa sera."
"Quindi chi cucina questa sera?" chiese Steven, quasi triste: "A me quello che cucina Izzy non piace!" continuò.
"Sempre a pensare a mangiare te!" rispose Ginger ironicamente.
"Ma a questo avevo già pensato!" continuò lei: "Vi preparerò una pasta che mangerete a cena. Vaso subito a farla. Come vanno le prove?"
"Bene. Abbiamo creato una fantastica canzone d'amore che secondo me è un CAPOLAVORO! Si chiama Sweet child o'mine. Vuoi sentirla?" chiese il rosso.
"Mi piacerebbe molto ma non ho tempo. Ora devo tornare a casa e farvi cena e poi sono quasi le 21 e dovrei andare a lavorare. Sapete è la prima sera e vorrei fare una bella impressione." e detto questo, Ginger si avvicinò ad Axl e gli schioccò un bacio sulla guancia. La faccia del ragazzo divenne dello stesso colore dei capelli.
Duff guardò tutto con attenzione, studiando ogni singolo movimento di Gin e pregando Dio che non si stia innamorando di Axl.
Così Ginger uscì dal garage e andò verso casa.

In the name of rock || Duff McKagan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora