Passarono 2 mesi.
Ginger era felice e lavorava. Guadagnava parecchio e si era comprata anche il basso tanto voluto. Aveva ripreso in mano il suo strumento e la sera organizzava serate al Roxy in cui intratteneva gli ospiti suonando. I ragazzi avevano iniziato un album che di lì a poco l'avrebbero pubblicato. Axl stava bene e sfornava canzoni come pane. Duff e gli altri componevano assoli per i testi che il rosso scriveva. Nessuno però sapeva ancora del testo che Ginger aveva intitolato "You could be mine". Stava ancora nascosto tra il suo intimo in un cassetto.
Cosa poteva andare peggio?
Una mattina qualcuno bussò alla porta.
L'unica che si svegliò fu Ginger e così decise di andar ad aprire. Sì liberò dal braccio di Axl che il ragazzo aveva appoggiato sulla vita esile della rossa, spostò lentamente le coperte, mise una maglia a caso e un paio di pantaloni larghissimi e andò ad aprire. Rimase a bocca aperta.
Davanti a lei c'era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere: Viktor.
"Ehi!" disse il ragazzo.
"Come mi hai trovata?" chiese Ginger un po' arrabbiata.
"Stefan mi ha detto dove abitavi."
"Cosa vuoi?"
"Stefan è..."
"È...."
"Stefan è morto."
Ginger si immobilizzò. Non riusciva a piangere dallo shock. Era come se il mondo fosse diventato molto più triste e brutto di come non lo era già.
Ginger non riusciva a capacitarsi che il suo migliore amico fosse morto e lei non fosse stata lì con lui sul letto di morte.
"Come è successo?" chiese poi la rossa.
"Overdose, ieri sera. L'ho trovato senza vita vicino a un cassonetto della spazzatura nelle vicinanze del Roxy. Quando l'ho trovato era già morto. Non sono riuscito a fare niente."
Lei voleva dire qualcosa ma qualcosa le impediva di parlare.
L'unica cosa che riuscì a dire fu: "Quando il funerale?"
"Tra due giorni"
"Ha lasciato qualcosa? Non so, un biglietto, una lettera?"
"Non so. Se vuoi controllo."
"No, vado io. Preferisco. Allora, arrivederci. Ci vediamo tra due giorni."
"Arrivederci." rispose Viktor, appoggiando lo skateboard a terra e partendo veloce.
Ginger rientrò in casa e si buttò sul divano. Era a pezzi.
"Che stupida che sono stata! Proprio un'amica del cazzo! Avrei dovuto aiutarlo quando ero con lui! Farlo stare qui da me, allontanarlo dalla droga! Ma sono una fottutissima egoista e so pensare solo a me stessa! Ora è troppo tardi per aiutalo! Non lo rivedrò mai più! Non l'ho neanche abbracciato! Potevo almeno dirgli addio!" pensava mentre le lacrime iniziavano a scorrere veloci sul suo viso. Nessuno si era ancora svegliato in quella casa. Ginger era tentata a fare i bagagli e andarsene in un'altra città, cambiare nome, identità, darsi allo studio, laurearsi in lingue e diventare interprete per qualche grande azienda di discografia.
Verso le 9 di mattina, la rossa sentì i primi movimenti dalla camera di Axl. Si asciugò le lacrime velocemente, si alzò e andò verso il bagno chiudendosi dentro.
Il rosso tentò di aprire la porta del bagno ma non ci riuscì.
"Gin, ci sei tu? Tutto bene?"
"Sì, sì. Stai tranquillo, tutto bene."
"Hai dormito?"
"Sì grazie."
"Ti preparo qualcosa da mangiare."
"No grazie. Non ho fame."
"Non era una domanda!" rispose Axl ridendo. Ginger sentì il ragazzo allontanarsi. Era salva. Per questa volta. Nessuno le avrebbe chiesto perché piangesse. Però un pensiero le passò per la testa: Duff e Axl avevano conosciuto, anche se per poco, Stefan. Doveva dirglielo? Ginger si convinse che fosse la cosa migliore da fare.
Uscì dal bagno e andò in cucina. Axl stava preparando qualcosa che Ginger non riuscì a capire. Forse erano pancake ma erano talmente bruciati che potevano essere qualsiasi cosa!
"Ben arrivata, honey. Ti ho preparato i pancakes!"
E dopo darling adesso ci si metteva anche Axl a chiamarla honey!
Ma non disse nulla.
"Grazie ma passo volentieri."
"Perché? Non ti piacciono?"
"Mi sembrano un po' bruciati!"
"Lo so ma lì ho fatti io. Assaggiali almeno!"
"Va bene."
Ginger prese un piatto e una forchetta, con una spatola alzò il 'pancake' dalla padella e lo mise nel piatto. Ci versò sopra un quintale di cioccolato fuso così da camuffare il sapore amaro del bruciato. Tentò inutilmente di grattare col coltello il nero del dolce.
Axl si sedette al tavolino con lei, anche lui mangiando con gusto quello che aveva preparato.
"Allora." cominciò Ginger.
"Sì?" chiese il rosso con la bocca piena.
"Te lo ricordi Stefan? Quello che è passato mentre tu e un'altra stavate facendo sesso, circa due mesi fa."
"Certo che me li ricordo. Ogni tanto lo incontravo al supermercato, eravamo diventati quasi amici. Perché, è successo qualcosa?"
"Ecco. Viktor, l'altro ragazzo che suonava con me, è venuto questa mattina e mi ha detto che ha trovato il corpo di Stefan morto vicino a un cassonetto presso il Roxy. Non è riuscito a salvarlo. Chissà a quanto tempo era là!"
"Oddio! Mi spiace!" disse Axl. Poi chiese: "Ha lasciato qualche biglietto d'addio, qualche lettera?"
"È la stessa domanda che ho fatto io. Viktor non era andato a controllare e ho deciso che andrò io a casa di Stef a dare un'occhiata in giro visto che Viktor è scemo e rincoglionito."
"Però è stato gentile a venire ad avvertirti che il tuo migliore amico è morto! Piuttosto che scoprirlo dalla radio o da Rolling Stone."
"Ma chi cazzo legge ancora quella merda?"
"Così mi offendi! Quella "merda" è una delle riviste più vendute a Los Angeles! Io ne ho una collezione intera in camera! Non l'hai mai vista?"
"No e non ho intenzione di vederla! Oggi non sto bene! E per favore, adesso lasciami stare che ho da fare!"
"Vuoi che ti accompagni a casa di Stefan?" chiese Axl, cercando di essere più dolce possibile.
"No, grazie. Preferisco andare da sola. Non vorrei che tu ti fermassi con qualche ragazzina allegra che vede il tuo pacco e abbia voglia di scartarlo."
Axl si alzò, le si avvicinò e le afferrò delicatamente i fianchi.
Poi le sussurrò: "Honey, non è provi qualcosa per me?"
Ginger rabbrividì.
"No, penso che tu sia carino ma troppo stronzo per avere una relazione con te."
"Però ammetti che mi trovi bello!"
"Ho detto carino, non bello! E ora lasciami che vado a cambiarmi. Quando si sveglia Duff, raccontagli tutto. Un'altra cosa, no aspettatemi a pranzo, non penso tornerò."
Detto questo, andò in camera e indossò le cose più rovinate che aveva.
Axl la osservava con la coda dell'occhio. Aveva intravisto il seno scoperto e le unghie gambe di Ginger. Pensava non ci fosse cosa migliore di quella ragazza! Così gli venne un idea per sollevarle il morale: comprare due biglietti per 'Ritorno al futuro' e portarla al cinema e a mangiare la pizza. Magari solo loro due, senza i ragazzi.
Intanto Ginger era pronta e uscì di casa senza neanche salutare.
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In the name of rock || Duff McKagan
FanfictionLei la ex bassista di un gruppo rock con problemi di droga, fumo e autolesionismo. Lui il bassista di una band che durante gli anni '80 sfonderà le classifiche mondiali del rock... Amori, lacrime, droga e, soprattutto, una buona dose di rock, porter...