Un nuovo inizio

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Per un attimo non sentii nulla, come se fossi un corpo senza peso che vagava indisturbato nello spazio, poi...

-Ti amo-

Percepii due braccia forti che mi stringevano con delicatezza, il calore umano che mi avvolgeva e una sola calda lacrima che si poggiava sul mio viso a pochi centimetri dall'occhio sinistro. Aprii gli occhi e incrociai quelli che credevo non avrei visto mai più, erano chiusi e bagnati, illuminati dalla luce dell'alba che dopo la notte più buia tornava a illuminare la vita di coloro che ce l'avevano fatta. Strinsi la sua mano con la poca forza che avevo, in un attimo spalancò gli occhi che alla luce del sole si tinsero d'ambra, fissò lo sguardo sul mio viso senza riuscire a dire una parola.

-Ti amo anch'io- sussurrai.

E quella sarebbe stata l'ultima volta in cui gli avrei detto quelle parole subito dopo aver scampato un pericolo, il più grande della nostra vita.

Tutto ciò che ne seguì? Beh, successero tante cose, la prima che ricordo fu la felicità sul volto di Edmund che mi baciò d'impulso, poi però entrammo nella Sala Grande, quella che una volta era la Sala Grande, e vedemmo tanti eroi coraggiosi che avevano dato la vita per un bene superiore e tanti volti stanchi che fissavano quelli ormai sereni. Corsi ad abbracciare i miei genitori e i miei fratelli che non vedevo dalla sera prima, avevano combattuto anche loro, ma durante tutta la battaglia non avevo avuto notizie di nessuno. Audrey non sembrò minimamente turbata dalla sconfitta della Strega Bianca, sebbene fosse sua madre.

-Oh, la mia bambina, la mia adorata bambina!- esclamò mia madre quando poté riabbracciarmi.

Mio padre poi indicò qualcuno dietro di me. Mi voltai e vidi Apollo, affiancato da Will e... Eris. Corsi ad abbracciare mia sorella, cosa che non credevo avrei mai fatto, e cosa ancor più sorprendente, lei abbracciò me.

-Io non merito un abbraccio?- chiese Will e abbracciai anche lui e mio padre.

-Che ne dici di diventare Capocabina al Campo?- mi domandò mio fratello mentre ancora mi stringeva a sé.

-Io? Capocabina?- domandai sorpresa scostandomi da lui.

-Certo, sei perfetta per questo ruolo. Hai tutti i talenti di papà, la musica, la medicina, il tiro con l'arco e sai anche controllare la luce. Inoltre qui sei la più potente, del resto sei la figlia di un dio e di una semidea- rispose Will.

-Ma se non ho mai nemmeno condotto un'impresa!-

-No, infatti, hai condotto una guerra-

-E tu che farai?-

-Sarò il tuo vice se mi vorrai-

-Ti ringrazio, davvero, ma il mio posto è qui. Non posso lasciare la mia famiglia, Hogwarts e tutto ciò che ho in Inghilterra. Sono una semidea, ma il mio posto non è al Campo Mezzosangue-

Will mi guardò forse un po' deluso, ma sorrise, perché capiva ciò che intendevo.

-Io non posso trasferirmi in America e diventare Capocabina, ma tu sì-

Mi abbracciò di nuovo e dopo qualche giorno i semidei ripartirono esattamente come erano arrivati due anni prima, quando tutto era cominciato.

-Voglio essere una persona migliore, voglio cambiare ed essere degna di essere tua sorella- disse Eris in quel momento.

-Lo sei sempre stata- risposi. -Solo che non lo sapevi-

E dopo quella notte la nostra famiglia si allargò, tenendo sempre vivo il ricordo di coloro che ne avevano fatto parte per molto tempo e che ora non c'erano più. Anche i Pevensie ebbero una sorella in più e un fratello in meno. Sebbene ai bambini fosse stato vietato di allontanarsi da casa, i piccoli coraggiosi erano arrivati a Hogwarts e uno di loro non ce l'aveva fatta. Josie rimase con la sua nuova famiglia e Lucas venne sempre ricordato come un fratello.

I Due Lati Del GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora