"...La bimba sarà baciata dal Sole..."

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Quando riaprii gli occhi mi ritrovai stesa a pancia in giù in un immenso prato, i fiocchi di neve avevano smesso di vorticare intorno a me e quella sensazione di gelo che mi attanagliava il cuore era svanita. Mi misi a sedere e vidi i semidei, i Pevensie e mia sorella Audrey nelle mie stesse condizioni.

-Dove ci hai portati?- chiese Edmund confuso.

-Non lo so, non sono stata io- risposi.

-Infatti-

La voce che sentimmo proveniva da dietro di me ed era orribilmente familiare. Mi voltai e vidi la strega dai lunghi capelli biondi avvolta in un lungo abito da regina bianco e l'altra donna dai ricci neri avvolta da un corsetto nero ed una gonna dello stesso colore, ma la cosa peggiore era che erano affiancate dai due gemelli dagli occhi di zaffiro per uno dei quali si era presa una cotta Lucy. Non potevo credere che quei due ragazzi all'apparenza tanto sinceri, altruisti e puri di cuore potessero averci mentito per così tanto tempo e averci magari condotti dritti nella tana del lupo. Ma la mia sorpresa non fu nulla in confronto a quella della mia amica.

-Benjamin- riuscì solo a dire.

-Bene bene- continuò la donna -finalmente ci rivediamo, Nereide-

A quelle parole i miei peggiori sospetti, i miei incubi più terribili, divennero realtà. La strega si avvicinò a me scrutandomi con quei suoi freddi occhi neri.

-Chi sei?- chiesi temendo di conoscere già la risposta.

-Oh tu sai chi sono io, ciò che non sai è chi sei tu. Io sono Jadis, figlia di Chione, regina di Narnia e tua zia-

-Ti immaginavo più alta e, magari, più robusta- disse poi alzandomi il mento con la punta del suo scettro d'argento.

-Lasciala stare- disse Edmund con voce roca.

Ella si girò guardandolo con odio.

-Ma guarda, il principino è diventato coraggioso-

-Crucio!- sibilò la strega dei ricci scuri e Edmund cominciò a contorcersi dal dolore come trafitto da mille lame infuocate.

-Aspetta Bellatrix! Abbiamo ospiti e per gli ospiti riserviamo solo il meglio-

Jadis spostò il suo scettro verso Edmund che cominciò a provare un dolore più forte del precedente fino quasi a svenire.

-Basta!- gridai in preda al panico erigendo un muro di ghiaccio tra lei e il mio ragazzo.

La Strega Bianca mi guardò.

-Tu lo ami- realizzò -sai che l'amore non è altro che un veleno vero?- mi chiese.

-Per quanto ne so l'amore è l'antidoto a qualsiasi veleno-

Mi guardò di nuovo con un espressione di pietà dipinta sul viso.

-Eris!- chiamò.

-Sono qui- rispose una ragazzina alle sue spalle.

Quando la strega si voltò rimasi senza parole, colei che aveva risposto alla sua chiamata era identica a me, fatta eccezione per i lunghi capelli neri.

-Mostra a tua sorella l'inutilità dell'amore-

-Certamente madre- rispose.

Quando la ragazza vide Edmund trasalì, ma questo non le impedì di scagliare un getto di ghiaccio su di lui.

-Fermati! Ti prego!- esclamai con le lacrime che scorrevano copiose sul mio viso.

Cercai di fronteggiarla usando tutta la magia che era in me, ma quella ragazzina che pareva essere mia sorella era mille volte più brava, controllava ghiaccio e neve con una disinvoltura che io non avrei mai potuto avere, sembrava che usare i suoi poteri non le costasse il minimo sforzo mentre io, se non fosse stato per proteggere il ragazzo che amavo, sarei volentieri crollata a terra. Maghi e semidei tentarono di aiutarmi in tutti i modi possibili ma vennero ben presto congelati.

-Questa non è la vostra battaglia- disse Jadis voltandosi verso di loro.

Il suo sguardo si fermò su mia sorella, la squadrò un momento e alla fine disse:

-E tu devi essere mia figlia, Audrey-

In un attimo accaddero mille cose contemporaneamente, io ed Eris smettemmo di combattere, il ghiaccio che intrappolava i miei amici si sciolse, il tatuaggio con il teschio e il serpente sul braccio destro delle streghe cominciò a muoversi e a bruciare...

-Il Signore Oscuro è tornato- disse la Strega Bianca con uno strano luccichio negli occhi.

L'altra scoppiò in una risata folle e si smaterializzò in una nube di fumo nero.

D'un tratto una forte luce dorata comparve sopra la mia testa, era un ologramma raffigurante una lira, lo stesso simbolo sopra la testa della ragazza dai capelli corvini. Poco distante da me un simbolo nero-violaceo comparve sopra Audrey, un elmo.

-Ave Eris May Cassiopea Black e Nereide Mary Elizabeth Black, figlie di Apollo. Ave Audrey Mira Sophie Black, figlia di Ade- disse Jadis prima di sparire come la sua compagna.

Appena sparì io mi fiondai da Edmund per curarlo, seguita a ruota da Will. Subito dopo essersi ripreso guardò Eris, che in tutta risposta si smaterializzò, non prima però di avermi lanciato un'occhiata truce. Fu allora che vidi l'immensa villa circondata da fiori blu che si ergeva a trenta metri da noi e fu allora che la riconobbi come la villa del mio sogno.

-Credo sia il caso di tornare a Hogwarts- disse Peter con voce grave.

Ci prendemmo tutti per mano e grazie a lui riuscimmo a smaterializzarci.

•. •. •.

Appena arrivati ciò che vedemmo non fu poi tanto migliore. Cedric Diggory era steso a terra senza vita circondato dall'urlo straziante di suo padre, dalle lacrime di sua madre e dalla tristezza e l'orrore infinito di tutti i presenti. Percy e Annabeth raccontarono tutto al preside mentre Jason e Piper si stringevano in un abbraccio, Hazel e Nico parlavano con Audrey tra figli di Ade e Will si avvicinava a me.

-Allora... Siamo fratelli- mi disse cercando di abbozzare un sorriso.

Io non risposi troppo sconvolta per poter parlare, inorridita dalla vista che mi si parava davanti.

-So che può essere difficile scoprire di essere una semidea, ma se vorrai io sarò qui per te. Dopotutto sono tuo fratello-

Cercai di sorridergli. In quel momento non riuscii a gioire del fatto che un ragazzo come lui fosse mio fratello, Will era gentile, calmo e premuroso, ma era anche un ragazzo sveglio e coraggioso. Lui non vedeva le persone, ma le loro anime, non vedeva la gente per quello che era, ma per quello che avrebbe potuto essere ed io lo ammiravo per questo. Per vedere il bene anche nel male, per guardare oltre le apparenze fino a vedere il cuore di ogni essere umano.

In quel momento mi raggiunse mio fratello Abel per assicurarsi che stessi bene. Non lo avevo mai visto così preoccupato, aveva piantato la sua ragazza per venire da me, una sorella che in realtà sua sorella non era.

-Non importa ciò che è accaduto o ciò che accadrà, voi siete e sarete sempre le mie sorelline ed io farò tutto ciò che è in mio potere per proteggervi da qualunque cosa- ci disse.

•. •. •.

Su ordine del preside ci avviammo tutti verso la scuola, ma prima di risalire la collina mi fermai per parlare con Edmund. Sapevo che avrei perso una parte di me... La parte migliore di me... Ma dovevo farlo perché avrebbe corso un pericolo troppo grande stando accanto alla nipote della Strega Bianca, avrebbe usato lui per arrivare a me e non potevo permettere che gli accadesse qualcosa. Mi avvicinai a lui più seria che mai e dissi:

-Ed...- lui di voltò verso di me, non sapevo cosa dire -Devo parlarti... Questi mesi con te sono stati meravigliosi, i migliori della mia vita, ma forse... Forse abbiamo corso troppo, forse abbiamo confuso amore con amicizia, forse siamo ancora troppo piccoli...-

-Credevo che mi amassi- fu tutto ciò che riuscì a dirmi lui, sorpreso da ciò che gli dissi e con gli occhi lucidi.

Io non riuscii a rispondere, lottando contro le lacrime. Se ne andò, ed io rimasi sola sotto ad una luna spenta come la stella morta del nostro amore.

-Angolo per me-

Ciao a tutti/e!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che ci abbiate capito qualcosa 😅
Alla prossima! ☺️

I Due Lati Del GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora