Il cane nero

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Il giorno dopo decisi di raccontare a Edmund del mio sogno, o meglio dei miei sogni, perché se prima non riuscivamo ad aprire bocca senza litigare adesso eravamo più uniti che mai.

-Dopotutto è un sogno- disse poco convinto delle sue parole.

-E se non fosse solo un sogno?-

Dopo la mia domanda tacque e si perse nei suoi pensieri, c'era qualcosa che non andava ed io me ne resi conto ma come potevo immaginare quale terribile verità si celasse dietro i pettegolezzi della sera prima e dietro ai bellissimi occhi scuri del ragazzo che, ora ne avevo la conferma, mi aveva rapito il cuore? Decisi di non pensarci più, anche perché l'agitazione e le paranoie di Oliver Wood , il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, bastavano per tutti. Il sabato successivo infatti si sarebbe tenuta la partita più attesa dell'anno: Grifondoro contro Serpeverde, ma il giorno prima, Flint, il capitano di Serpeverde annunciò che l'incontro sarebbe stato contro Tassorosso poiché il loro cercatore aveva un braccio fuori uso. Quell'idiota di Malfoy naturalmente non aveva nulla, si è vero che era stato colpito da Fierobecco (solo per ostentare la sua arroganza e stupidità mostrando di non essere inferiore a Harry) ma tutto ciò era successo molto tempo prima, semplicemente non volevano giocare con il maltempo e per loro ogni scusa è buona. Dopotutto non potevamo nemmeno biasimare Oliver, i Tassorosso avevano un nuovo capitano e cercatore, Cedric Diggory, che era un vero portento a Quidditch ed era tanto amato dalle ragazze da essere al pari con Peter, Edmund e Abel. E quello, per Oliver, era l'ultimo anno a Hogwarts e quindi la sua ultima occasione per far vincere a Grifondoro la coppa di Quidditch.

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Il giorno della partita pioveva così forte che non riuscivi a vedere cosa ci fosse a un palmo dal tuo naso e Wood era tanto giù da far pena, lo spirito giusto direi!
Mentre scendevamo giù per gli immensi prati che circondano la scuola con la pioggia e il vento che ci sbattevano contro spingendoci indietro, Edmund mi disse:

-Sembra che il vostro capitano porti il lutto-

-Lo so... Fred e George credono che se non riusciremo a vincere questa partita si ucciderà, sai questa è la sua ultima occasione per portare i Grifondoro alla vittoria... E comunque voi non siete stati poi tanto onesti- continuai con un filo di voce.

-Perché parli al plurale?- mi chiese stizzito, e senza che io potessi rispondere aggiunse:
-È vero Malfoy e Flint sono degli idioti ma ciò non significa che tutti noi Serpeverde siamo così!- dette queste parole con il tono più gelido che gli avessi mai sentito se ne andò per la sua strada verso il campo.

So benissimo che non avrei dovuto parlare al plurale ma in fondo non dissi altro che la verità e prendersela per così poco è un tantino esagerato. Ma adesso capisco il perché della sua reazione dopotutto io non avrei reagito in modo molto diverso, avrei riconosciuto l'errore commesso dalla squadra della mia casa ma ci sarei rimasta male, e lui di certo non si aspettava un commento simile da me che, al contrario della maggior parte dei Grifondoro, non odiavo i Serpeverde... Non tutti almeno.
Comunque sia la partita cominciò ed eravamo in netto vantaggio sui Tassorosso, cinquanta a zero, ma Harry (che era l'unico con gli occhiali) con quella pioggia furiosa non vedeva nulla, così Wood chiamò il Time out.

-Dove vai?- chiese Ron a Hermione mentre si dirigeva verso gli spogliatoi di Grifondoro, e capendo che lei non aveva la minima intenzione di rispondere, mio cugino continuò scherzando -Guarda che la biblioteca non è da quella parte!-

Dopo pochi minuti vedemmo Hermione risalire le gradinate e la squadre scendere di nuovo in campo.

-Harry è tornato quello di sempre!- commentò Ginny notando che volava in modo più deciso e veloce di prima.

-Incantesimo Impervius- chiarì Hermione con noncuranza -adesso i suoi occhiali respingono la pioggia.-

-Sei geniale Hermione!- commentò Ron con ammirazione.

Giusto il tempo di finire la frase che Harry si bloccò a mezz'aria scrutando il cielo, mi voltai per capire quale fosse il motivo della sua distrazione e lo vidi... la sagoma di un grosso cane nero si stagliava contro le nubi grigie illuminata da un fulmine. Fu un istante, ma in quell'istante accaddero mille cose. Sentii Wood che gridava, ma la sua voce era come un eco in lontananza, vidi la stanza di una villa e la donna angelica che cullava una bimba dagli occhi azzurri e i capelli biondi sorridendo, era un sorriso dolce ma forzato poiché dai suoi occhi di ghiaccio scendevano delle grosse lacrime brillanti. In quel momento la porta si aprì e comparve l'uomo che vidi in sogno la settimana precedente che con uno sguardo terrorizzato e allarmato che annunciava:

-In Signore Oscuro è caduto, ma lei sta venendo qui!-

Lei si bloccò per un istante fissando lui con tanto d'occhi, poi prese dalla culla la coperta di lana bianca con il nastrino giallo che conoscevo tanto bene e le mise al collo un medaglione d'argento con un brillante al centro, prese la sua bacchetta dai decori delicati e stringendola forte a se cominciò a correre. Appena uscite fuori dalla villa arrivarono l'uomo di prima con i due bambini dagli occhi azzurri per mano, avevano indosso il pigiama, erano assonnati e piangevano, e l'unica parola che la donna riuscì a dire fu:

-Salvali-

Poi tutti e tre scomparvero. Continuò a correre in un immenso prato dai fiori celesti senza mai smettere di piangere finché si materializzarono davanti ai suoi occhi le due donne dallo sguardo folle.

-Dove vai cugina? Hai intenzione di portare la piccola Nereide da qualche parte?- disse la mora con una risata di scherno.

-Taci Bellatrix! Non sei degna di pronunciare il suo nome!- rispose gelida.

-Oh, come siamo agitate oggi- commentò l'altra.

-Non sarò stata capace di proteggere Eris o il mondo da voi ma proteggerò lei a costo della vita!-

-Oh, tu  morirai stasera sorellina, ma non proteggerai nessuno! Avada Kedavra!-

Un lampo di luce verde colpì in pieno petto la donna che aveva tentato di proteggere la bambina e... in quel momento mi destai dallo stato di trance. Sarei caduta se non ci fosse stato li Edmund a sorreggermi, che a quanto pare era corso da me dopo avermi vista incantata a guardare la sagoma di un cane.

-Mi dispiace per prima- mi scusai in un sussurro.

-Tranquilla, è stata colpa mia ma non c'è tempo per le scuse- disse in fretta -cos'è successo?-

-Ho visto la donna-angelo-

-Angolo per me-

Ciao a tutti!
Oggi non ho nulla da dirvi riguardo al capitolo tranne che il prossimo sarà molto lungo e in quello dopo troverete una marea di immagini.

A presto ☺️

I Due Lati Del GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora