Privet Drive

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Quella messa in scena andò avanti per tutta l'estate ed io sopportai con innaturale pazienza le grida che riecheggiavano per tutta la casa, tant'è vero che presi in considerazione l'idea di appendere un cartello sopra il portone con su scritto:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina podestate,
la somma sapienza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate

Così, un giorno d'agosto dopo l'ennesimo litigio, mi avviai verso la casa dei Pevensie onde evitare di dare di matto. Suonai il campanello e Helen Pevensie venne ad aprire.

-Buonasera signora Pevensie, Edmund è in casa?-

-Certo tesoro, sali pure di sopra- mi rispose con un sorriso.

-La ringrazio-

Salii le scale e bussai alla porta della camera di Edmund e Peter. Il più grande dei Pevensie venne ad aprire e mi salutò con il solito sorriso da fratello maggiore.

-Ciao Lily-

-Edmund è qui con te?-

-Sì, entra pure, io scendo giù-

Solitamente quando andavo a casa dei Pevensie mi fermavo in salotto o andavo nella camera delle ragazze, non ero mai entrata nella stanza dei fratelli. Era carina e luminosa, aveva le parti bianche e i mobili in legno. Era strano come la stanza sembrasse esattamente divisa a metà, Peter aveva appeso bandierine, stemmi di Grifondoro e poster dei Cannoni di Chudley sulla sua parte di armadio e sulla parete alla sinistra del letto, aveva una serie di coppe e medaglie placcate in oro su una delle mensole e una fila di libri sul Quidditch sull'altra. Aveva il letto rifatto male, dei calzini spaiati gettati a terra e una foto di famiglia sul comodino.

-Gli avrò detto mille volte di cambiare quella foto- disse Edmund dall'altra parte della stanza.

La fotografia in questione era una foto stregata in cui comparivano tutti e sei i membri della famiglia più i signori Scrubb con il figlio Eustace. Quest'ultimo aveva un'espressione seria e soddisfatta mentre Edmund aveva uno sguardo omicida da far paura, il signor Scrubb era abbandonato su una poltrona e aveva il volto coperto dal giornale, la signora Scrubb era seduta compostamente su di una sedia con un'espressione impassibile e tutti gli altri sfoggiavano un sorriso naturale perfettamente a proprio agio. Tutto abbastanza normale se non si tiene conto del fatto che ad un certo punto la foto cominciava a muoversi mostrando Edmund saltare addosso a suo cugino e prenderlo a pugni.
L'altra parte della camera era invece perfettamente ordinata, non c'era quasi nulla che non fosse al suo posto, il letto rifatto alla perfezione, la bacchetta riposta nella sua scatola appoggiata sulla scrivania accanto a un libro di Pozioni, la spilla da Prefetto che scintillava accanto al galeone stregato per comunicare con i membri dell'ES e ad una bandierina di Serpeverde, lo stemma dei Puddlemere United attaccato al muro e dei libri perfettamente ordinati sulle mensole.

-Orgoglio e pregiudizio? L'hai letto davvero?- chiesi sorpresa.

-Mi ha costretto Lucy- si giustificò.

Poi mi accorsi che dalle pagine del romanzo spuntavano due fogli di carta, li sfilai e notai che erano delle nostre foto.

-Ti ricordi di quel giorno?- mi chiese mentre ne osservavo una.

C'ero io con le trecce e il vestito a fiorellini giallo e lui con un paio di pantaloni grigi con le bretelle e una camicia bianca. Eravamo al ballo di primavera di molti anni prima nella grande sala delle feste stile Casa nella prateria, lui era appoggiato ad una colonna di legno con le mani dietro la schiena ed io ero piegata in avanti a dargli un bacio sulla guancia destra.

I Due Lati Del GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora