Mistero

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Mi alzai, sempre sospettosa, e mi diressi come al solito in bagno, dopodiché andai in cucina per la colazione. Qui trovai mio papà che con una mano teneva aperto il giornale, per metà appoggiato sul tavolo e con l'altra una tazza di caffè e mia mamma, intenta ad intingere una brioche nel suo caffellatte. Appena entrata si girarono entrambi verso di me, sorridendomi e dandomi il buongiorno come se non fossi appena tornata a casa (non so come) dopo giorni.

-Buongiorno, non siete stupiti di vedermi?-

-Beh, certo, non ti si vede tutti i giorni in piedi senza che qualcuno sia venuto a buttarti giù dal letto- rispose mio padre ridendo.

Ma io ero serissima; mentre mi versavo una tazza di caffè riprovai a chiedere:-Che giorno è oggi?-.

A quella domanda mia madre, che prima aveva sorriso, alzò lo sguardo verso di me, guardandomi preoccupata.

-E' martedì Cara, perché?-

-Ieri io non ero a casa, e neanche l'altro ieri e il giorno ancora prima- provai a spiegare rimanendo in piedi con in mano la tazza.

-Ma che dici Cara, certo che eri a casa, sei uscita solo per andare a scuola ma sei tornata normalmente, come sempre. Ti senti bene?- chiese mio padre distogliendo gli occhi dal giornale.

-Mmh, certo-. Prima di sedermi a tavola, andai ad abbracciare i miei genitori (mi erano mancati così tanto!), al che entrambi si guardarono con espressioni interrogative.

Bevvi velocemente il caffè e mi cambiai in fretta. Ormai non ero più abituata ai pantaloni, dato che a Thoughtville ero solita indossare i vestiti di Genevieve, ma dato che la stagione non era quella adatta e nel mio armadio non c'era neanche un vestito, optai per dei leggins che ritrovai sepolti sotto paia e paia di pantaloni della tuta e un maglioncino un po' lungo verde di mia sorella che esaltava il colore dei miei occhi; per la prima volta da secoli lasciai i capelli sciolti.

Entrata in classe tutti si girarono a guardarmi, stupiti dal mio cambio di look; appena Valentina mi vide si mise due dita in bocca e fischiò: -Caramella! Ma sei tu?-

-Certo, e chi altri?- risposi abbracciandola. Anche lei come i miei genitori fu sorpresa da quell'improvvisa manifestazione d'affetto.

-Wow, non ti ho mai vista con dei leggins e poi questi!- disse prendendo tra le mani una ciocca dei miei capelli sciolti.

-Ehi, ieri hai letto la fiaba della principessa e il ranocchio e stai provando ad imitare il rospo?- chiese Marta arrivando da dietro e facendomi spaventare. Lei non mi era proprio mancata, e in quel momento mi vennero in mente Genevieve e i suoi modi spigliati. Mi girai di scatto e dissi:-Ooh, la mia copertura è saltata! Come hai fatto a capire che sto provando in tutti i modi a somigliarti?-

Tutte le persone che erano vicine e avevano assistito alla scena si zittirono e mi guardarono a bocca aperta, soprattutto Marta, sconvolta, che fulminò con lo sguardo due delle sue solite "seguaci" che si erano lasciate scappare un risolino e uscì veloce dalla classe.

-Chi sei tu e che ne hai fatto della mia amica Cara?- chiese Valentina, realmente stupita ma in senso positivo. Mi diede una pacca sulle spalle e proprio in quel momento la campanella segnò l'inizio di una nuova giornata.

Mi sedetti veloce al mio posto e notai che Riccardo era assente. Ero dispiaciuta, non vedevo l'ora di vederlo!

Le prime due ore passarono in fretta. Poi alla terza, dopo che il prof di matematica ci aveva assegnato dei compiti per il giovedì, arrivarono al mio banco i soliti avvoltoi che iniziarono subito ad ordinarmi di passargli i compiti. Con Marta ero riuscita a reagire, ma era una ragazza, ed era sola, quindi mi era sembrato più semplice, ma con cinque ragazzi che avevano tutta l'aria di fare sul serio, non riuscii a ribattere, e la solita insicurezza cominciò a farsi sentire.

-V-va bene, pomeriggio ve li mando..- dissi con gli occhi bassi. Ma per fortuna arrivò Valentina: -Ehi, teste vuote! Smammare! Cara non passerà i compiti a nessuno di voi se non ne ha voglia, e soprattutto se non chiedete le cose come si deve.- I ragazzi la fulminarono con lo sguardo, ma ovviamente Valentina non ci fece caso e si sedette al banco accanto al mio, mentre gli altri uscivano dalla classe per andare alle macchinette, dato che era suonato l'intervallo.

-Ehi, mi accompagni un attimo in bagno per favore?- chiese Valentina. -Ma certo.-

Mentre ci dirigevamo verso il bagno, incontrammo il prof di italiano che ci salutò, e mentre Valentina procedeva, mi toccò il braccio, facendomi girare nuovamente verso di lui.

-Allora, Cara, come stai?-. Pensando che si riferisse a quanto successo "il giorno prima", risposi: -Meglio, grazie, anche per il libro che mi ha dato..-. -Ma io mi riferivo proprio a quello. Ti è piaciuto il viaggio?-. Rimasi sconvolta da ciò che mi aveva appena detto: come poteva sapere del mio "viaggio"? Glielo stavo per chiedere, ancora scossa, quando sentii Valentina chiamarmi:-Ehi Cara, forza che c'è anche coda! Che ne dici di andare a quelli del piano di sopra?- disse tirandomi per un braccio. In quel momento una ragazza chiamò il prof per chiedergli chiarimenti riguardo un compito. Lui mi rivolse un sorriso veloce, dopodichè entrambi fummo trascinati via. Dovevo assolutamente ricevere delle spiegazioni, che a quanto pareva il prof d'italiano avrebbe saputo fornirmi..


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