Una giornata al mare

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Una luce improvvisa invase con prepotenza la camera. Aprii gli occhi, coprendoli con una mano e piano piano misi a fuoco tutti gli oggetti della mia camera e una persona che si muoveva di qua e di là e che senza neanche concedermi il tempo di capire dov'ero e che ora fosse mi aveva strappato letteralmente le coperte di dosso, gettandomi in testa un vestito. Odiavo i bruschi risvegli e le poche volte che ne subivo uno, rimanevo con il broncio fino al mattino dopo. Stavo già per mandare al diavolo Genevieve, ma lei non me lo permise neanche: -Forza, dormigliona! Sono le sei e mezza e alle sette dobbiamo partire! Vestiti veloce, faremo colazione strada facendo. Io intanto vado a informare mio padre che questa mattina non stiamo molto bene e che quindi rimarremo tutto il giorno nelle nostre stanze, di non aspettarci per i pasti, dopodichè andrò a prendere qualcosa da mangiare per il viaggio e tornerò nella mia stanza per vestirmi come si deve. Appena torno dovrai essere vestita e pronta per la fantastica giornata che ci aspetta! E togliti quel brutto musone!- detto questo uscì dalla stanza canticchiando.

Mi vestii in fretta: l'abito che mi aveva gettato addosso Genevieve era semplice e adatto per una giornata al mare, nonostante io fossi abituata ad andare in spiaggia con pantaloncini, canottiera e infradito (e ovviamente con un costume!). Era a maniche corte, arrivava appena sopra il ginocchio ed era di un azzurrino tenue, molto carino, niente a che vedere con quello che avevo indossato il giorno prima. Mi guardai allo specchio del bagno e decisi di rendere il tutto meno strano facendomi una treccia di lato. Dal pomeriggio del giorno prima non avevo più pensato al fatto che non ero a casa mia e che non sapevo come tornarci, e questo mi fece un po' paura. L'unica cosa che mi mancava se ci pensavo del mio mondo era la mia famiglia, per il resto sarei rimasta volentieri qui per sempre. Ne parlo come se sapessi come tornare indietro. Purtroppo invece sono bloccata qui, senza via d'uscita. I miei pensieri sono abbastanza contraddittori: mi piacerebbe restare qui, ma allo stesso tempo vorrei poter riabbracciare la mia famiglia, che ovviamente mi manca tanto; anche solo sapere che esiste un modo per tornare nel mio mondo mi tranquillizzerebbe: potrei venire quando voglio, quando il mio mondo, la scuola e tutte le persone in generale mi vanno troppo stretti e voglio staccare per un po' la spina.

Come al solito ormai quand'ero assorta nei miei pensieri, Genevieve mi strappò ad essi: piomba nella stanza con un vestitino molto simile al mio, a maniche sbracciate, rosso con disegnati dei fiorellini bianchi, con dei motivi strani; era stretto in vita e come il mio terminava poco sopra le ginocchia. Aveva in testa un cappellino di paglia con un nastro anch'esso rosso come il vestito, i capelli corvini che le ricadevano sulle spalle. Era come al solito mozzafiato. Aveva in mano un cestino di paglia uguale a quello utilizzato il giorno prima e appena entrò disse: -Mio padre è ancora a letto, così gli ho scritto un bigliettino e ho chiesto a Mildred di consegnarglielo appena sveglio. Sarà più facile per noi uscire inosservate.- dopodichè mi squadrò da capo a piedi e riprese: -Mannaggia a te! Ti dona l'azzurro! E io che pensavo di darti un vestito che sminuisse un po' la tua bellezza!-. Viva la sincerità! Sentii le guance avvampare: nessuno mi aveva mai detto così esplicitamente che ero bella, e sinceramente neanche mi sentivo 'sta gran bellezza che addirittura una persona deve cercare di mascherare! E poi detto da Genevieve! -Ah, grazie tante cara! E come mai vorresti farmi sfigurare?-. A questa domanda Genevieve divenne rossa in volto e si voltò in fretta verso la porta. -Forza, andiamo che siamo già in ritardo!- -Oooh! Ora ho capito! E' per Peter?- -E anche se fosse?- -Ma figuriamoci Genevieve, se ha occhi solo per te! Ieri a malapena mi ha rivolto un'occhiata veloce!- -Mm dici davvero?- -Ma certo! Forza, andiamo.-

Arrivammo alla stalla giusto in tempo: Peter stava legando tra loro i cavalli e stava sistemando la sua postazione. -Oh, buongiorno principessa! Signorina Cara..- disse inchinandosi. -Buongiorno Peter, spero di non averti fatto aspettare troppo..- -Affatto, siete puntualissima. Ho cercato di sistemare la carrozza meglio che potevo, però purtroppo al ritorno dovrete viaggiare tra alcune decorazioni per il ballo e altra merce ordinata da vostro padre..- -Non è un problema, non ti preoccupare. Stai già facendo fin troppo!- -Bene, allora direi che possiamo partire!-.

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