Confidenze

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Il nostro pomeriggio, invece che trascorrerlo camminando sulla spiaggia, con in sottofondo il rumore delle onde che si infrangono sul mare e la pella accarezzata dalla luce del sole che lentamente cala, lo passammo in tutt'altro modo. Se Genevieve era scocciata per il nostro piano andato in fumo e la figuraccia fatta fare a Peter, io ero messa peggio perchè costretta a stare seduta sulla schiena di un cavallo, per far stare in piedi la scusa inventata, praticamente aggrappata al suo collo per paura di cadere. Genevieve teneva le briglie e ogni tanto fingeva di darmi qualche consiglio su come stare seduta e cosa preferivano mangiare i cavalli. Ovviamente non ci pensavo proprio di staccarmi dal collo dell'animale per stare seduta correttamente, da vera cavallerizza. In più, la presenza del re che seguiva ogni nostra mossa e che ogni tanto si lasciava sfuggire una risata per il mio "comportamento alquanto buffo", non aiutava proprio.

Finalmente, dopo un tempo che mi sembrò infinito, re Jeremy rientrò a palazzo, lasciandoci sole con Peter, che intanto continuava a svolgere i suoi compiti immerso nel più totale silenzio. Appena il padre se ne fu andato, Genevieve mi aiutò a scendere da cavallo, e mi sorresse, dato che avevo le gambe mezze addormentate e che tremavano per la paura che avevo avuto tutto il tempo di cadere. Poi riportò velocemente Raggio nella stalla, togliendogli la sella e spazzolandolo con tanta cura che mi fece tenerezza. -Bello il mio Raggio, vero?- disse, non capii bene se riferendosi a me, continuando a spazzolarlo. Decisi di dire qualcosa, tanto per colmare il silenzio:-Sì, bellissimo da vedere, ma credo che non ci salirò più! Ho avuto tanta di quella paura..!- Genevieve si mise a ridere, ripose la spazzola in un secchio e iniziò ad accarezzare il suo cavallo. -Quanti anni ha?- -Cinque. Me lo regalò mio padre quando compii tredici anni. Avevo sempre desiderato avere un cavallo e imparare a cavalcarlo, forse anche per il semplice fatto che era un mezzo con cui un giorno sarei potuta andarmene da qui.. A quel tempo infatti odiavo stare qui a causa delle lezioni intensive di "pensare-dire".. E soprattutto in quel periodo sentivo fortemente la mancanza di una figura materna nella mia vita, volevo andarmene e trovare la mia mamma, dicevano che era su una stella.. Leggevo sempre nei miei libri di cavalli magici, unicorni, che volavano alti nel cielo su ponti fatti di arcobaleni.- sorrise ricordando quei tempi, -così mio padre per assecondarmi mi regalò Raggio. Mi innamorai subito di lui e imparai velocemente a cavalcarlo, però improvvisamente quella voglia di scappare se n'era andata: avevo trovato in Raggio quell'affetto che mi mancava e non mi sentivo più nel posto sbagliato. So che magari non è una bella cosa da dire, ovviamente Raggio non può sostituire mia madre, però in qualche modo mi diede quell'amore che cercavo. In quel periodo infatti non ero molto legata a mio padre, ero arrabbiata con lui perchè aveva permesso alla mamma di andarsene su quella maledetta stella e perchè mi imponeva di ricevere quelle stupide lezioni. Che stupida che ero: non mi accorgevo di quanto mio padre fosse importante e di quanto in realtà volesse solo il meglio per me. Scusa, non so perchè ti ho raccontato questa storia, che sicuramente non ti interesserà neanche..- -Affatto, tutto il contrario: mi fa piacere che ti confidi con me. Dove abito io non ho tante amiche, anzi potrei dire d averne solo una.- -Beh, ora ne hai due, e poi anche a me fa piacere averti qui e poter confidarmi con una persona della mia età.- disse sorridendomi.

In quel momento rientrò nella stalla Peter, tutto sudato e affaticato. -Peter, mi dispiace per prima, di averti fatto fare una brutta figura con mio padre. Dopo proverò a parlargli ancora..- -Principessa, non avete nulla di cui scusarvi, davvero. E non voglio che discutiate con vostro padre per colpa mia. Mi dispiace solo di non essere riuscito a coprirvi a causa del mio essere così maldestro.- -Oh, ma tu ci hai provato, ti ringrazio tanto per questo.- disse Genevieve arrossendo. Mi sentivo un po' fuori posto lì con quei due. Peter si inchinò e fece per andarsene, poi però si girò e disse: -Principessa, dato che avete il desiderio di andare al mare, mi sembra giusto informarvi che domani dovrò andare in città mezza giornata per sbrigare delle commissioni per conto di vostro padre, il quale sarà impegnato in una riunione con il comitato organizzativo del Ballo di Primavera. Andrò con la carrozza, quindi se voi e la vostra amica vorrete allietarmi con la vostra comoagnia, ve ne sarò più che grato, inoltre passerete sicuramente inosservate perchè sarete all'interno della carrozza. Partirò alle sette in punto, attenderò con impazienza il vostro arrivo fino a quell'ora.-. Ma che romantico! Mi batteva il cuore per Genevieve. -Grazie Peter, sei davvero gentile, verremo sicuramente.-
-Grazie a voi principessa.- disse inchinandosi e andandosene. Genevieve rimase a fissarlo fino a quando Peter si girò e disse:-Ah, principessa! Se posso permettermi, il rosso vi dona.- disse sorridendo e continuando a camminare per la sua strada. -Oh, grazie..-
-Genevieve, vi piacete proprio eh?-
-Già, a quanto pare..- disse lei sospirando e trascinandomi con sè verso il palazzo.

Dentro ad un pensieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora