Il tunnel

496 40 22
                                    

"Mammaaaa! Sono a casa!" urlo entrando e gettando lo zaino per terra.
Pur essendo timida, in casa riesco sempre ad aprirmi e ad essere me stessa, e questo è un altro dei motivi per cui amo starmene a casa mia con i miei famigliari, specialmente con mia sorella.
"Cara! Allora, com'è andata oggi a scuola?" chiede mia sorella con fare indagatore, conoscendo i "problemini" con i miei compagni, pur non avendole mai raccontato niente nei dettagli.
"Bene, ho preso 7 nella verifica di scienze".
"E la cretinetta che ti dà sempre fastidio? Dimmelo se ti fa qualcosa che ci penso io a sistemarla quella!".
Ovviamente si riferiva a Marta; pur non avendo raccontato di come i miei compagni mi obbligassero a fare determinate cose, le avevo raccontato di quanto non sopportassi Marta, tralasciando il motivo del mio odio, ovvero l'interesse nei confronti di Riccardo.
"Il solito, mi lancia occhiatacce, e appena la guardo si gira subito ad insultarmi con le altre oche.."
"Io non capisco davvero perché le stai così antipatica! Non le hai fatto niente, no?"
"Figuriamoci! Ho paura quasi a rivolgerle la parola, non ci penso proprio a farle un torto!"
"Bah, che bambinetta.. In ogni caso, se ti infastidisce direttamente e se ti fa qualcosa, dimmelo, non ho di certo paura di una mocciosetta!"
"Grazie Hope.. Adesso però puoi dirmi cosa c'è da mangiare che ho una fame da lupi!"
"Certo, pasta al ragù e bistecca"
"Perfetto!" dico soddisfatta sedendomi a tavola.

Dopo pranzo corro in camera mia e afferro il libro che la sera prima avevo lasciato in sospeso. Quanto avevo aspettato quel momento!
Mi immergo in quella meravigliosa storia fantasy, ricca di magia, amore e colpi di scena. In un'oretta ho finalmente finito le ultime cento pagine che mi mancavano e subito mi metto sui libri, quelli di scuola questa volta! Non faccio in tempo ad aprire il libro di matematica, che sento il cellulare suonare. Chi potrà mai essere?
"Pronto?"
"Brown? Sono Marco, Marco Aliprandi"
"Oh, ciao, dimmi." risposi, pur sapendo cosa voleva dirmi..
"Per domani c'è da fare matematica, mandami gli esercizi"
Come al solito sento un nodo alla gola, segno che le lacrime sono vicine, ma lo ricaccio indietro, azione anch'essa consueta. 'No brutta testa d'asino, i compiti te li fai da solo, sei già stato bocciato una volta, non vorrai succeda ancora vero?!' ma le parole, come al solito, non escono.
"Oggi non riesco proprio, mi dispiace.." farfuglio.
"Ah sì? E cosa devi fare? Uscire con i personaggi dell'ultimo libro che stai leggendo?" chiede con tono cattivo, mentre immagino che un ghigno si faccia strada sulle sue labbra mentre mi dà questa risposta.
Ancora una volta sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e ancora una volta, con più fatica di prima, le ricaccio indietro, facendomi forza e ripetendomi che è solo un cretino.
"Va bene, appena finisco di farli te li mando." dico in un sussurro.
"Ah ecco, brava." e riaggancia, senza nè salutare nè ringraziare. Che stronzo!
Mi metto subito sotto a fare gli esercizi di matematica, con le cuffie nelle orecchie, cercando di non pensare alla conversazione appena avvenuta.
D'un tratto però la musica si abbassa, avvisandomi che è arrivato un messaggio. Sono tentata d'ignorarlo, e lo sto per fare davvero, pensando sia qualche scocciatore della mia classe che come quel maleducato di Marco vuole chiedermi i compiti, ma poi l'occhio mi cade sul mittente..

Da: Riccardo
"Ciao Cara! Posso chiederti un favore? Mi manderesti l'esercizio 24 di matematica a pagina 157 che non riesco proprio a farlo? Se vuoi io ti passo qualcuno che non ti è venuto :)"

A:Riccardo
"Ciao Rick! Certo, te lo passo, tu potresti mandarmi il 26 che non mi viene? :))"

Da:Riccardo
"Cavolo volevo chiederti anche quello perché ho provato a farlo e non mi viene.. Scusa, sono un buono a nulla! Ahahah"

A:Riccardo
"Non ti preoccupare, vorrà dire che proverò a rifarlo, se mi viene ti dico."

Da:Riccardo
"Grazie!!"

Aaaaaah! Ogni volta che mi arrivava un suo messaggio il mio cuore iniziava a battere sempre più forte e tutto quello che mi dicevano e imponevano non mi importava più, me lo scordavo, e tutte le cattiverie che mi ripetevano sempre i miei compagni si scioglievano come neve al sole. In quei momenti mi rendevo conto di come le piccole cose possano cambiarti la giornata da così a così e di quanto spesso le persone non si accorgano della felicità che trasmettono attraverso un solo e semplice messaggio.
Ma come tutte le belle cose, anche questo momento ha una fine, forse un po' troppo prematura: un altro messaggio, questa volta però il solito ordine: passare i compiti. E giù ancora in quel tunnel di infelicità nel quale mi rinchiudo ogni volta, senza mai trovare la luce in fondo, la via d'uscita, che nel mio caso sarebbe un po' di audacia in più, o forse, per essere più realiste, un miracolo..

Dentro ad un pensieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora