1- Quel dannato caffè

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Qᴜᴇʟ ɢɪᴏʀɴᴏ, ɪᴍᴘᴀʀᴀɪ ᴄʜᴇ ʟᴀ fᴇʟɪᴄɪᴛᴀ̀ ᴘᴏʀᴛᴀᴠᴀ ɪʟ sᴜᴏ sᴏʀʀɪsᴏ.

«Hai un ammiratore!» Urlò Charlotte, una volta aver raccontato per l'ennesima volta cosa fosse successo questa mattina. «No, non ho un ammiratore. Non sa nemmeno come mi chiamo e non lo rivedrò più» Ribattei, sbuffando.

«Per me è a tutti gli effetti un ammiratore, vero Scar?» domandò quell'impicciona della mia amica. «Confermo sorella» rispose subito Scarlett, battendogli il cinque. «Certe volte mi chiedo perché sono ancora vostra amica», borbottai, sorseggiando il mio the freddo rigorosamente al limone.

«Perché ci ami è ovvio» risposero entrambe all'unisono.

Inquietanti.

«Dobbiamo attuare un piano» Char riprese parola, masticando delle patatine al formaggio. «Per? Se posso chiedere» dissi sarcastica, sorridendo fintamente. In risposta la sottoscritta mi regalò un calcio sotto al tavolo. «Per il tuo spasimante è ovvio»

Mi coprii il volto con la mano, esasperata, sapevo già che sarebbe stata una battaglia persa. «Smettetela e poi non è il mio tipo» le ammonii ripensando a occhi azzurri.

Beh, di viso non era proprio brutto.

«Ci stai ancora pensando, ammettilo» mi richiamò Scar, osservandomi con sguardo di sfida come a dire "prova a contraddirmi" .

Dannazione le odiavo, mi conoscevano fin troppo bene.

Lentamente un sorriso si espanse sul mio volto e cercai di nasconderlo dietro i miei capelli.
«È colpa della brioche al pistacchio» proferii infine, avvilita.

Aveva colpito il mio punto debole.

«Ferme! Non sapevo ti avesse anche dato una brioche e per di più al pistacchio» urlò Charlotte, consapevole di quanto io andassi matta per le brioche al pistacchio e di come per esse avrei fatto qualsiasi cosa.
Non a caso ogni volta che mi dovevano corrompere si presentavano a casa mia con una brioche al pistacchio.

Sorrisi al ricordo, le miei amiche erano la mia famiglia, la mia certezza nella vita e senza loro sarei stata dannatamente persa.

«Digli cosa ti ha detto dopo mister capelli carota» Scar sogghignò. Stronza.
«Che ha detto?» Char mi guardò curiosa, mangiando altre patatine. A differenza mia il punto debole della mia migliore amica erano le patatine, dategli in mano un sacchetto e sparirà in meno di due secondi.

«Gli ho detto che quella non potevo accettarla. Bene, lui mi ha risposto che avrebbe addolcito il mio caratteraccio» sussurrai, imbronciandomi come una bambina a cui avevano appena rubato le caramelle. «COSA?» L'esclamazione di Charlotte fece girare tutte le persone all'interno del bar della nostra università e Scar, puntuale come un orologio svizzero, la maledisse per l'attenzione che aveva attirato su di noi.

Io, invece, ero troppo impegnata a lanciarle un'occhiataccia, aspettando che smettesse di guardarmi con quel sorrisetto divertito. Non feci in tempo a proferire parola che la voce di Char mi zittii.

«Amica mia, hai trovato chi ti tiene testa»

In risposta ridacchiai, «non credo proprio, e se anche fosse non lo scopriremo mai.» Le mie amiche si lanciarono uno sguardo complice e infine Scarlett prese parola per entrambe. «Lee Lee, a volte il destino è molto più testardo di te.»

LA NOTTE MI CHIEDE DI TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora