Iᴍᴘᴀʀᴀ, ᴀ ɴᴏɴ ᴘʀᴇᴛᴇɴᴅᴇʀᴇ ᴅɪ ᴘᴏᴛᴇʀ ʀᴇsᴘɪʀᴀʀᴇ ɪɴ ᴜɴᴀ sᴛᴀɴᴢᴀ sᴇɴᴢᴀ ᴏssɪɢᴇɴᴏ.
«E così il tuo secondo nome è Alicia» La voce di Axel mi riscosse da quella tranquillità.
Annuii, rimanendo in silenzio. «E tu? Ti chiami solo Axel?» chiesi ironica. Lui, in risposta rise, negando con la testa. «Axel Richard O'cconer»«Carino» mormorai, osservando i miei piedi muoversi sull'asfalto. «Non vorrei rovinarti la serata più di quanto già abbia fatto, ma devo assolutamente andare a casa e disinfettare tutto questo.» sussurrò, cercando il mio sguardo.
«O va bene, possiamo salutarci qui allora.» dissi, cercando di non far trapelare il mio tono deluso. Axel scosse la testa, sorridendo dolcemente. «Perché sorridi?» chiesi, non riuscendo a nascondere il mio nervosismo.
«Perché fraintendi tutto miele, tu vieni con me. Sempre se vuoi ovviamente.» Mi spiegò, curvando leggermente le labbra. Oh,
«giuro che non sono una cattiva persona, devo solo darmi una ripulita, poi usciamo subito da casa se questo ti può far stare tranquilla» Axel cercò di rassicurarmi e la sua voce arrivò alle mie orecchie con un suono maledettamente dolce.«Va bene, non penso sia un problema» affermai pensierosa e accennai un sorriso per rassicurarlo. «Perfetto allora, me lady, mi dia il consenso per portarla nella mia umile dimora.» Esclamò con voce più roca del solito e non riuscii a trattenermi, quindi scoppia a ridere di gusto, scostandomi una ciocca di capelli dal volto.
«Monsieur, consenso accordato.» Risposi, continuando ad avere sul viso un grande sorriso che non riuscivo a nascondere, anche volendo. Ma in fondo, andava bene così.
Questa situazione mi ricordava tanto Colin.
Axel mi porse la mano e io l'afferrai all'istante. «Hai freddo?» chiese subito, sentendo le mie mani ghiacciate. «Solo un po', tranquillo» dissi, alzando le spalle. «Se vuoi-» Lo bloccai immediatamente, arricciando il naso schifata. «No ti prego, sembra tutto un orribile cliché così.» Dichiarai, fermando il suo gesto di togliersi la felpa.
Axel rimase qualche secondo in silenzio ad osservarmi e poi scoppiò a ridere, tenendosi la pancia. «Lo trovi divertente?» chiesi, seriamente confusa, osservandolo da sotto le ciglia.
Era carino, quando rideva.
«Nascondi un mucchio di sorprese, Aileen. Vieni, andiamo» esclamò, afferrandomi la mano. Allo stesso tempo fece sì che il suo braccio si posasse sulle mie spalle, continuando a tenere la sua mano intrecciata alla mia. Fu un gesto così veloce che non me ne accorsi subito, ma quando ormai ero incastrata contro il suo caldo, fianco.
I miei battiti aumentarono all'istante e sperai tanto che lui non potesse sentirli. Così per stemperare l'atmosfera mi decisi a parlare, facendo riferimento a ciò che aveva detto poco prima. «Ancora non hai visto niente» Lo presi in giro, ridacchiando. Lui sorrise e avvicinò il viso al mio orecchio. «Anche io sono pieno di sorprese. Ad esempio questo -indicò col dito noi- è il mio personale metodo per scaldarti, che dici? Approvato?» chiese, guardandomi, adesso, dritta negli occhi.
Sospirai, dovevo prendere una boccata d'aria. Girai il viso davanti a noi, cercando di prendere le distanze. «Giudicherò alla fine» affermai piccata, osservandolo di sottecchi. Axel rise e nel farlo mi strinse a se. Mi lasciai andare anch'io ad un sorriso rilassato, era una notte piene di stelle e ancora sarebbe stata lunga.
Chissà cosa mi avrebbe riservando, questa notte.
«Devo ammettere che la tua compagnia non mi dispiace», disse, dopo pochi minuti che stavamo camminando. In risposta lo guardi offesa. «Non ti dispiace?» Lui, mi sorrise giocosamente «mmh, mh»
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LA NOTTE MI CHIEDE DI TE
Romanzi rosa / ChickLit«siamo farfalle Axel, destinate a morire» Aileen è testarda, ha una lingua tagliente e odia tutto ciò che si definisce uno stupido cliché. Ha tutto ciò che la rende felice, una nonna amorevole con cui abita e delle amiche su cui contare. Allo stess...