14- Sussurri rumorosi

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È ᴄʜᴇ ᴄ'ʜᴀɪ ʟᴀ ɴᴏᴛᴛᴇ ᴅᴇɴᴛʀᴏ,
fʀᴇᴅᴅᴀ ᴍᴀ ᴘɪᴇɴᴀ ᴅɪ sᴛᴇʟʟᴇ.

«dov'è mielino?» chiesi una volta che Axel chiuse la porta di casa. Tara e Sienna erano appena andate via, avevamo passato tutto il pomeriggio insieme, senza accorgercene. Era stato bello, dopotutto. Mi ero divertita.

«Penso sia sul mio letto» rispose, prendendo i tovaglioli che avevamo lasciato sul tavolo. Annuii, «posso salire?» domandai educata, non volevo sembrare ficcanaso. «Certo Aileen, mica devi chiedermelo» disse di spalle, lavando il contenitore dove prima c'erano i miei brownies.

Stava lavando il contenitore.

Rimasi scioccata e quasi gemetti per la vista, le spalle larghe erano strette in una felpa con cappuccio e riuscivo a intravedere lo stesso i contorni dei muscoli della schiena. Mi venne l'acquolina in bocca quando scesi a osservare il suo fondoschiena, coperto da un pantalone della tuta grigio.

Maledetto. Era perfetto.

«Hai finito di farmi i raggi x?» chiese con voce roca, risvegliandomi dai miei pensieri proibiti. Feci una risata finta, rifilandogli un'occhiata bruciante, «Mi ero persa nei miei pensieri, non credere che ti stessi guardando.» sibilai infine. «Le tue risposte taglienti con me non funzionano, miele» si voltò a guardarmi, mentre con un panno asciugava la ciotola.

Non abbassare lo sguardo sulle sue mani.

Non
abbassare
lo sguardo.

Feci una smorfia, «nessuna risposta tagliente Axel, è solo la verità» marcai bene il suo nome, scoccando la lingua sul palato. Mi aveva colta in flagrante e mi odiavo per essermi fatta beccare. Lui mi osservò di sottecchi e decise poi di venirmi incontro, si fermò proprio difronte a me e prima che potessi allontanarmi il suo viso fu ad un centimetro dal mio, boccheggiai incapace di dire qualcosa. 

«La prossima volta, non farti beccare mentre mi mangi con gli occhi» sussurrò lussurioso al mio orecchio, scaturendo in me un milione di brividi per tutto il corpo. Dopo aver finito mi diede un'ultima occhiata affilata e salì le scale. Rimasi imbambolata solo un instante e poi tutto mi arrivò contro come una secchiata d'acqua fredda.

Stronzo.

Presi un respiro profondo e lo raggiunsi al piano rialzato, trovandolo sdraiato sul letto a infastidire miele che ancora sembrava dormire.

Da uomo a bambino era un attimo. Pensai, mentre lo osservavo schiacciargli i polpastrelli delle zampe. «Gli stai dando fastidio» esclamai con tono da rimprovero. Lui nel sentire la mia voce legò subito i suoi occhi azzurri ai miei, era come se lo scontro tra terra e acqua stesse avvenendo ed io, mi tuffai, mi tuffai in quegli occhi, desiderando perdutamente di trovare la mia redenzione.

Sarai tu?

«Gli sto facendo le coccole» mi corresse, tuffando poi il viso nella pancia di quel povero cucciolo.

Mi sedetti dall'altra parte del letto, proprio dove si trovava miele. «Ha una sua parte del letto?» chiesi, ridacchiando. Axel mi sorrise giocoso, «certo che sì e tu, la stai occupando» mi informò, rifilandomi uno sguardo felino.
«E dove dovrei mettermi?» chiesi, con tono provocatorio. «E tu, dove vorresti metterti?» mi sfidò, allontanandosi di poco dal gatto, come a invitarmi.

«Tu dove vorresti che mi mettessi?» domandai, cercando di captare qualche sua reazione. Il suo sguardo si indurì come se volesse maledirmi ma poi rispose, «proprio qui» mormorò, posando la mano difronte a se, tra lui e miele. Io deglutii rumorosamente, sentendo la bocca stranamente secca. Lo osservai e una scarica di brividi si propagò lungo la mia schiena nel vedere i suoi occhi lucidi di eccitazione. Non feci però in tempo a rispondere che sentimmo la porta d'entrata aprirsi dal nulla. Io mi alzai di scatto, come se mi avessero appena beccata in flagrante e guardai Axel, più confusa che mai. Ma, dentro di me sapevo di essere in realtà terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere se nessuno ci avesse interrotti.

LA NOTTE MI CHIEDE DI TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora