A ᴛᴇ ᴄʜᴇ ʟᴀ ᴠɪᴛᴀ fᴀ sᴀɴɢᴜɪɴᴀʀᴇ, fᴀɪ ᴄʜᴇ ᴇssᴀ sᴀɴɢᴜɪɴɪ ᴅɪ ᴘɪᴜ̀.
AXEL
«Sei un idiota, cazzo» urlai, ormai fuori di me. La collera prese il sopravvento e si sfogò completamente su Colin. «Lo so, okay! Lo so.» Mi diede ragione, stringendosi i capelli in un pugno.
«Potevi semplicemente dirmelo, invece, hai fatto tutto alle mie spalle» continuai, stringendo i pugni.«Lei non deve far parte di tutto questo, chiaro? Ricordatelo la prossima volta che ti viene in mente un'idea del genere.» Dichiarai, non ammettendo repliche. Col annuì e rimase zitto. «Ringrazia che non è venuto nessuno e che non l'abbiano vista» sibilai per poi dargli le spalle e uscire, sbattendo la porta.
Gli occhi dei ragazzi furono subito su di me e storsi il naso, guardandoli uno a uno ma poi mi accorsi che nella stanza mancava una chioma bionda. Mancava la mia bionda. Così feci un respiro profondo, passandomi il palmo della mano sul volto.
«Dov'è?» chiesi, flebile. «È andata via, ha sentito quello che hai detto all'inizio» mi spiegò Will, facendomi sgranare gli occhi. Mi voltai di nuovo, tornando da quell'imbecille di mio cugino e protesi la mano verso di lui, «dammi il telefono» ordinai. Col non disse niente, me lo diede e cercai il suo nome nella rubrica, ma rimasi stranito quando trovai: Lee🫒
«Un'oliva?»
Colin sorrise, «un giorno ho chiesto a Lee se volesse qualcosa da mangiare visto che si era fatto tardi» Io feci un cenno, affinché continuasse. «Ho aperto il frigorifero e Lee deve aver visto la scorta di olive ascolane di mia madre. Sai quanto lei ami fare ricette con quelle.» borbottò nauseato.
Era vero, mia zia le amava, ci riempiva sempre di piatti del genere.
«Le ho chiesto se le voleva e lei aveva risposto di no perché conoscendosi le avrebbe finite tutte. Ma io ovviamente ho insistito, be' non scherzava, ha finito il barattolo» concluse ridacchiando.
Accennai un sorriso.
Era una continua scoperta, ogni giorno sapeva sorprenderti. Con il suo modo di fare, con le risposte taglienti eppure, ogni qualvolta donava qualcosa di sé. Ero dannatamente grato di essere uno di loro, poter vedere quel sorriso era diventato, senza che potessi evitarlo, qualcosa da cui non avrei mai voluto scappare. Anzi, avrei sempre desiderato che fosse solo ed esclusivamente per me.
Però non lo era, ancora.
«Mi dispiace aver sbottato» mormorai poi, appoggiandomi al tavolo di metallo che c'era nell'a stanza. «Ho fatto una cazzata» rispose lui è capii che questo era il suo modo di scusarsi così annuii. «È stato rischioso Col» mormorai, incontrando i suoi occhi colmi di risentimento. Rimase in silenzio e mi sentii in colpa, era il mio cuginetto, dopotutto. Gli volevo bene come un fratello e lui lo sapeva.
«Ho esagerato, sai che ti voglio bene» dichiarai serio.
Non mi vergognavo mai ad ammetterlo, sarei morto per loro.
«No, hai fatto bene» ribatté, facendo un sorriso amaro. Sospirai, non volevo ridurlo così. «Non fa niente Colin, nessuno l'ha vista» lo rassicurai, posandogli una mano sulla spalla. Strinsi, sperando che percepisse la mia calma.
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LA NOTTE MI CHIEDE DI TE
ChickLit«siamo farfalle Axel, destinate a morire» Aileen è testarda, ha una lingua tagliente e odia tutto ciò che si definisce uno stupido cliché. Ha tutto ciò che la rende felice, una nonna amorevole con cui abita e delle amiche su cui contare. Allo stess...