Tᴜᴛᴛɪ, ɪɴ fᴏɴᴅᴏ, ʜᴀɴɴᴏ ʙɪsᴏɢɴᴏ ᴅɪ ᴜɴ ᴄᴜᴏʀᴇ ᴄʜᴇ sɪ ɪɴᴄᴀsᴛʀɪ ᴘᴇʀfᴇᴛᴛᴀᴍᴇɴᴛᴇ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴘʀᴏᴘʀɪᴏ.
«Ripetetemi perché ho accettato di venire?» chiesi retorica, cercando di indossare un maledetto body. «Perché ci vuoi bene» rispose subito Charlotte, finendo di truccarsi.
Questa sera avevo deciso di indossare un jeans chiaro con uno strappo sul ginocchio, le décolleté in vernice nera e un body del medesimo colore con dei piccoli diamantini qua e là, sul davanti. Dietro, invece, lasciava la schiena completamente scoperta che però veniva nascosta per gran parte dai miei capelli scalati.
«Ho vinto, stronzo.» borbottai fiera, chiudendo i bottoni di quella tortura fatta a indumento. Quella sera mi ero truccata come il solito, un po' di ombretto brillantinato -giusto per dare luce agli occhi-, mascara, illuminante e la mia amata matita labbra nude.
Vivevo per quella matita.
Era la numero 02 di Kiko, faceva parte della collezione matitoni ed era di un tonalità che consideravo perfetta, almeno per me.
Non mi truccavo mai in modo esagerato, non perché non mi piacesse ma, semplicemente non ne ero in grado. Passavo ore davanti allo specchio a cercare di fare una linea di elyner, finiva sempre con il pacchetto di cotton fioc finito e una me più nervosa che mai.
«Okay, possiamo andare» annunciai, infilandomi i tacchi. Uscimmo dalla camera e ci dirigemmo giù, all'ingresso. Ovviamente nonna Abs era lì pronta ad aspettarci. Le sorrisi appena la vidi. «Non aspettarmi sveglia stanotte, tornerò molto tardi.» La informai, guardandola seria. Speravo davvero che capisse, non le faceva bene stare tutte quelle ore sul divano, doveva andare a dormire su un letto comodo.
«Ricordati di andare in camera, quando senti di avere sonno». La raccomandai premurosa. «Lee Lee, sono un'adulta. Grazie, ma sono ancora in grado di prendermi cura di me.» Mi rassicurò lei, osservandomi di sottecchi.
Odiava quando mi preoccupavo troppo, ma come potevo non farlo?
«Siete bellissime, bambine» disse poi, sorridendoci. La ringraziammo e finalmente uscimmo. «Buonanotte, nonna Abigail» la salutarono le mie amiche, prima di chiudersi la porta alle spalle. Sorrisi dentro di me, facevano parte della famiglia oramai.
Prendemmo un taxi per arrivare alla discoteca e una volta scese, rimpiangai ancora di non essere stata a casa. Era gremito di gente.
«Come pensiamo di entrare?» Domandò Charlotte, osservando il fiume di gente che c'era all'esterno, così sbuffai. Vedi come entriamo adesso, dissi tra me e me.
«Così» Esclamai, prendendola per mano, subito Scar si aggrappò a Charlotte ed io inizia a camminare, sgomitando di qua e di la e mormorando uno "scusa" qualche volta. Finalmente arrivammo all'entrata, feci vedere i biglietti e il tipo della sicurezza ci timbrò i polsi.
Arrivammo all'interno del locale e subito le luci al neon colorate ci accecarono. La musica a palla mi stava già rintontendo e sperai silenziosamente che la serata passasse velocemente. «Andiamo!» urlò Scar per farsi sentire, avviandosi nella mischia.
Sperai, che da lassù Dio me la stesse mandando buona.
Ballammo per un po' e odiai ammetterlo ma mi stavo divertendo. D'altronde, ero con le mie amiche, ridevamo, ballavamo e cantavamo insieme nei momenti in cui mettevano le nostre canzoni preferite. Ad un certo punto vidi con la coda dell'occhio un ragazzo avvicinarsi a me e subito ridacchiai.
Lontano da me.
Appena sentii afferrarmi un fianco mi girai, «Non sono interessata» urlai, sperando mi sentisse a causa della musica a palla. Così mi allontanai, lasciandolo lì.
STAI LEGGENDO
LA NOTTE MI CHIEDE DI TE
ChickLit«siamo farfalle Axel, destinate a morire» Aileen è testarda, ha una lingua tagliente e odia tutto ciò che si definisce uno stupido cliché. Ha tutto ciò che la rende felice, una nonna amorevole con cui abita e delle amiche su cui contare. Allo stess...