2- Mi devi una colazione

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E ᴘᴏɪ, ʟᴜɪ ᴍɪ ʜᴀ ɢᴜᴀʀᴅᴀᴛᴏ ᴇ ɪᴏ, ɴᴏɴ ʜᴏ ᴘɪᴜ̀ ᴄᴀᴘɪᴛᴏ ɴᴜʟʟᴀ.

«Allora mi dici o no questo nome?» Borbottai scocciata, regalandogli il mio miglior sguardo omicida. «Perché devi guardarmi male con quei bellissimi occhi? Non funziona, lo sai vero?» Occhi azzurri mi sorrise così genuinamente che per poco mi dimenticai di non sopportarlo.

Sospirai, contando mentalmente.

Non puoi picchiarlo con i menù Lee, non puoi, picchiarlo, con, i menù. Mi ripetei come un mantra.

«Il nome. Grazie.»
Il qui presente Axel, dopo avermi osservata attentamente, finalmente si decise a rispondermi. «O'Conner»
«Bene, seguitemi» dissi, incamminandomi velocemente per scappare il più presto possibile da questa situazione.

Feci accomodare i ragazzi, costretta a sostenere tutti i loro sguardi curiosi e infine riuscì a liberarmi da loro, porgendo i menù. Tra tutti i ristoranti che ci sono in città proprio qui dovevano venire. Pensai.

«Facciamo cambio tavoli!» Urlai, appena entrai in cucina. Katniss si girò verso di me confusa, tenendo in mano due piatti vuoti. «Lee, tutto bene?» mi chiese la sottoscritta, trattenendo una risata. In risposta mi accasciai sul piano da cucina, imbronciandomi.

«È la mia fine» mormorai, rubando una patatina dal sacchetto aperto al mio fianco.
«E perché mai?» Kat mi guardò curiosa, appoggiandosi anche lei al bancone. «Il brutto incontro di stamattina è qui.» borbottai, leccandomi un dito pieno di sale.

«Il ragazzo?», chiese lei, alzando un sopracciglio. «Ragazzo?»subito Bob si girò verso di me con una padella in mano. Increspai le labbra, lasciando fuoriuscire uno sbuffo.
«Devo cacciare qualcuno?» Domandò di nuovo, osservandomi da sotto le sue folte ciglia.
Sorrisi dolcemente a Bob, negando con la testa.

«Forza Lee, non hai bisogno del nostro aiuto per tenere a bada un ragazzo, e lo sappiamo entrambe.» mi riprese lei.
«Quindi la domanda mi sorge spontanea, quel ragazzo ti rende nervosa? In senso positivo suppongo.» Lo sguardo che mi lanciò Kat mi fece storcere la bocca.

«Ma per favore, nessuno mi rende nervosa e tanto meno lui.» l'ammonii, per poi prendere i piatti e scappare a gambe levate.

Maledizione.

Dopo aver consegnato i piatti a un tavolo, purtroppo, mi toccò prendere le ordinazioni di quel tavolo. «Siete pronti per ordinare?» domandai, prendendo il taccuino e la penna. Fissai il foglio davanti a me, pur di non incontrare i suoi occhi, consapevole che fossero già su di me.

Pure sfacciato.

«Per me un hamburger con patatine» Capelli blu mi risvegliò dai miei pensieri e annuii, segnando l'ordinazione. «Per me costine di maiale e patatine» Fui costretta a girarmi verso il rosso e mi morsi la lingua per non sbottare.

Aveva scelto il mio cavolo di piatto preferito.

Una volta che tutti ebbero ordinato, ritirai i menù e andai in cucina a dare l'ordinazione. Mancavano ancora due ore, solo due ore e poi sarei tornata a casa.

🍯

«Arrivederci e buona notte» salutai gli ultimi clienti, slacciandomi goffamente il grembiule stretto sui miei fianchi.
«Lee, puoi andare oggi. Non c'è molto da pulire, vai a riposarti» mi rassicurò Tracy, sorridendomi calorosamente. Io la guardai incerta, «sei sicura?»

«Sicurissima tesoro, ci vediamo mercoledì» e tornò in cucina da suo marito. Kat aveva staccato prima stasera quindi mi trovai da sola a raccattare le miei cose nello spogliatoio. Salutai un'ultima volta Bob e Tracy e uscii, stringendomi nella mia giacca di jeans.

LA NOTTE MI CHIEDE DI TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora