Uɴ ᴀʙʙʀᴀᴄᴄɪᴏ ᴘᴜᴏ̀ ᴄᴜᴄɪʀᴇ fᴇʀɪᴛᴇ ᴇ ʀɪsᴀɴᴀʀᴇ ᴄᴜᴏʀɪ sfʀᴇɢɪᴀᴛɪ.
«Lee tavolo undici» esclamò Bob, indicando le portate sul piano della cucina. Annuii, uscendo spedita. Questa sera c'era un mucchio di gente al Poppy's e i miei piedi né stavano risentendo. Dopo aver lasciato Axel a casa di sua zia, ancora non riuscivo credere di far da tutor a suo cugino. Era stato l'ennesimo scherzo del destino e io lo sapevo.
Ero riuscita a far desistere Axel, una volta che era arrivata Megan. Per fortuna ci aveva interrotti, chiedendogli di aiutarla a spostare delle piante. Ammetto che era stato un gesto meschino approfittarne ma avevo davvero bisogno di mantenere le distanze, almeno oggi. Ancora non sapevo cosa fare, non capivo perché la mia testa andava in tilt quando lo vedevo e non avrei voluto di certo scoprirlo, almeno non in un futuro piuttosto vicino.
«Ecco a voi» dissi una volta aver servito tutto il tavolo. I signori mi sorrisero dolcemente e tornarono a chiacchierare tra di loro. Avevo bisogno anch'io assolutamente di fare una delle nostre serate poke con le mie amiche. Quando avevamo bisogno di un nostro momento per rilassarci o sfogarci ricorrevamo sempre alla serata poke. Bastava semplicemente che una scrivesse questa frase sul gruppo e capivamo subito che aveva bisogno di parlare.
Le serate poke.
Se la ma mia vita avesse avuto questo andamento ancora per molto, avrei avuto bisogno di molte serate del genere. Sospirai, obbligandomi a smettere di pensarci e tornai a concentrarmi sugli ordini.
Mi fermai quando un tavolo richiamò la mia attenzione. Feci una smorfia quando mi accorsi che era il tavolo di un gruppo di trentenni, questa sera avevano già fatto qualche casino e sperai davvero che questa volta non dovessero prendere me di mira.
«Mi dica» esclamai, sorridendo falsamente. «Possiamo avere altre birre?» domandò l'uomo brizzolato, in risposta storsi il naso ma annuii, non potendo fare nulla per impedirlo.«Hai qualche problema con la mia richiesta?» domandò ad un certo punto, sfidandomi con lo sguardo. Supposi avesse notato la mia espressione contrariata. «No signore, semplicemente non le sembra di aver già bevuto abbastanza?» chiesi, alzando un sopracciglio. Lui ridacchiò, guardando i suoi amici. «Una ragazzina che mi fa una lezione di vita, questa è bella»
Strinsi con forza il taccuino che avevo in mano e feci un bel respiro. «Non sono sua madre, di certo non perdo tempo a farle lezioni. Ma se vuole continuare a bere e perdere ancora più soldi, allora faccia pure» sibilai, dandogli le spalle. Una volta entrata in cucina lancia sul bancone il quadernino e mi presi la testa fra le mani.
Viscidi.
Ero stanca, esausta a dirla tutta. «Lee, tutto bene?» Tracy venne in mio soccorso ma alzai subito la testa per rassicurarla. «Sì scusami, sono solo stanca», lei mi accarezzò una spalla con fare materno e la ringraziai in silenzio.
Mi recai all'ennesimo tavolo con in mano dei menù. «Buonasera, benvenute al Poppy's» dissi di consueto, alzando lo sguardo sui loro volti, fu lì che mi bloccai.
«Cosa ci fate qua?» Quasi urlai, vedendo le mie amiche davanti a me. Loro risero, «siamo qua per cenare, non vedi?» Scarlett prese parola. Le guardai con rimprovero, «non dovevate venire» Charlotte mi prese la mano, «ci dispiaceva Lee, volevamo solo renderti il turno meno pesante. Giuriamo che non daremo fastidio, siamo qui davvero per cenare.» Quel tono rassicurante e dispiaciuto mi fece sciogliere, abbassai lo scudo e sorrisi alle mie amiche. Mi conoscevano meglio di chiunque altro e ringraziavo ogni giorno Dio per averle al mio fianco. Nell'esatto istante in cui tutto diventava troppo, loro erano qui, pronte a tirarmi su.«Allora, vi porto i soliti?» domandai infine, regalando loro il mio più sincero sorriso e loro fecero altrettanto. «Ovvio tesoro, e ora vai prima che Bob ci sgridi» borbottò Scar, osservando dietro di me, dove si trovava la cucina. Io e Char scoppiammo a ridere al ricordo di una sera in cui Bob aveva sgridato Scarlett perché era in uno dei suoi momenti iperattivi.
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LA NOTTE MI CHIEDE DI TE
ChickLit«siamo farfalle Axel, destinate a morire» Aileen è testarda, ha una lingua tagliente e odia tutto ciò che si definisce uno stupido cliché. Ha tutto ciò che la rende felice, una nonna amorevole con cui abita e delle amiche su cui contare. Allo stess...