15- pensieri e ricordi

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Quella notte Cancer fu tormentata dai ricordi, tutti incentrati sulla sua presunta madre, in particolare il giorno dopo la morte del padre adottivo di cui non si ricordava niente
~ricordo~
MC:Cancer vieni immediatamente qui
C:mamma che ho fatto?
MC:ti avevo detto di controllare il forno!
C:ma se non so neanche come accenderlo
MC: NON È VERO- e gli tirò un ceffone in pieno viso.
C:ma mamma...perché...
MC: NON TI VOGLIO SENTIRE- un altro ceffone
Cancer cominciò a piangere allora la madre le strinse forte il braccio
MC:NON VOGLIO SENTIRE LE TUE LAGNE- e la spinse dentro uno sgabuzzino. Era sporco e polveroso, puzzava di muffa e topo morto, là dentro provò a uscire più volte sbattendo con la spalla contro la porta fino a romperla; lo sgabuzzino fu la sua prigione per una settimana senza mangiare e senza bere e con un braccio rotto e quando uscì fu portata senza fretta all'ospedale, fu la prima volta che ci entrava, sapeva di medicine e disinfettante.
~fine ricordo~
Sì ritrovo a piangere e a sentire dei passi correre e un Mark trafelato sulla soglia della porta della stanza
M:Cancer stai bene?!?!
C:si, scusa se ti ho svegliato
M:oh niente, buonanotte
C:...MARK per favore potresti...
M:si?
C:...niente
M:an ok...se hai bisogno basta solo che lo dici
C:grazie...buonanotte

Il giorno dopo all'allenamento la ragazza riprovò il tiro con cui aveva segnato contro la Royal, ci provò per tre volte prima di eseguirlo perfettamente, la palla fu ricoperta di schegge di vetro e fuoco e urlò
C: FUOCO CRISTALLINO
Mark provò a pararla ma appena tocco palla fu immobilizzato e quindi il pal l one lo scaraventò dentro la rete, quando si girò si accorse che la squadra la stava fissando sbalordita
C:chiudete la bocca o entreranno le mosche-disse seccata
M: perché ti dà fastidio il fatto che ammiriamo il tuo talento?
C:non è che mi dà fastidio semplicemente non capisco perché vi stupite tanto per un tiro, comunque no ha importanza, continuiamo l'allenamento cialtroni
K:ai tuoi ordini capo-fece ironico
C:togli immediatamente dalla voce quel tono ironico Kevin Dragonfly- disse Cancer fulminandolo
K:o ok...
Arrivò il tramonto e l'allenamento finì
M:Cancer mi accompagni alla torre?
C:certo ma perché non invitiamo anche... -cadde a terra senza forze senza finire la frase
M:Cancer!
C:tranquillo, avrò esagerato con i tiri in porta
M:sicura?
C:sicurissima
M:ti do una mano ad alzarti
C:grazie
Mark mise il braccio di Cancer intorno al collo in modo che la ragazza si appoggiare un pò a lui
M:andiamo a casa
Appena arrivarono la portò in camera sua
M:ora vado a parlare con Hillman mentre tu ti riposi e domani non vieni ad allenarti
C:COME?! ce la posso fare Mark
M:ma se non ti reggi neanche in piedi
C:e invece si- ma appena si staccò da Mark cadde sulle ginocchia
M:visto? Su dai non ti preoccupare
C:ma...ok tanto cercare di farti cambiare idea è impossibile, giusto?
M:esatto- e fece un sorriso a trentadue denti splendido -ok ora vado, mangia qualcosa e vai a dormire, a domani
C: va bon, a domani

Mark era uscito da un'ora e Cancer era sotto le coperte ma non riusciva a dormire, i ricordi la tormentavano e si accorse che in ognuno lei non sorrideva, in effetti fino a quando ne aveva memoria le non aveva mai sorriso fino a quando aveva incontrato la squadra, fino a quando aveva incontrato lui... ma non aveva voglia di pensare a lui, anche perché la mente era occupata da altri pensieri, ad esempio
~ricordo~
Aveva 6 anni, era notte, di tornare a casa era impensabile, da qualche parte sentì dei bambini gridare, poi una palla la colpi in pieno petto, in quello sentì un calore al petto e una voce di un bambino chiamarla, i due bambini le chiesero di giocare
C: a cosa?
Bambino: a calcio no?!
C:e cos'è il calcio?
Bambina:come fai a non sapere cos'è il calcio
Bambino: è un gioco, devi calciare un pallone superando gli avversari e poi tirare in rete e fai goal se il portiere non la para, è molto divertente e ti da un senso di libertà straordinario!
C:libertà, eh?!
Allora prese la palla e superò il bambino con molta facilità e tirò contro un muro
Bambina:sei...
Bambino:...velocissima, sicura di non aver mai giocato?
C:si, sai hai ragione, ti senti libero, vabbè ciaooo
Sì mise le mani in tasca e scomparse nel buio diretta a casa, il giorno dopo rubò un pallone e ogni notte andava in un parcchetto da calcio non curato a esercitarsi, in quei momenti, quando correva si immaginava di volare e si sentiva libera ma non sorrideva mai anche perché ogni volta che tornava a casa veniva picchiata
~fine ricordo~
Poi si ricordo di un incontro che le dava un'altra ragione per vivere
~ricordo~
Era ancora a Kyoto e stava tornando a casa da scuola, aveva 8 anni, da qualche settimana aveva cominciato a essere una ragazza dura, tutti gli stavano lontani anche quelli più grandi, perfino i maestri non volevano avere casini con lei, comunque dietro a un vicolo si accorse che 4 ragazzi di più o meno 12 anni se la stavano prendendo con un bambino che, sebbene non ne conoscesse l'età, era più piccolo della media, a Cancer venne il forte istinto di picchiare quei ragazzi a sangue, come si permettevano di picchiare quello scricciolo impaurito che forse aveva giocato uno scherzo innocente alle persone sbagliate, fortunatamente per i ragazzi bastò lo sguardo di Cancer e il suo modo spaventoso di dire
"ANDATEVENE" per farli andare via senza venir picchiati
C:hey piccolo tutto bene?
Xx:s-si g-grazie
C:come ti chiami?
Xx:Scott, Scott Banyan
C:bene Scott, torna a casa sennò quelli tornano
S:sono orfano, non ho nessuno, non mi fido molto di te ma ti prego portami a casa tua
C:te lo assicuro vorrei aiutarti ma... casa mia non è luogo per bambini
S:in che senso?
C:te lo dirò la prossima volta che ci vediamo
Da quel giorno Scott l'avrebbe sempre seguita e lei lo avrebbe sempre salvato dai pasticci in cui il ragazzino si cacciava a causa dei suoi scherzi
~fine ricordo~
Un'altro ricordo si fece strada nella memoria della ragazza
~ricordo~
Stava passeggiando assieme a Scott quando sentì un forte mal di testa, una fitta alla gamba sinistra e si sentiva mancare l'aria, cadde a terra tormentata dal dolore mentre Scott chiamava aiuto. Si risvegliò all'ospedale con Scott che le dormiva accanto e la madre che parlava con un medico. Si mosse svegliando il ragazzino che subito l'abbraccio in lacrime, subito dopo entrò il medico
Medico: Cancer mi dispiace molto... ma hai il cancro, in tre punti diversi, al polmone, alla tibia sinistra e al cervello e... e le tue possibilità di sopravvivere sono il 18%, per allungarti un pò la vita dovresti sottoporti alla chemio e non devi giocare più a Calcio....
Tutto il resto del discorso si ridusse a un ronzio, non poter giocare a calcio per lei era una tortura, apparte aiutare Scott, il calcio era l'unica ragione per cui Cancer continuava a lottare. Da quel giorno sua madre divenne peggio dei precedenti 6 anni, coglieva ogni occasione per picchiarla e Cancer aveva imparato a sopportare il dolore in silenzio
~fine ricordo~
I suoi pensieri furono interrotti dai passi di qualcuno che correva eccitato su per le scale, questo qualcuno aprì piano la porta della camera della ragazza e sbircio dentro per poi chiuderla subito dopo, dalla camera affianco senti il ragazzo esultare e poi zittirsi di colpo, questo voleva dire che il ragazzo sfinito si era buttato sul letto e subito addormentato.
Finalmente Cancer senti che gli occhi si facevano pesanti tuttavia prima che si addormentasse profondamente, un ultimo ricordo riaffiorò era di 2 settimane prima circa
~ricordo~
S: perché devi partire-disse Scott tra le lacrime- chi mi difenderà d'ora in poi? Sei l'unica persona di cui mi sono fidato e ora mi abbandoni?
C:Scott non sono io che scelgo sono stata cacciata dalla scuola e a Tokyo c'è un ospedale più avanzato dove mi potranno seguire meglio
S: sono tre anni che stai male e sei sempre forte, continua le cure qua ti prego! Non riuscirò più a fidarmi di qualcuno se mi abbandoni anche tu...come mia madre
C:TI PREGO SCOTT, NON...NON RENDERE TUTTO PIÙ DIFFICILE! CREDI VERAMENTE CHE TI VOGLIA ABBANDONARE! DA QUANDO NON POSSO PIÙ GIOCARE A CALCIO ERI RIMASTO TU, TU ERI L'UNICA RAGIONE PER CUI RESISTERE E ORA CI DOBBIAMO SEPARARE, CREDI VERAMENTE CHE LO VOGLIA?!?!?!?! Urlò Cancer tra le lacrime
S:Cancer...non ti ho mai visto piangere...
C:non sto piangendo, mi è solo entrato qualcosa negl'occhi
S:si certo e io sono la regina d'Inghilterra- fece ironico
Cancer lo prese per le spalle e guardandolo negli occhi disse
C:Scott un giorno tornerò e quando questo accadrà promettimi che sarai indipendente e forte d'animo... me lo prometti?
S:si
C: bene, allora Scott, arrivederci
S:a presto
Cancer salì in treno spinta da dietro dalla madre e appena questo partì lasciò indietro la sua Kyoto e fece scendere l'ultima lacrima di tristezza che le pizzicava l'occhio.
~fine ricordo~
Finalmente a mezzanotte la ragazza si addormentò, senza accorgersi di aver lavato il cuscino e anche durante il sonno lasciò cadere alcune lacrime mentre pensava al piccolo Scott

Casini e sentimenti nell'InazumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora