Capitolo 18.

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"Sai che papà e Bruna non stanno più insieme?"

Lo guardo attentamente e come se in quel momento non riuscivo a capire la frase sobillata dal bambino.

Nulla sembra più facile da capire di ciò che non abbiamo capito.

Ci sono cose che non capisco perché non le capisco; cose che non capisco perché non voglio capirle; cose che non capisco perché non me le fanno capire; cose che non capisco perché non val la pena di capirle.

Questa è quella che non ho voglia di capirla.

"M-mi dispiace per loro" sussurro abbassando lo sguardo.

"A me no" alzo lo sguardo cercando di essere seria, ma non riesco perché scoppio subito a ridere di fronte a lui.

"Sei proprio monello" lo prendo in braccio.

Lo vedo sorridere sciogliendomi istintivamente,  causandogli un attacco di baci proprio sulla guancia destra, facendolo ridere.

"Sei il mio monello" gli sussurro nel suo orecchio.

Appoggio il bambino sentendo dei passi venire verso di noi, facendomi girare alle mie spalle.

Osservo la sua figura in modo davvero esultanza, scruto ogni suo centimetro di pelle anche se è coperta dalla camicia bianca, dalla cravatta e per finire dalla giacca.

Poi ritorno nel suo viso ormai divertito dal mio sguardo.

Mi sposto facendo spazio alla porta d'uscita.

Sento una sensazione di nostalgia e come se io non volessi che se ne andasse, voglio che rimane qui magari seduto sul divano ad osservare me e Davi.

Lo vedo fare dei passi lenti verso di noi.

Per poi guardare il bambino vicino alla mia gamba, lo prende accuratamente in braccio facendomi deglutire.

"Fate i bravi" bacia suo figlio in modo davvero onesto e sincero, vedo molte storie nei suoi occhi quando guarda suo figlio, non è dubito, questo bambino è davvero fantastico.

Posa suo figlio, poi lo vedo guardarmi e sussulto appena sento le sue mani sui miei fianchi mente mi regala un caloroso abbraccio.

Dopo aver sussultato decido di ricambiare mettendo le mie mani dietro la sua schiena appoggiando la mia testa sul suo petto duro, respiro sentendo un odore di buono.
Non lo nego il suo profumo è davvero straziante.

"Bene dovrei andare" dice allontanandosi da me, le sue mani però rimangono lì dove sono, non si spostano di un centimetro.

Annuisco guardando sempre dritto nei suoi occhi.

Dopo aver lasciato i miei fianchi noto il suo viso privo di emozioni,
Privo di felicità.

Appena sento il rumore della porta mi giro verso essa pregando che da un momento all'altro Neymar entrasse di nuovo abbracciandomi di nuovo, ma non è successo.

Mi toglie da testa i pensieri e proprio suo figlio che mi chiama.

"Erica" mi chiama.
Distolgo lo sguardo dalla testa mugolando qualcosa.
"Mh?"

"Vieni" mi tira dal vestito ma io lo fermo subito prendendolo in braccio.

"Cars!" Urla indicando la TV.

sarà la decima volta che lo vediamo, ma tutto pur di sapendo che sia felice.

Dopo mezz'ora e qualche minuto come sempre il bimbo si è addormentato.

Lo prendo in braccio salendo piano le scale andando verso la sua stanza.

Lo adagio piano sul lettino dandogli come sempre un bacio sulla fronte in modo dolce e delimitato.

Attraverso il grande corridoio e osservo attentamente la camera di Neymar, vado verso di lei con passi lenti.

La apro sorridendo ricordandomi l'ultima volta in cui ci sono entrata.

Appoggio la testa sull'incavo della porta chiudendo gli occhi e sospirando, tutto questo sempre sorridendo.

Apro gli occhi guardando qualcosa sotto il letto, mi avvicino lentamente verso essa.

Mi abbasso notando meglio mettendomi una mano sulla bocca appena metto a fuoco.

Dei slip da donna.

Esco da quella stanza in modo frustato.

Cosa sto facendo?
Perché mi da fastidio?
Lui è Neymar Jr uno dei giocatori più forti al mondo.

Mi blocco sentendo la porta aprirsi per poi sbattere.

BABY-SITTER |Neymar Jr|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora