Capitolo 6.

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"Alfred!" Urlo entrando nel suo appartamento con gli occhi confusi del ragazzo.

"Perché tu non mi avevi detto che il padre del bambino è Neymar Jr calciatore brasiliano?!" Urlo puntandogli il dito contro.

"Be' se te lo dicevo tu non ci andavi più, ormai io ti conosco" si avvia verso il divano, facendomi segno di sedermi anch'io.

Mi siedo mettendomi le mani con frustrazione.
"Come è andato racconta!" Mi incita girandosi verso di me.

"Ti piace?" Mi sorride.
"Il bambino è fantastico è davvero così spensierato così carino mi meraviglio che abbia solo quattro anni..." sussurro, ricordandomi il viso angelico del bimbo.

"Non intendevo il bambino, lo so che ti è piaciuto, me l'ho immaginavo!"
Lo guardo con il viso a punto interrogativo.
"Il padre del bambino!" Urla decisivo.

Lo guardo alzando il sopracciglio.
"Che intendi Alfred" gli punto il dito contro.

"Niente" si alza dal divano guardando il basso, guardandolo stupefatta.

"Che succede Alfred?"

Alla sprovvista mi prende le guance e mi bacia con passione, io non mi stacco.

"A-alfred" sussurro sulle sue labbra, non fa nulla solo un bacio delicato sulla fronte.

Si dice che il bacio sulla fronte sia il simbolo per eccellenza di protezione, tenerezza e affetto. È un gesto che rappresenta l'amore profondo e superiore a quello erotico che si da sulle labbra.

Ma perchè?

Quando qualcuno ti bacia la fronte, spesso si dice che bacia la tua anima.

"Perché?" Gli chiedo confusa, sovrastata ancora dall'eccitazione.
"Perché tu mi piaci veramente, da quando sei entrata da quella fottuta porta" indica essa.

Non gli dico niente lo bacio e basta di nuovo.

Non credo neanche per un attimo che sia successo per caso: caso è solo il nome che diamo a un groviglio di azioni e reazioni che non vediamo e non capiamo.

Senza che me lo aspettassi, mi venne un nodo alla gola. Il problema, con la solitudine, è che si sopporta bene finché non si prova l'alternativa. Una volta che hai assaggiato cosa significhi avere una casa e degli amici, tornare a stare da solo è maledettamente difficile.

Amici...
Ho solo una migliore amica  andata a divertirsi in un viaggio di nozze.
Non l'ho scritta non gli ho detto nulla di tutto questo, solo per non farla agitare o preoccupare nei giorni più belli della sua vita.

"I-io no Alfred!" Balbetto staccandomi dal bacio correndo verso la porta, ma mi giro un'altra volta guardando il riccio lì nella stessa posizione di pochi secondi prima.

"Mi dispiace..." sussurro prendendo il mio capotto e chiudere la sua porta alle mie spalle.

Non sono pronta per questo, Alfred si, è un bellissimo ragazzo, ma non è fatto per me è io non sono fatta per lui.

Una povera ragazza che cerca lavoro ormai da anni ora baby sitter, lui un uomo d'affari, un avvocato il più importante della città.

L'ora non tarda ad arrivare sono le 6.30 precise, mi vesto con un leggings, una felpa con un top sotto, già immagino l'aria calda che sovrasta quella casa.

Mi avvio nella mia macchina sfrecciando in quella enorme casa.

Come ieri suono dicendo alla cameriera che sono io, Erica, e mi avvio verso la porta.
Quest'ultima si apre ma non con la figura della cameriera, ma la figura del padre del bambino.
"Oh Buonasera!" Sorrido.
Lo squadro per bene, ha uno smoking nero, pronto per il suo evento.

"Buonasera a te Erica" mi fa un sorriso che io ricambio di nuovo e dopo ciò mi fa passare con poco spazio, ma le nostre braccia si toccano, come se l'avesse fatto...apposta?

"Erica!" Sento il piccolo venirmi ad abbracciare, mi abbasso alla sua altezza stringendolo di più a me.
"Pronto per questa bellissima serata?" Gli dico euforica.

Sembro io la bambina.

"Si!" Urla.
Mi alzo in piedi sentendo la grande figura dietro di me che mi scruta attentamente.
"Erica" mi chiama, io mi giro verso di lui guardandolo un'altra volta, è possibile che mi faccia così imbarazzo?

"Si?" Rispondo soltanto.
"Ritornerò tardi stasera, credo che tu sappia cosa fare" dice indicando la cucina.
"Sì certo, di solito cosa mangia?" Dico dando uno sguardo al piccolo che aspetta che lo prenda in braccio, e io gli mimo un "aspetta" con il sorriso.

Il ragazzo di fronte a me guarda prima me e poi il bambino ridendo.

"Oh che parlo a fare vi siete già capiti!" Urla prendendo in braccio il bambino, facendomi ridere.

"Tutto tuo!" Me lo passa sfiorando i suoi anelli.
Si gira verso la porta facendomi notare uno dei suoi tanti tatuaggi sul collo, tudo passa.

"Allora io vado" indica la porta.
"Saluta il papà Davi" dico prendendogli la manina scuotendola verso il ragazzo, non so io cosa stia facendo, ma in questo momento mi sento felice.

Il ragazzo mi guarda ridendo, e io mi sciolgo diventando rossa.

Quando sto con Davi non sono quasi più io.

Quando il papà del bambino esce dalla casa sempre con il sorriso sulle labbra, inizio a guardare il bambino in modo minaccioso.
"No..." sussurra scendendo dalle mie braccia ansioso.

"Si..." sussurro.
"È l'ora del solletico!" Inizio a ridere e a seguirlo in tutta la casa, ma subito dopo vedo un ombra che non faccio caso alla finestra che ci osserva, ma guardando con la coda dell'occhio riconosco lo smoking nero.

Sentendo la risata di Davi, tolgo lo sguardo dalla finestra.
"Sappi che ti prendo!"

Spazio autrice
Sto letteralmente amando!
Che carino Ney!
Un bacio e al prossimo capitolo ❤️😍💋

BABY-SITTER |Neymar Jr|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora