Capitolo 24.

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"Neymar?" Il mio viso cambia, notando il ragazzo con una faccia cupa, delle occhiaie e dei occhi rossi.

Lo vedo abbassarsi subito prendendo Davi in braccio baciandolo sulla guancia, noto che il bambino possiede la mia stessa reazione, confuso e perplesso.

"Non capisco che succede" il suo sguardo incrocia i miei occhi, ma il suo sguardo non è come il suo solito ovvero: con un ghigno o magari un sorriso stampato in faccia.
Anzi mi guarda come se avessi fatto la cosa più sbagliata al mondo.

"Non ti permettere mai più di fare una cosa del genere" ringhia.

"Non capisco cosa ho fatto di male" rispondo scuotendo il capo confusa.

"Dove l'hai portato Erica, mi hai fatto preoccupare" dice, seguo il suo sguardo mentre posa il bambino che fila dentro, mettendosi comodo sul divano.

"Ah tu pensi a questo?" Rido nervosa.

Noia e nervi son due cose, anche troppo contagiose.

"Ma non ci pensi neanche ad avvisarmi cazzo!" Sbotta mettendosi le mani nei capelli.
"ti ho anche chiamato, ma non hai dato segno di vita"  continua puntandomi il dito contro.

"Non ho fatto nulla Neymar! Ho portato Davi a casa mia, dato che tu eri molto impegnato con la supermodella cazzo!" Questa volta sbotto io, ma continuo a ridere nervosa.

Vorrei capire come fa il sistema nervoso, ad essere anche simpatico.

"Io-" inizia a parlare con affare infastidito.
"Tu cosa Neymar?" Gli punto io il dito contro questa volta.

"Me ne sono andata per non sentire i vostri gemiti, me ne sono andata per non far sentire il tuo bambino i tuoi gemiti" urlo facendomi quasi sentire da Davi.

In questo momento sento la rabbia farsi strada sulle mie vene, ormai la mia rabbia sta crescendo man mano.

"Oh ora ti importa della mia vita?" Mi chiede.
"Non me ne frega un cazzo della tua vita Neymar, fai il puttaniere dove e quando vuoi ma non quando ci sono io o anche il tuo bambino" sbotto, o dovrei dire ringhio.

"Sbaglio o questa è casa mia" dice indicando la sua enorme casa.

"Posso fare quello che voglio" sbotta.

Sbuffo.

"Sei un bambino, guarda mi sembra più maturo Davi" quest'ultimo si avvicina a noi.

"Sai papà ho conosciuto Alfred" il brasiliano alza subito lo sguardo verso di me infastidito.

"È il tuo avvocato Neymar" quasi rido dal suo atteggiamento.

"Non me ne frega un-" si ferma guardando il figlio.

Il figlio dopo averci dato un ultima occhiataccia si avvia verso il divano buttandosi sopra, facendomi quasi ridere.

È possibile in questa situazione ridere?
Quel bambino è un eccezione a tutto.

Vedo Neymar fare un passo verso di me scendendo il gradino che ci separava fino a poco prima.

"Non ti ho dato il permesso di uscire con mio figlio, non ti ho dato il permesso di far conoscere qualcuno a mio figlio" mi ringhia abbassandosi di poco dato la mia altezza.

In quel momento metto da parte l'imbarazzo e il disagio e mi avvicino al suo viso con rabbia.

"Non ti ho dato il permesso di baciarmi quella sera" dico a denti stretti chiudendo le mie mani in pugni, in quel momento tutta quella rabbia la volevo scaricare su di lui, magari dandogli anche uno schiaffo ma non era il caso c'era Davi lì ad osservarci a pochi chilometri.

Lo vedo rilassarsi appena dette queste parole, lo vedo molto confuso, guarda un punto fisso del grande guardino alle mie spalle.

Giro i miei tacchi e mi avvio velocemente verso la mia macchina quasi correndo.

Dovevo correre da quella situazione, stava finendo male.

Cosa c'è in me che non va? Perché ogni volta che mi capita qualcosa o qualcuno di bello nella mia vita, faccio di tutto per rovinarla?
Ogni volta che c'è un forte legame con qualcuno e ho una forte paura che questa persona se ne vada dalla mia vita, cerco quasi di allontanarla istintivamente un po' alla volta.

Dovevo dirgli di quel bacio?
Soprattuto quella sera dovevo baciargli sull'angolo della bocca?
Ci dovevamo baciare quella sera?
Sono io quella sbagliata?

Sospiro, iniziando a vedere la vista cupa, inizio a vedere dei punti neri sparsi nella mia macchina.

In quell'istante per un attimo il mio respiro inizia a mancare, e inizio a piangere come una scema disperata.

Il mio respiro si fa molto più corto, e li capisco che sto soffrendo un altro attacco di panico dopo anni.

Mi sono promessa che non sarebbe successo mai più, mi sono convita anni fa.

Per questo motivo mi costringo a scendere dalla macchina andando a passo lento verso la casa sperando di non cadere da un momento all'altro e soprattuto cercando regolare il mio fiato non riuscendoci sfortunatamente.

Sento le lacrime fuoriuscire da sole senza un degno di controllo.

Mi sembra di rivivere le mie stesse azioni da piccola,
Mentre cerco di alzarmi dal lettino andando verso la camera dei miei genitori.
Ma in questo momento i miei genitori non ci sono.



Spazio autrice
🤭
Neymar arrabbiato=😮‍💨
Cosa succederà a Erica dopo questo attacco di panico?
Lo scoprirete presto
Un bacio 💘

BABY-SITTER |Neymar Jr|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora