Capitolo 23.

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Dopo essermi calmata del tutto, avendo un piccolo attacco di panico, facendomi ricordare me da piccola.

Da piccola soffrivo di attacchi di panico.

Il panico è una improvvisa diserzione da noi stessi, e un arrendersi al nemico da parte della nostra immaginazione.

Apro lentamente la maniglia della porta andando direttamente nel soggiorno, intravedo che non ci sono più Neymar e la ragazza.

Sento di nuovo gli occhi offuscarsi appena immagino i più possibili di loro due insieme.

Alzo lo sguardo verso le scale che mandano ai piani di sopra sentendo dei rumori.

Mi avvicino a Davi lentamente.
"Ehi Davi che ne dici di fare due passi fuori?" Sussurro al bambino facendo un mezzo sorriso.

Non so cosa stiano facendo Neymar e Claire, non lo voglio immaginare.

"Dove c'è l'hai il giubbotto Davi" chiedo abbassandomi alla sua altezza.

"Nella mia stanza" mi sorride.

Io sospiro accarezzandogli la guancia.

"Bene, aspettami qui" dico indicando la stanza.

Salire di sopra era l'ultimo mio pensiero, ma devo fare più veloce possibile per poi andarmene da questa orribile casa.

L'ultimo scalino delle scale si fa vicino e anche i rumori.

Metto piede nel lungo corridoio andando dritto la camera di Davi facendo passi svelti.

Appena sono arrivata vado direttamente nel suo armadio prendendo un giubbotto a caso.

Corro verso la porta e attraverso un'altra volta il corridoio.

Mi fermo d'istinto di fianco alla porta di Neymar.

Ma sobbalzo sentendo un rumore, lentamente avvicino il mio orecchio sulla porta.

Sento risate da parte di lei.

Mi affretto a correre giù per le scale prendendo Davi velocemente e andarmene da quella casa.

"Dove andiamo Erica?" Mi chiede.
"Tu dove vuoi andare amore?" Gli chiedo baciandogli la guancia.
"A casa tua" dice sorridendo.

"Va bene" rispondo entusiasta.

È possibile che riesco a decifrare parola con un bambino di 5 anni?
Invece con suo padre è tutto un contrario, non riesco a capire questa cosa.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.

"Dai saluta su" dico al bambino che entra in macchina sorridendo, dopo ciò entro anch'io però prima gli metto la cintura facendo la stessa cosa io.

Osservo il bambino tutto il tempo, lo vedo guardare dalla finestra come se per lui è tutto nuovo, ma so che non è così.

Negli occhi dei bambini è sempre tutto più nuovo.

Dopo minuti finalmente arriviamo sotto casa mia.

Scendiamo e lo prendo per mano.

BABY-SITTER |Neymar Jr|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora