Hai mai fatto del male a qualcuno, Abigail? (Revisionato)

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Ci piace pensare che abbia un certo valore, la banalità
"amor vincit omnia". Ma se ho imparato una cosa, nella mia breve triste vita, è che quella banalità è una bugia: l'amore non vince nulla, e chi lo pensa è uno sciocco.
Donna Tartt

COLIN

"Cole, mettiti una maglietta, non siamo più a Los Angeles" mi sentii arrivare in faccia quel pezzo di stoffa e scoppiai a ridere, lanciandola nuovamente contro quel coglione di mio fratello. "Serve più a te, non credi? Verrai vestito in quel modo? Vuoi farci sfigurare?" "Dai Walsh? Pensavo di andare nudo."
Un sorriso mi sfiorò il volto e un bagliore di mistero e divertimento balenò nei miei occhi.
"Così da spaventare tutti?"
Mi misi nuovamente a ridere e mi alzai, appoggiando la mano sulla sua spalla.
"Sempre che non lo faccia prima tu.
Ti ho visto parlare con la piccola Walsh."
"Ember? Non ti riguarda."
"Non tormentarla con i tuoi giochetti, non puoi ferirla di nuovo, questo lo sai, vero? Ce ne siamo andati per un motivo e il prossimo anno non sarò più qui per pararti il culo, spero ti sia chiaro."
Il tono di Colton era pacato ma sapevo bene a che cosa si stesse riferendo.
"Non voglio tormentarla, fatti i cazzi tuoi fratello."
"Colin, niente stronzate, non farmi pentire di averti riportato qui."
Le sue parole furono piuttosto chiare ma come sempre non volevo sentire ragioni.
Perchè cazzo dovevo farmi comandare?
"Preparati per la festa e ricorda di non lasciarti tentare dai tartufi al cioccolato." Sorrisi divertito a quelle parole nel fare un piccolo ghigno, inclinando successivamente il viso da un lato quando mio fratello capì ciò che avevo appena detto. "Non fare cazzate. Sarai il capitano, vuoi farti cacciare prima dell'inizio dell'ultimo anno?! Hai un minimo di cervello? Usalo."
"Hai finito?" Quello che disse non fece altro che farmi sorridere. Quanto poteva essere egoista nei miei confronti? Ero l'ultimo scarto della famiglia. Colton era il fratello maggiore, io quello di mezzo e poi c'erano i gemelli, Charlie e Chandler. Tutti erano più interessati a sapere che cosa volessero loro due ma io? dovevo cavarmela da solo.
"Non rovinare tutto, ti ho avvertito." Detto questo lo vidi uscire e presi il cellulare, scorrendo tra le varie applicazioni con le dita. Mi soffermai su Instagram e cominciai a digitare sulla tastiera. Abigail Walsh, niente. Sicuramente non poteva avere un nome comune quella ragazza. Digitai quindi il nome di mio fratello e trovai subito il collegamento con Connor. Impossibile che non si facesse riconoscere al contrario della sorella. Se volevo che mi ascoltasse dovevo fare in modo di rimanere da solo con lei, senza una via d'uscita da parte sua.
"Trovata."
Enigmatic.Abs.
Scoppiai a ridere mentre fissavo la foto del suo profilo. Era l'unica cosa che effettivamente potevo vedere considerando l'account privato.
"Tipico." Dissi semplicemente e lanciai il telefono dall'altra parte della stanza alzandomi. Fanculo! Mi avrebbe ascoltato o l'avrei costretta ad ascoltarmi nel bene e nel male.

DUE ORE PRIMA DELLA FESTA

ABIGAIL

Arrivai davanti a quel nuovo posto, sembrava piuttosto carino a vederlo da fuori, così mi avvicinai all'entrata e un vortice di capelli biondi mi arrivò contro per poi abbracciarmi. Sorrisi tra me e me nel ricambiare quell'abbraccio. Mona era sempre così solare che quasi riusciva ad accecarmi con il suo sorriso.
"Abby, vieni ti ho riservato un posto."
"Ti ringrazio, beh... andiamo? Sembra molto carino questo posto."
"E non hai visto il dentro! Andiamo, ti piacerà."
Entrai insieme a lei e mi guardai attorno finché non mi misi a sedere davanti alla ragazza. Era piuttosto strano che qualcuno decidesse di aprire un luogo come quello in città. Sulle pareti c'erano strani segni e alcuni dipinti piuttosto macabri. Mi piaceva quel posto, era davvero unico nel suo genere.
"A cosa stai pensando?"
"A niente... è piuttosto strano vero? Guarda quei quadri, non sono inquietanti per gli abitanti di Carraghaven?"
"Le rovine di questa città celano segreti che non possiamo nemmeno immaginare, dovresti saperlo."
"Certo... la mamma mi raccontava spesso delle storie ma sono leggende e racconti per spaventare i bambini, non la realtà."
"Chi sei tu? Che cosa ne hai fatto della mia migliore amica?!"
Si mise a ridere appoggiando una mano sulla mia spalla e mi lasciai andare a una piccola risata.
"Beh... sai della festa e..."
"Ci andiamo vero? Devi divertirti e poi più tardi possiamo guardare un film e addormentarci dopo aver rubato dei marshmallows a tuo fratello."
Marshmallows aveva detto? Feci un leggero sorriso che probabilmente risultò forzato ma presi il menù e lo portai davanti al volto.
"Sembra una buona idea. Sì, d'accordo... ma non voglio fare niente di strano."
"Sul serio?! Oh! Ci divertiremo moltissimo, te lo prometto. Avanti! Ordiniamo qualcosa, quel sandwich 'Whispering Willow' sembra davvero delizioso."
Guardai il menù e notai i nomi altrettanto strani.
"Per me un Cosmic Codex."
"Fantastico, se non fosse che non è niente di sostanzioso. Avanti, non puoi ordinare dell'acqua solo perché ha un nome fighissimo." Almeno l'acqua non avrebbe fatto del male al mio corpo.
"Benvenute all'Arcane Brews, sono Chandler e sarò il vostro cameriere."
Quel nome. Mi voltai verso il piccolo Campbell incuriosita dal suo lavoro. La sua famiglia era piuttosto ricca e possedeva quasi tutta la città, perché lavorare in un bar? Probabilmente nemmeno si era accorto di chi fossi, come avrebbe potuto? Erano passati anni e non avevamo mai avuto un gran rapporto.
"Ciao Chandler, due Whispering Willow e del Cosmic Codex, grazie" disse Mona.
Osservai meglio il ragazzo. Era diverso dai suoi fratelli o almeno così sembrava. Mi presi qualche minuto di troppo per osservare quello strano simbolo che aveva tatuato alla base del collo. Dove l'avevo già visto? Quando se ne accorse portò la mano contro il colletto della camicia per coprirsi e mi guardò negli occhi.
"Desiderate altro?"
"No, grazie" dissi spostando lo sguardo su Mona e lo vidi andare via, lasciandoci nuovamente da sole.
"Non ti sembra strano che un Campbell lavori in un bar?"
"Campbell? Aspetta! Lui è quel Chandler?"
Annuii.
"Accidenti, è cresciuto molto dall'ultima volta che l'ho visto. È diventato davvero un bel ragazzo, non trovi?"
"Concentrati Moon!"
"Hai ragione. Sì, è piuttosto strano ma sono spariti tutti per quasi due anni, non possiamo sapere che cosa sia successo, forse hanno perso tutto e sono diventati poveri o forse vuole solo sperimentare."
"Già, forse hai ragione e in ogni caso non dovrebbe riguardarci."
Dissi più a me stessa che alla ragazza.
"Vado alla toilette, aspettami qui."
Mi alzai dirigendomi verso il centro del bar, raggiungendo pochi istanti dopo la porta del bagno. Portai una mano contro il rubinetto del lavandino aprendolo e chiusi gli occhi nel lavare il viso con dell'acqua ghiacciata.
"Abigail."
Mi alzai di scatto e mi guardai attorno non vedendo nessuno. Stavo forse impazzendo? Voltai nuovamente lo sguardo verso il mio riflesso e feci una smorfia contrariata. Portai una mano contro il viso e poi verso lo stomaco che in quel momento si mise a brontolare.
"Abigail."
Ancora quella voce. Scossi la testa e feci per andare ad aprire la porta ma nonostante stessi cercando di forzare la maniglia, la porta non si aprì. Che diavolo?! Quel posto era nuovo e già cadeva a pezzi? Presi il cellulare e feci per scrivere a Mona ma improvvisamente lo schermo diventò nero.
"Fantastico, rimarrò qui rinchiusa a vita."
Dissi scompigliando appena i capelli per il nervoso. Respirai profondamente e cercai di aprire nuovamente la porta ma niente, non ci riuscii. Guardai confusa il telefono quando lo schermo si illuminò.
"Ma che diavolo...?"

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