Bentornata a Carraghaven

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"Noi camminiamo nell'oscurità insieme a fantasmi e spettri che non conosciamo e il nostro piccolo mondo si immerge ciecamente in abissi senza fondo, verso mete che non possiamo neanche concepire."
Howard Phillips Lovecraft

COLIN

Mi addentrai in un corridoio sconosciuto, un labirinto tortuoso che sembrava provenire direttamente dalle profondità dell'inferno.
Le pareti umide e grezze esalavano una freddezza che penetrava nelle mie ossa in un silenzio opprimente.

"Quindi la scuola ha una specie di bocca dell'Inferno nei sotterrai?"
Chiesi abbastanza divertito e incuriosito dalla situazione.

"Non farmene pentire, Colin."

La luce fioca, che filtrava a malapena attraverso gli spiragli del soffitto, offriva solo una visione parziale di ciò che mi circondava, creando un gioco di ombre inquietanti che danzavano sulle pareti di pietra.

"Oh no, non lo farei mai fratellone"

Era la terza volta che venivo portato davanti alla Loggia, e questa volta non ero stato né bendato, né drogato ma non l'avrei ringraziato, non adesso.
Avevo delle cose più importanti a cui pensare.
I messaggi di Ember mi avevano messo un senso di curiosità misto a un'ombra di inquietudine.
Chi stava cercando di spaventarla?

"Fermati, siamo arrivati" guardai Colton per qualche istante per poi fissare il muro di pietra davanti a noi.
Osservai con attenzione i simboli disegnati su di essa e il pugnale incastonato al suo interno.

"Gli altri saranno già dentro, fai come ti dico."

Colton afferrò il pugnale.
L'argento affilato tracciò una profonda incisione sulla sua mano, facendo fuoriuscire il liquido scarlatto.
Feci come disse e tracciai un'incisione sul mio palmo, appoggiando poi la mano sulla porta.
Cominciai a seguire le linee intricate dei simboli con gesti lenti.
"Ripeti dopo di me. "Sangue chiama sangue, che si spalanchi la porta per i discendenti del corvo."
Il liquido scarlatto sfiorò le rune fino a far aprire la porta e liberare il passaggio.

"Stai bene?" Mi chiese Colton.
"Mi guardi come se fosse la prima volta, ti stai preoccupando per me?"

"Ben arrivati, vi stavamo aspettando"

Non feci in tempo a pronunciare alcuna parola, quando improvvisamente una presenza avvolta in una tunica ornata da rune incise sui lati si avvicinò con un passo misurato.
Con un movimento piuttosto lento, il cappuccio che celava il suo volto venne tirato giù, rivelando un viso conosciuto.

"Dimitri" pronunciò mio fratello per poi portare l'attenzione verso di me.
"Indossate la tunica, Love vuole vedervi" avevo visto quel ragazzo alla festa e probabilmente altre volte ma non riuscivo a ricordare quando esattamente.
"Love?" era già arrivata? possibile che avesse lasciato Los Angeles così presto per tornare a Carraghaven?
Alzai un sopracciglio e presi la tunica che mi porse Dimitri.
La indossai con uno schiocco delle dita, sentendo il tessuto freddo avvolgermi.
Senza esitazione e con un breve cenni del capo mi diressi con Dimitri e mio fratello verso una grande sala, lasciando che la curiosità si facesse strada in me.

"Nel cuore della Loggia ora vi trovate, dimenticate l'esterno, a questo luogo vi donate."

Quando raggiunsi la sala, mi trovai di fronte a Love in persona. Non era cambiata di una virgola nel corso del tempo, era ancora la stessa se non per i capelli tinti. Ogni angolo della stanza emanava magia, e oltre a Love, c'erano altre quindici persone presenti.
La sala della Loggia era pervasa da un silenzio palpabile, interrotto solo dai sussurri sommessi dei membri. Le pareti erano rivestite con una pesante tappezzeria intessuta di motivi magici, mentre il pavimento era decorato con un intricato mosaico raffigurante antichi simboli e rune misteriose.

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