Voglio vedere quello che ho fatto

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"È vero che le cicale cantano, ma è un canto che viene da un altro mondo, è lo stridore dell'invisibile sega che sta tagliando le fondamenta di questo."
JOSÉ SARAMAGO

ABIGAIL

Ricominciare?
Potevamo davvero farlo? Che interesse aveva adesso? Dopo tutto quel tempo?
Scossi il capo a quel suo modo di fare e rimasi a fissarlo attentamente in silenzio, spostandomi leggermente dal suo corpo.
"Non posso, Colin... Adesso non posso perdonarti, mi dispiace"
Le mie parole colpirono probabilmente prima me stessa che lui ma non aveva importanza.
"Che cos'è successo davvero alla festa?" Lo guardai. "Se vuoi che provi a darti una possibilità, ho bisogno di alcune risposte, quindi a te la scelta"
Notai il suo essere titubante per qualche istante.
"D'accordo, togli la maglietta" quasi mi strozzai con la saliva quando mi parlò in quel modo.
"Hai finito con queste stronzate?"
Lo fissai intensamente negli occhi nel cercare di capire che cosa stesse pensando in quel momento.
La situazione stava diventando sempre più surreale.
"Togliti la maglietta, Ember"
Mi misi a ridere e quando fece un passo verso di me mi preparai per colpirlo in pieno viso, proprio come avevo fatto poco prima ma la sua mano mi intercettò bloccandomi.
"Non voglio fare niente di strano, niente che tu non voglia almeno"
Lo guardai ancora più titubante, scuotendo la testa.
La situazione non mi piaceva affatto, non volevo che mi giudicasse anche lui.
"Non se ne parla, dimmi cosa vuoi"
Sbuffò come annoiato e cercai di liberare la mano senza risultato.
"Ti ho fatto del male fisicamente, voglio vedere quello che ho fatto"
"Sei pazzo?"
Deglutii a quelle parole.
Probabilmente riuscì a percepire ciò che stavo provando in quel momento.

COLIN

"Hai paura."
I miei occhi si posarono su di lei con intensità. Il timore dipinto sul suo volto mi fece desiderare di poterle offrire un po' di conforto e di poterla avvolgere in un abbraccio rassicurante ma non potevo, o forse non volevo.
"Guardami, Ember" sussurrai, sollevando il suo mento con delicatezza per cercare il suo sguardo.
"Devi guardarmi!"
I suoi occhi erano colmi di paura e il suo sguardo evitava il contatto diretto con il mio.
"Guardami, Ember" implorai quasi e quando finalmente portò la sua attenzione su di me, le sorrisi.
"Lascia perdere.
Voglio aiutarti a capire cosa sta succedendo, ora riposati e smettila di accettare cibo o bevande dalla mia famiglia, non ti conviene"
"Vuoi spiegarmi questa cosa?"
La sua voce era quasi spezzata e così mi misi a sedere, osservandola con più attenzione.
"No, non penso che lo farò. Forse un giorno, quando sarà il momento ma per adesso devi evitare di ingerire qualsiasi cosa che non sia stata preparata prima dalle tue mani"
"Io... non riesco a capire, perché tutte queste stranezze?"
"Il mondo è pieno di stranezze, tu devi solo accettarle e al tempo giusto, verrai a conoscenza di ogni cosa"
"Quindi devo fare che cosa? Stare in silenzio e accettare tutto quello che accade? non se ne parla proprio, Colin"
Le sorrisi divertito.
"È il momento di dormire, Ember"
Mi alzai e mi avvicinai a lei per baciarle la fronte delicatamente.
"Domani vieni con me alla festa"
"Non credo che sia una buona idea, potrebbero farsi un'idea sbagliata o peggio"
Sorrisi divertito a quelle parole.
"Non ti lascerò a casa da sola e io non posso non andarci, quindi mi dispiace Ember, non ti perderò di vista nemmeno un attimo, rassegnati"
Capì che stava per ribattere, conoscevo bene quel suo modo di reagire. Decisi di avvicinarmi alla porta della mia camera e la aprii per lei.
Dopo avermi guardato per un istante, Ember uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle. Irritato, portai le mani dietro la testa, sentendomi frustrato dalla situazione e mi gettai sul letto, schioccando le dita per spegnere la luce.

ABIGAIL

Ore 8:30

Mi svegliai la mattina seguente, con la luce del sole che filtrava attraverso le tende. Mi guardai intorno ancora assonnata e notai un pacco ben confezionato posato sul comodino accanto al mio letto.
Avvicinandomi, un brivido di paura mi attraversò all'improvviso e la mente corse immediatamente a pensare che quel regalo potesse provenire da quello sconosciuto. Un senso di ansia prese il sopravvento in me.
Non poteva essere, non poteva avermi trovata.
"Sei sveglia"
Alzai gli occhi verso la voce della signora Campbell, vedendola sedersi sul mio letto.
"Che cosa c'è? non ti è piaciuto il mio regalo?"
Abbassai lo sguardo nuovamente sul pacco e poi guardai la donna sorridente davanti a me.
"Non volevo spaventarti.
Colin mi ha detto della festa e ho pensato di farti un regalo"
"Un regalo?" chiesi in modo confuso quando mi consegnò il pacco tra le mani. La curiosità prese il sopravvento e così afferrai il nastro e lo sciolsi con cautela, lasciando che il fiocco si disfacesse lentamente.
"Non era necessario, davvero..."cercai di declinare l'offerta ma lei insistette: "Avanti, apri."
Con uno sguardo perplesso, sollevai il coperchio della scatola, alzando la velina e svelando uno splendido vestito rosso e bianco.
Restai immobile, guardando il vestito con sorpresa.
La sua bellezza era indiscutibile ma sapevo che non sarebbe stato adatto a me, che non avrebbe trovato il suo spazio nel mio guardaroba o nel mio stile di vita.
Il vestito era davvero stupendo ma quella sensazione di inadeguatezza si insinuò dentro di me.
"È... bellissimo, ma non credo che sia... adatto a me," confessai con esitazione, guardando il vestito con un misto di ammirazione e incertezza.
"Adatto a te? Che cosa intendi?" chiese, la sua mano posandosi sulla mia.
Abbassai lo sguardo, cercando di evitare quella domanda imbarazzante
"Non importa, grazie mille..."
La signora Campbell mi guardò con aria gentile. "Abigail, sai di poter parlare con me. Se c'è qualcosa che ti preoccupa, sono qui per te" sussurrò con voce rassicurante.
"Non credo che questo vestito sia... adatto a me, mi sentirei a disagio."
"A disagio? piccola non c'è alcun motivo per cui tu debba sentirti in questo modo.
Perché non lo indossi? vediamo come ti sta, se non ti piace proviamo qualcosa di diverso."
Titubante, presi il vestito tra le mani, andai nel bagno e con esitazione, cominciai ad indossarlo.
Quando rientrai nella stanza, mi avvicinai allo specchio.
Sentii la delicatezza del tessuto sfiorare il mio corpo.
Odiavo l'immagine riflessa che vedevo ed il mio corpo sembrava orribile in quella stoffa pregiata.
"Sei bellissima"
Le sue mani si appoggiarono sopra le mie spalle e sussultai appena.
"Sei davvero bellissima, non dovresti nasconderti o provare vergogna, che cosa vedi?"
"Davvero, io non..."
"Che cosa vedi Abigail?"
Mi morsi il labbro appena nel continuare a guardare lo specchio.
"Uno splendido vestito, rovinato addosso al mio corpo"
Portai le mani sulla mia pancia, respirando profondamente.
"Oh piccola... non devi pensare queste cose di te stessa.
Sai che cosa vedo io? una giovane donna forte e meravigliosa che si è trovata davanti molti ostacoli ma questo non cambia niente.
Puoi credermi Abigail, un giorno te ne renderai conto anche tu"
"Signora Campbell"

Click, Click, Chick.

Mi voltai verso di lei quando sentii nuovamente quel suono.
"Che cosa, quel rumore, ha sentito?"
Mi fissò con uno sguardo interrogativo.
"Non sono sicura, sembra... come il suono di una chiave"
"Una chiave?"
La sua espressione si fece preoccupata mentre mi voltavo delicatamente.
"Non pensarci ora, questo vestito ti sta benissimo, sei bellissima, va bene? Quel rumore non era niente. Stasera vai alla festa e divertiti, se starai vicino a Colin e Connor andrà tutto bene, te lo prometto."
Mi chiesi se anche la signora Campbell stesse nascondendo qualcosa, mentendomi come gli altri.
Decisi di sorridere, cercando di rassicurarla, ma dentro di me c'era un senso di disagio che non riuscivo a scacciare.
"Sì, va bene" risposi, cercando di convincere me stessa più che lei.

Continuo a pubblicare in orari improponibili ma spero che questo capitolo sia valso la pena dell'attesa

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Continuo a pubblicare in orari improponibili ma spero che questo capitolo sia valso la pena dell'attesa.
Grazie per il supporto 💜
Ps: Devo assolutamente mostrarvi il vestito di Abigail

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