"Come fantasmi, essere un fantasma dev'essere questo, avere la certezza che la vita esiste, perché ce lo dicono quattro sensi, e non poterla vedere"
Josè SaramagoABIGAIL
"Immagino che qualcuno volesse vedermi".
Non avevo la più pallida idea di cosa avesse in mente Colin ma eccolo lì, davanti a me e non riuscivo a immaginare niente di più bello. Dannazione, perché doveva somigliare tanto a una divinità greca?
Lo vidi avvicinarsi e cercai di sorridergli amichevolmente ma non feci in tempo a dire nulla.
Lui mi spinse dentro chiudendo il portone dietro di noi.
"Entra e siediti, fai come se fossi a casa tua" disse con tono fermo.
Facile a dirsi, pensai tra me e me.
Mi sedetti su una sedia davanti al tavolo, inclinai leggermente la testa e lo fissai intensamente.
"Che cosa vuoi, Colin?" chiesi, cercando di mantenere un tono neutrale. "Io sono venuto qui per leggere un libro. Credo che sia questo che si fa in una biblioteca, no? Tu invece che cosa vuoi fare, oltre a mangiarmi con gli occhi?"
Scoppiai a ridere nervosamente e feci per alzarmi ma lui mi spinse di nuovo a sedere con un solo dito. "Non ho tempo per i giochetti".
Mi alzai di scatto, puntandogli un dito contro il petto e alzai un sopracciglio in segno di sfida prima di allontanarmi per cercare un libro.
Certo...non avevo idea di quale libro cercassi ma sapevo che dovevo trovare qualcosa prima di impazzire, o meglio, prima che fosse lui a farmi impazzire con la sua sola presenza.
Salii lentamente il primo scalino, poi il secondo, mentre i miei occhi scorrevano su quei libri ordinati in modo impeccabile e con rilegature che davano l'idea di essere molto antiche.
Ne presi uno e cominciai a sfogliarlo. Interessante, pensai, notando che si trattava davvero di un'edizione molto antica. Lo rimisi al suo posto e continuai a cercare, finché non mi ritrovai davanti a una piccola porta.
La spinsi con delicatezza per non farmi sentire ma ovviamente a lui non sfuggiva niente.
"Stai cercando un accesso segreto? Non lo troverai così facilmente, piccola Ember" ignorandolo entrai nella stanza e mi guardai attorno.
C'erano libri ovunque, segni che sembravano rune disegnate sul pavimento, sul soffitto, su ogni parete e qualcosa che assomigliava a un altare.
"Qualcosa l'ho trovato... fai parte di qualche setta?"
"Credi davvero che saremmo così stupidi da nascondere qualcosa in bella vista?" rispose. "Se facessi parte di una setta, mi seguiresti?"
"Assolutamente no, che stronzate".
"Ne sei sicura? So quanto ami il pericolo, lo vedo in ogni fibra del tuo corpo quando ti sono vicino. Sei una bugiarda ma posso concederti il beneficio del dubbio, piccola".
Cercai di ignorarlo nuovamente mentre mi avvicinavo a quei simboli, appoggiando le dita sulle pareti e fissandoli con attenzione. Socchiusi gli occhi e la mia mano si fermò quando incontrò un libro in particolare. Guardai la rilegatura, sfiorai i bordi e lo aprii lentamente come se ne fossi attratta.
Dove l'avevo già visto? Cercai di ricordare, ma tutte le pagine erano bianche. "Che razza di scherzo è mai questo?" mormorai tra me e me in un misto di divertimento e irritazione.
Colin si avvicinò mentre si trovava dietro di me, le sue mani sfiorarono le mie. "Niente è come sembra, ora piccola Ember, vieni con me" sussurrò contro il mio orecchio. Lasciai il libro e chiusi la porta alle mie spalle come incantata nuovamente, seguendolo fino al tavolo.
Mi sedetti su una piccola poltroncina e osservai ciò che era posato sul legno davanti a me.
Ma che cazzo!
"Che cosa significa questo?" domandai confusa.
"Sei più intelligente di così, prova ad applicarti, avanti" mi esortò senza staccare gli occhi da me.
Presi quei fascicoli con attenzione e alzai un sopracciglio. C'erano foto, documenti con il mio nome e quello delle mie amiche. Era quasi terrificante. "Non capisco".
"Dobbiamo capire chi ti sta dando la caccia" spiegò. "Qui c'è ogni cosa che ti riguarda. Inizia a sfogliare, gli allenamenti non basteranno".
Mi aveva fatta spiare? Dove aveva trovato tutto questo? No, non poteva aver fatto tutto da solo.
Sfogliai il fascicolo e trovai una foto che ci ritraeva insieme a scuola. Scoppiai a ridere nervosa. "Cielo... sei incredibile. Come hai fatto a scattare questa foto? Sei un maniaco? Io non... Fanculo, Cole! Ogni volta che mi hai baciata hai conservato una prova? Sei un agente segreto o qualche cazzata del genere? No, non voglio crederci, hai violato la mia privacy".
"Tecnicamente è anche la mia. Esiste solo questa foto. Quel giorno avevo bisogno di una prova che..." Lo interruppi.
Non volevo sapere altro, era già imbarazzante in quel modo.
Presi un altro fascicolo, questa volta con il nome di Mona. "Adesso vorresti farmi credere che la mia migliore amica mi voglia morta?"
"No ma non escluderei niente se fossi in te".
"A questo punto dovrei sospettare di te e delle tue parole". Mormorai più a me stessa "Seguendo quindi questo ragionamento, Colin Ledger Campbell, vuoi uccidermi? Vuoi farmi del male? Sei tu che mi stai stalkerizzando a causa di uno di quei tuoi giochi malati?" Sapevo di averlo irritato. Odiava il suo secondo nome, e quando fece quella smorfia, sorrisi soddisfatta di me stessa.
"Oh, voglio ucciderti in così tanti modi da farti gridare ma non per il dolore. Ora, Agatha Christie, prima che decida di dare sfogo alle mie fantasie, abbiamo un lungo lavoro da fare. Guarda bene i fogli e le foto, dimmi se noti qualcosa di strano. Qualsiasi cosa, anche un piccolo particolare potrebbe aiutarci".
Osservai con attenzione ma non avevo la più pallida idea di cosa cercare. "Sai, non credo che quella persona lascerebbe delle tracce evidenti, sai?" evitai di commentare il resto. Per quanto fosse ridicolo, dentro di me speravo che fossero vere quelle sue parole, che in qualche modo gli piacessi sul serio.
Nonostante la mia mente cercasse di concentrarsi sui quei documenti, non riuscivo a evitare che l'attenzione tornasse continuamente su Colin.
Ogni volta che alzavo lo sguardo verso di lui, sentivo un misto di rabbia e attrazione che mi faceva perdere il filo dei miei pensieri.
Sfogliai un altro fascicolo, questa volta dedicato a persone che conoscevo appena. Era inquietante rendersi conto di quanto Colin sapesse su di me. "Chi ti ha dato queste informazioni? Connor?"
"Non importa chi me le ha date. Ciò che importa è che tu sappia usarle"
Mi fermai su una pagina che mostrava la foto di un uomo che non riconoscevo. C'erano annotazioni in margine. "E questo chi è?" domandai confusa.
"Un tassello del puzzle" rispose. "Qualcuno che a quanto pare, ha mostrato un interesse inusuale per te. Non l'hai mai incontrato, vero?"
Scossi la testa. "No, mai. Non lo riconosco."
"Bene" disse chinandosi su di me per esaminare la foto. "Questo potrebbe essere un vantaggio. Se lui ti conosce ma tu non sai chi sia, potresti sorprendere il nemico."
"Mi stai dicendo che potrebbe essere questo uomo?"
Mi voltai verso di lui, il suo viso era troppo vicino e il suo respiro troppo presente.
"E tu, Colin, qual è il tuo ruolo in tutto questo? Perché sembri sapere così tanto?"
"Perché è il mio lavoro sapere" rispose semplicemente con un tono che non ammetteva repliche. "E tu dovresti fare altrettanto. Più capisci cosa sta succedendo, più possibilità hai di restare viva".
"Restare viva..." ripetei. "Stai dicendo che la mia vita è davvero in pericolo?"
"Sì." rispose senza esitazione. "E non da una sola direzione."
Che cosa voleva dire?
Il silenzio che seguì era pesante. Potevo sentire il battito del mio cuore accelerare. Non ero preparata per questo, non avevo chiesto di essere catapultata in una situazione del genere.
Che cosa dovevo fare?
"E va bene, mettiamo che io ti creda e che decida di seguire il tuo piano. Qual è il prossimo passo?"
"Il primo passo lo scoprirai questa notte". Lo guardai più che confusa ma probabilmente stava alludendo a qualcosa di cui non avevo idea. "dobbiamo scoprire chi sta tirando le fila e per farlo dobbiamo iniziare a muoverci nell'ombra come loro, capisci? dobbiamo essere un passo avanti a chiunque sia coinvolto".
"Muoverci nell'ombra" ripetei ancora incerta su cosa questo significasse realmente.
"E come dovremmo farlo?"
"Sarà un lavoro di squadra, piccola Ember" rispose, posando una mano sulla mia spalla. "Io ti darò gli strumenti ma tu dovrai essere abbastanza intelligente da usarli".
Riguardai le foto e quell'uomo sembrava essere davvero parte di un qualche tipo di puzzle, possibile che fosse così semplice?
Scossi la testa e mi misi a leggere alla ricerca di qualsiasi altra cosa, notando le chat, le e-mail e tutto ciò che mi riguardava.
"Cosa succederà questa notte?"
"Scopriremo quanto puoi sopravvivere senza il mio aiuto".
Rabbrividii a quelle parole, soprattutto quando capii che non stava scherzando e che la sua voce aveva qualcosa di strano... era preoccupazione?Che cosa dire? da adesso in poi la situazione diventerà sempre più critica, godetevi il viaggio. 💜
A.W
STAI LEGGENDO
Sibylline
ParanormalAbigail si ritrova immersa in un'esperienza surreale e inquietante, affrontando visioni misteriose che offuscano la linea tra realtà e fantasia. Una trama intricata di enigmi, indagini e incantesimi si svolge davanti a lei, e Abigail si trova a dove...