Hai quarantotto ore per scappare

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"La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto."
H.P. Lovecraft

COLIN

L'avevo osservata senza mai battere ciglio. Il timore cresceva dentro di me mentre il sole si spegneva all'orizzonte.
Sapevo che il senso di colpa avrebbe continuato a tormentarmi, ma cosa potevo fare? Nulla avrebbe potuto cambiare ciò che stava per accadere. Ember, si era addormentata come una bambina ignara del suo destino e senza la minima idea dell'incubo che l'attendeva.
"Mi farai uccidere" mormorai appena.
Era crollata nel sonno mentre cercava di decifrare le informazioni che le avevo lasciato ma io sapevo bene che quell'uomo non era la chiave che cercavamo. O forse lo era? Forse anche lui era capace di mutare forma, di nascondere la sua vera natura dietro un volto che non gli apparteneva.
Mi avvicinai alla piccola Ember e le sfiorai il viso con una carezza dolce. "Mi dispiace per quello che accadrà questa notte" mormorai piano "ma non ho scelta... questo è l'unico modo che conosco per proteggerti". Abbassai il capo e le appoggiai le labbra sulla fronte, lasciando che un bacio leggero scivolasse sulla sua pelle e lei di conseguenza si lamentò nel sonno agitandosi appena.
Non avrei voluto svegliarla ma la porta si aprì spezzando il silenzio come un coltello.
"È il momento, Romeo" disse mio fratello mentre lo guardavo avanzare nella stanza, posando i suoi occhi sul corpo addormentato di Ember.
Sentii una punta di gelosia bruciare dentro di me ma la soffocai.
"La vestirò io." dissi piano con un tono che non ammetteva repliche. "Non avvicinarti e sì, farò finta di non aver sentito quel soprannome." Mi chinai verso l'orecchio destro di Ember e le accarezzai il viso.
"Tenebris involvant victimam."
Le sussurrai quell'incantesimo per mantenerla ancorata nel sonno. Sarebbe durato abbastanza a lungo, giusto il tempo necessario per completare ciò che avevamo pianificato.
La presi in braccio e uscii dalla stanza camminando nel buio che sembrava addensarsi attorno a noi. Ogni passo era più pesante del precedente, come se il pavimento cercasse di trattenermi o forse ero io che non volevo farlo.
Raggiungemmo il luogo stabilito e posai Ember a terra, con una delicatezza che non mi apparteneva iniziando a spogliarla.
Cercai di non guardarla ma i miei occhi caddero inevitabilmente sulle cicatrici che marchiavano la sua pelle. "Dannazione Ember... non farti uccidere" sussurrai appena.
Le feci indossare una tunica nera, accorciata perché non inciampasse. Quando ero diventato così premuroso? non potevo permettermi di essere così debole. Le infilai un piccolo coltello tra il reggiseno e un altro nella cavigliera, consapevole che quelle armi non sarebbero bastate a difenderla da ciò che stava per accadere.
"Hai finito?" chiese Colton, impaziente.
Annuii, la ripresi in braccio e l'adagiai sull'altare di pietra. "Mettiti da parte, fratellino" ordinò. Mi spostai osservandolo mentre si avvicinava alla piccola Ember con un pugnale cerimoniale in mano.
"Sanguis sanguinem vocat".
Colton afferrò la mano della ragazza e con una precisione che lo caratterizzava, incise la sua pelle passando il sangue su alcuni punti specifici del suo corpo.
Quando tutto fu pronto ci allontanammo, richiudendo il passaggio alle nostre spalle.
Ember adesso era sola pronta a svegliarsi da un momento all'altro.
"E ora aspettiamo"
"Spera che sia già abbastanza forte da risvegliarli... o dovrai dire addio a una parte di lei che non tornerà mai più."
Sapevo che cosa intendeva con quelle parole ma adesso era tutto nelle mani della ragazza.

ABIGAIL

Mi svegliai aprendo gli occhi con la testa che mi faceva male.
Cercai di capire come fossi finita in quel posto ma tutto era confuso. Il sangue mi ricopriva e avevo indosso un vestito che non riconoscevo.
Non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo. La ferita alla mano mi faceva male ma il dolore era solo un'ombra rispetto al terrore che provavo.
Cercai di fare mente locale e di muovere le mani e poi i piedi, notando che non c'era niente a trattenermi ma l'oscurità intorno a me sembrava viva e pulsante.
Le torce fissate alle pareti emanavano una luce tremolante che proiettava ombre inquietanti sui muri di pietra.
In quel momento capii.
Come avevo fatto a finire nelle catacombe? Un rumore risuonò nel silenzio e le ombre sembrarono muoversi come se avessero una volontà propria.
L'aria divenne gelida e l'oscurità si addensò, mentre le mie mani tremavano.
Non ero da sola ma ciò che fuoriuscì dall'ombra era qualcosa che non avevo mai visto.
In quel momento artigli, lunghi e affilati come rasoi, emersero dalle ombre.
Ogni movimento era accompagnato da un suono di stridore metallico e degli occhi rossi mi fissavano nell'ombra.
Non poteva essere, non poteva essere reale, quello era...
Il demone si avvicinò con movimenti lenti e inquietanti.
Cercai di gridare ma la mia voce fu soffocata quasi da una paralisi. Sentii il freddo pungente degli artigli avvicinarsi mentre i suoi occhi continuavano a fissarmi.
"Non puoi nasconderti e non puoi uscire da questo luogo"
"Chi... chi sei? tu non esisti, non puoi esistere".
Con un movimento brusco il demone allungò un artiglio verso la mia pelle e un brivido di terrore mi percorse quando sentii il suo tocco gelido. Urlai quando con un gesto lento e preciso iniziò a graffiarmi, strappando il tessuto di quel vestito.
Il dolore era intenso, acuto e non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua bocca distesa in un sorriso diabolico.
"Grida quanto vuoi piccola Walsh, ti hanno abbandonata a me".
Cercai di spingerlo via, alzandomi e pronta a fuggire ma come se avesse capito le mie intenzioni, mi ritrovai con la sua mano sul collo.
"Hai quarantotto ore per scappare o la tua anima mi dovrai donare, sei pronta a giocare?"

"Hai quarantotto ore per scappare o la tua anima mi dovrai donare, sei pronta a giocare?"

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Ma ciao! state crescendo giorno per giorno. Vi ringrazio per tutti i messaggi su Instagram e per l'amore che state donando alla storia💜

Ps: Stiamo finalmente e entrando nel vivo delle storia!
Ho iniziato da poco a studiare il latino, quindi non saranno sicuramente frasi perfette quelle che userò per gli incantesimi ma con il tempo ci riuscirò.
A.W

SibyllineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora