Capitolo 20

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Il vento sbatteva contro il vetro della finestra e si infiltrava tra le fessure creando un fischio acuto e rumoroso.

Mugugnai qualcosa, terribilmente infastidito, rigirandomi nel letto e, ancora assonnato, allungai un braccio per stiracchiarmi ma andai a sbattere contro qualcosa di duro.

Ma che diavolo?

Aprì subito gli occhi.

La mia mano aveva colpito il petto di Chan e le mie labbra erano praticamente attaccate al suo collo, sentivo il suo caldo respiro solleticarmi la pelle mentre lui circondava la mia vita con un braccio e con l'altro mi sorreggeva la schiena.

Aveva dormito qui assieme a me?!

Andai a fuoco, ricordando improvvisamente cosa era successo la sera prima.

Avevo. baciato. Chan.

In realtà per essere precisi Chan aveva baciato me. Fatto sta che era successo davvero!

Cercai di spostarmi, sentendo improvvisamente l'aria mancarmi nel rimanere così appiccicato a lui, provai ad allentare la presa sui miei fianchi ma dopo alcuni tentativi dovetti rinunciare, non ero abbastanza forte per poterlo spostare.

Arresomi all'idea di potermene andare, rimasi alcuni secondi con la fronte appoggiata al suo petto.

Come mi sarei dovuto comportare? Dovevo far finta di niente e trattarlo come prima?

Ero innamorato di Chan, molto innamorato, ma quei sentimenti erano nuovi per me, non sapevo assolutamente come gestirli e men che meno riuscivo a capirli appieno.

Sbuffai per poi alzare lo sguardo, trovandomi ad analizzare il volto dormiente del blu. A quella distanza potevo notare per la millesima volta quanto dannatamente fosse bello. Cosa avevo fatto per meritarmi uno come lui?

Ammaliato non mi accorsi di aver avvicinato l'indice alla sua fronte e di aver mosso la mano accarezzando la sua pelle così liscia e perfetta, spostando qualche riccio. Scesi poi tracciandogli il profilo del naso, arrivando alla punta e raggiungendo l'arco di cupido.

Mi soffermai ad accarezzare le sue labbra gonfie e piene, ora arricciate in un'espressione accigliata ma tenera, passando più volte il dito sul labbro inferiore.

Erano proprio morbide.

Improvvisamente grugnì infastidito, arricciando il naso e strizzando le palpebre.
Mi agitai, staccando subito la mano, e cercai di assumere una posizione normale. Speravo che non mi avesse beccato.

Si svegliò aprendo gli occhi lentamente per abituandosi alla luce mattutina.

"Hey, come stai?" mi chiese subito con voce assonnata e profonda. Sarei potuto morire in quel istante.

"Mh bene" sussurrai in completo imbarazzo, "e tu?"

"Mai stato meglio" si avvicinò per baciarmi sulle labbra.

Era un semplice contatto, come quello della sera precedente, ma era bastato per farmi provare una sensazione piacevole a livello dello stomaco.

Si stiracchiò, sbadigliando, per poi tornare ad abbracciarmi.

Avrei dovuto dire qualcosa? Era il caso di parlare del nostro rapporto, di cosa avremmo fatto d'ora in avanti? Evidentemente qualcosa tra di noi era cambiato, ma allo stesso tempo avevo paura, temevo di aver frainteso tutto e di risultare patetico.

"Ti vedo pensieroso" mi accarezzò i capelli, portandomi un ciuffo dietro l'orecchio, "puoi dirmi tutto, Innie, non devi tenerti le cose dentro, non con me"

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora