Capitolo 9

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Avete presente quella terribile sensazione quando la mattina siete talmente tanto stanchi da non riuscire a muovere un muscolo, tuttavia siete obbligati lo stesso ad alzarvi?

Ecco, mi sentivo esattamente in quel modo.
Sembrava che quelle ore passate nella tenda a dormire non avessero fatto altro che accumulare ulteriore stanchezza nel mio corpo.
E la consapevolezza che, come minimo, avremmo dovuto camminare per ancora nove ore di fila, intervallate solo da brevi pause, non aiutava.

Tuttavia sapevo di doverci fare l'abitudine velocemente, poiché il viaggio si stava rivelando veramente lungo.

Ci eravamo svegliati alle sette e, dopo aver raccolto tutte le cose, avevamo lasciato quell'appartamento alle spalle e ci eravamo diretti verso la nostra meta.

Secondo i calcoli di Minho, escludendo eventuali imprevisti, avremmo potuto raggiungere l'osservatorio in almeno otto giorni, questo se avessimo mantenuto un ritmo sostenuto.

Sbadigliai portandomi una mano sulla bocca, in quel momento avrei voluto solo infilarmi sotto le calde coperte del mio letto.

Mentre stavamo camminando in una stradina molto stretta, vidi di sfuggita l'insegna mezza distrutta di un negozio, non si leggeva molto bene il nome ma dalle lettere rimaste intuì che ci fosse scritto "the Moonlight".

Solo in quel momento ricordai che quello era il nome della pasticceria preferita di mamma e papà.
Mi rattristai al pensiero dei miei genitori. Non avevo idea di dove fossero finiti e non sapevo nemmeno come rintracciarli, speravo solo che stessero bene e che Yoon e Dongsun fossero con loro.

Mi stavano cercando?

Sentì un groppo formarmisi in gola. Solo il fatto che mi stessi domandando una cosa del genere mi faceva stare male, poiché era come se ci fosse la possibilità di una risposta negativa. Infatti molto probabilmente stavano meglio così, tutti e quattro assieme, senza dover reggere un peso come me sulle spalle.

Asciugai una lacrima solitaria che era scesa sulla mia guancia. Non volevo risultare agli occhi degli altri più debole di quanto già lo fossi, in quel breve periodo di tempo mi avevano aiutato come nessuno lo aveva mai fatto, per questo dovevo cercare di rimanere nell'ombra nascondendomi dietro a sorrisi falsi e a parole finte.

Mi ricomposi il più velocemente possibile, accantonando tutti quei pensieri in un angolino della mia testa. Non era il momento adatto.

Ci fermammo un attimo davanti ad un un bivio, da un lato si proseguiva e si giungeva nella strada principale, dall'altro si doveva attraversare un tunnel completamente buio.

"Ragazzi dobbiamo passare per questo vicolo chiuso, non è il massimo ma è l'unico che possiamo prendere, prestate attenzione perché non si vede nulla" Minho ci avvertì prima di proseguire.

Appena entrati le mie narici vennero colpite da un tremendo odore di muffa, era talmente forte che dovetti tapparmi il naso. Guardai per terra e sui muri e notai che le superfici erano ricolme di acqua stagnante.

Felix usò la sua magia e fece comparire alcune sferette di luce che ci volavano attorno per illuminarci il cammino. Tuttavia facevo ancora fatica a capire come muovermi.

Ad un certo punto sentì qualcuno affiancarsi a me e afferrarmi la mano. Mi voltai e vidi il volto di Chan illuminato da una piccola sfera posizionata tra le nostre teste. "Non ti preoccupare Innie, sono qui" mi disse stringendo le nostre mani.

Arrossì e girai il testa per non farmi vedere. Possibile che quel ragazzo mi facesse reagire così?
Non riuscivo a spiegarmi come mai si comportasse in questo modo con me. Era estremamente dolce, sia nei gesti che nelle parole e mi faceva sempre sentire al sicuro. Nonostante la situazione pericolosa in cui ci trovavamo una parte di me rimaneva tranquilla solo grazie alla la presenza del ragazzo dai capelli blu.

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora