Capitolo 18

281 37 52
                                    

"CHE DIAVOLO STAI FACENDO SEI PAZZO!?!?"
Chan era davanti a me con gli occhi ricolmi di rabbia e spavento.

Intimorito lo guardavo dal basso, stringendo i denti per il duro colpo che avevo preso contro le piastrelle del terrazzo.

"COSA TI PASSA PER LA TESTA?! STAVI PER CADERE DI SOTTO TE NE RENDI CONTO?!" esclamò sentendo l'adrenalina scorrere nel sangue, aveva il volto pallido mentre il petto si alzava e abbassava ritmicamente.

Sussultai; non aveva mai alzato i toni con me in questo modo.

"Scusa" mormorai a bassa voce "non mi sono reso conto di sporgere così tanto" presi il labbro inferiore tra i denti mentre mi torturai le mani strappandomi via le pellicine.

Sospirò, inalando una grande quantità d'aria, e chiudendo poi gli occhi. Si portò una mano al petto e dopo qualche secondo una strana aura scura lo avvolse, per poi affievolirsi subito dopo. Quando tornò a guardarmi l'espressione di paura era stata sostituita da una estremamente seria e rigida, sembrava essersi calmato.

"Che stavi facendo allora? Cercavi per caso di fuggire?!" taglienti come la lama di un coltello le sue parole mi ferirono profondamente.

Aveva davvero pensato che volessi fuggire via?

"No, no non è per quello" balbettai mentre a fatica mi alzai in piedi "solo che là c'era qualcuno"

Chan si voltò rapidamente attivando il suo potere, preparandosi per attaccare, mentre seguiva la direzione indicata dalla mia mano per focalizzarsi su quel punto.

"Non vedo nulla" concluse dopo alcuni secondi incupendosi e tornando poi a fissarmi.

"Cosa! Non è possibile" mi avvicinai alla ringhiera "lì vicino a quel cespuglio c'era qualcuno, non vedevo bene ma sembrava volesse dirmi qualcosa, solo che non riuscivo a sentire" velocemente cercai di spiegarmi, mangiandomi però qualche parola.

Continuai a guardarmi attorno, ricercando tra l'oscurità quelle due gemme color neve, non trovandole da nessuna parte, mentre lui era immobile vicino a me.

Possibile che me lo fossi immaginato?

"Cos'è un'altra delle tue bugie?" sputò acido Chan dopo qualche secondo di silenzio, allontanandosi di un passo.

"Ti giuro che non sto mentendo, ho visto qualcosa prima" risposi sentendomi improvvisamente più debole "era lì te lo assicuro, era lì"

"Ormai mi viene difficile crederti, Jeongin" rimarcò il mio nome incrociando le braccia al petto.

Deglutì, sentendo un grosso groppo in gola.

"Ti sei divertito no? A prendere in giro tutti quanti" disse allontanandosi ancora "immagino che ti sarai fatto delle grandi risate, soprattutto su di me" continuò sorridendo amaramente.

Mi mancò l'aria mentre una fitta mi colpì la testa.

"Mi hai raggirato con il tuo atteggiamento da ragazzino indifeso, facendomi credere di essere dalla nostra parte e di poterci aiutare, quando è dall'inizio che stai mentendo" si allontanò ancora, come per cercare di aumentare la distanza tra di noi.

"Chan hyung" pronunciai a fatica, cercando di non tremare, "io sono dalla vostra parte, lo sono sempre stato"

"Smettila di mentire, cazzo!!" urlò sempre più arrabbiato, "puoi almeno immaginare come mi stia sentendo in questo momento?! Pensavo di aver trovato una persona sincera ed onesta che fosse in grado di capirmi e ascoltarmi senza giudicare, invece scopro che quella persona non è mai esistita!" vidi i suoi occhi farsi sempre più rossi e lucidi, mentre le guance avevano assunto un colorito più pallido.

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora