Capitolo 15

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"Chan Hyung!" mi staccai da lui, un po' bruscamente, mentre il panico iniziava ad assalirmi, "Gli altri dove sono? Dimmi che stanno bene!", chiesi con la vista che lentamente si offuscava sempre di più.

"Ehi ehi calmati Innie, sono in un posto sicuro ad aspettarci, non preoccuparti okay?" mi rassicurò prima di stringermi nuovamente a sé, "Senti quanto sei ghiacciato, dobbiamo pensare a coprirti con qualcosa di caldo" affermò mentre con le braccia e le mani cercava di scaldarmi il più possibile.

Un brivido di freddo percorse la mia schiena, facendomi starnutire, sentivo il gelo entrarmi sotto la pelle, mi ero dimenticato di essere a torso nudo.

Chan si voltò, cercando con lo sguardo i miei vestiti, che purtroppo erano stati buttati malamente per terra ed ora erano completamente zuppi d'acqua, per fortuna lo zaino era ancora asciutto.

Immediatamente si tolse la felpa e rapidamente me la infilò addosso, chiudendomi la cerniera e sollevandomi il cappuccio sulla testa.

"Aspetta" protestai appena rimase con solo una maglietta, per giunta a maniche corte, "così sarai tu ad avere freddo"

"Stai tranquillo, per me non è un problema, all'Accademia ci hanno abituato a sopportare queste fredde temperature" mi disse, passandomi una mano sulla schiena.

Aggrottai le sopracciglia, stava sicuramente mentendo.

Ridacchiò appena vide la mia espressione, per poi sorridermi "Fidati, serve più a te che a me, anche se sinceramente non so quanto una misera felpa possa riscaldarti" concluse seriamente, avvicinandosi ancora di più.

Sbattei le palpebre incredulo, trovando all'improvviso il suo volto a pochi millimetri del mio, i nasi che quasi si toccavano da quanto eravamo vicini. Sbarrai ancora di più gli occhi quando mi accarezzò il labbro inferiore con il pollice, mentre mi rivolgeva un espressione pensierosa.

Perché diavolo si era avvicinato così tanto?!

"Avevi le labbra bluastre, ma ora sembrano stare riprendendo colore" con la mano continuava ad accarezzarmi, "spero che per adesso possa bastare" aggiunse facendo un sorrisino con tanto di fossette.

"Si sì, va bene grazie" mi allontanai di un passo da lui completamente in imbarazzo, le mie guance avevano sicuramente raggiunto le tonalità di un pomodoro e le mani tremolavano dalle forti emozioni che stavo provando in quel momento.

Se non fossi svenuto per il freddo, lo avrei fatto per colpa sua.

"Ehm, ora che facciamo?" chiesi poi flebilmente, cercando di smorzare il mio nervosismo.

"Direi di aspettare che smetta un pochettino di piovere, e poi potremmo andare"

Annuì, spostandomi verso il buco del tetto, in quel momento un fulmine illuminò la stanza e subito dopo si sentì il rimbombo di un tuono, chissà quanto tempo ci sarebbe voluto prima che la tempesta si placasse.

"Fermo" mi bloccò "non girarti indietro"

Confuso dal cambio improvviso di tono, lo guardai negli occhi, ma lui distolse immediatamente lo sguardo spostandolo da un'altra parte.

"Tutto bene?" chiesi, un po' stranito dal suo atteggiamento, non lo avevo mai visto comportarsi così.

La mia preoccupazione aumentò quando non mi rispose, continuando però a mantenere puntato lo sguardo sul pavimento, come se volesse evitare di incrociare il mio.

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora