Oh no no no, non posso crederci. Come sono finito qui?
Cavolo non mi sarei dovuto fidare.
E ora come ne esco?
No cazzo Chuuya non piangere... Certo come se fosse facile... Dov'è che ho sbagliato? Come ho fatto a non accorgermi che era pazzo?
Ma poi che cazzo ho ai polsi? Sono catene?
Sono seriamente incatenato al pavimento?
Merda sta per venirmi un attacco di panico... No cazzo non ci voleva.
Testa alta e respiri profondi... Porca troia vedo tutto nero, mo arriva anche la nausea... No Chuuya calmati, pensa piuttosto a come uscire.
Certo come no.
Mi sa non c'è speranza.
Devo farmene una ragione.
O per lo meno calmarmi prima che quello torni...***
Un paio di giorni prima
In un paese non ben identificato, la vita scorre tranquilla durante una mite primavera. Il vento fa sì che le foglie degli alberi provochino quel rilassante fruscio e gli uccelli cinguettano sereni le loro melodie. Disteso sul prato sta dormendo un ragazzo coi capelli color di carota e occhi azzurri, dotato di un profilo verticale poco sviluppato: Chuuya infatti non superava il metro e sessanta, ma dopotutto aveva ancora solo 15 anni, di tempo per crescere ce n'era. I raggi tiepidi del sole gli accarezzavano le guance e il dolce vento sembrava quasi gli stesse pettinando i capelli talmente era delicato. In quel momento regnava su Chuuya il paradiso, o almeno finché non si svegliò a causa del borbottio del suo stomaco, il quale richiedeva del cibo.
-"mhhh che palle, stavo così bene"
Il giovane si alzò, si mise il cappello nero che tanto amava e dopo essersi stiracchiato per bene si incamminò verso il bar da lui tanto frequentato: adorava i croissant che facevano lì.
Dopo appena cinque minuti di rilassante camminata arrivò ed entrò con la sua solita espressione seria. Il ragazzo infatti era spesso infastidito da praticamente qualunque cosa lo circondasse, non riusciva ad apprezzare nessun momento, non era grato di neanche un singolo attimo della sua vita.-"Buon pomeriggio Chuuya-kun, ti porto il solito?"
La dolce voce della barista arrivò alle orecchie del giovane, il quale rispose con un cenno del capo, come era solito fare. Dopodiché si appropinquò al suo solito posto, notando che fosse già occupato da qualcuno. Ovviamente il ragazzo non fece storie e si accomodò sullo sgabello affianco: gli piaceva quell'angolazione, gli permetteva di ammirare fuori dalla grande finestra che dava sul retro del locale.
-" Ecco a te, buona merenda"
-"Oh, grazie"
Il croissant arrivò insieme ad un cappuccino con una schiuma veramente invitante. Chuuya cominciò a mangiare quello che sarebbe stato il suo ultimo dolce con molta voracità, tanto che lo ebbe finito in meno di cinque minuti. Lasciò i soldi sul bacone, e infastidito si girò verso la persona che oltre ad avergli rubato il posto lo stava anche fissando da un po' di tempo.
- "Cosa vuoi, perché mi fissi?"
L'altro lo stava ammirando squadrandolo dalla testa ai piedi, con uno sguardo indecifrabile.
- "Tch, che coglione"
Chuuya stava per andarsene non avendo ottenuto risposta, ma il tipo losco si affrettò a trattenerlo.
- "Mi chiamo Dazai, tu sei Chuuya vero?"
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Non sei abbastanza || Soukoku
FanfictionChuuya, un ragazzo solo, conosce un suo coetaneo in una caffetteria. Dazai lo convincerà a far visita a casa sua: un luogo dal quale sarà difficile uscire... All'inizio la storia potrà sembrare abbastanza frettolosa lo so, ma erano i miei primi capi...