Capitolo X

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Dopo la doccia il ragazzo fu obbligato a rimettersi i medesimi vestiti dal momento che non aveva un cambio. Continuava a pensare a ciò che era appena successo, e sperava davvero di rivedere il più grande il prima possibile. Peccato però che quella sera nessuno si presentò, e così successe anche la mattina dopo e... la sera.

"Cazzo quello vuole farmi morire di fame. Meno male che posso bere dal rubinetto sennò chissà come starei adesso. Avrò fatto qualcosa di sbagliato? Magari non dovevo fargli notare che si era aperto con me. Magari sono stato invadente..."

Per quanto ci sperasse, nemmeno quella sera il castano si fece vedere. Anche se sinceramente a Chuuya non mancavano di certo le loro "sedute". Però si annoiava, e ciò era ben peggio di qualsiasi coltello. Dopotutto Dazai ci andava abbastanza leggero: non gli aveva mai procurato ferite troppo gravi o che non si potessero rimarginare.
Sicuramente sa come fare, è un esperto
Pensò il rosso, ricordando quelle parole: "Sono io che mi faccio ciò."

- "tch, ma come cazzo fa ad essere sia masochista che sadico allo stesso tempo"

Chuuya non riuscì a dormire tutta la notte. Aveva terribilmente fame, e provò anche a deprimersi, nella speranza che la tristezza gli tappasse lo stomaco, ma non funzionò granché.

La mattina poi arrivò. Erano le 8.00 quando quella dannata porta finalmente si aprì

- "Buongiorno Chuuya. Scusami se mi sono dimenticato di te. Eccoti del cibo e un cambio."

Sul volto di Dazai non c'era nessun segno di tristezza o felicità. Semplicemente il nulla.

- "Grazie"

Si limitò a dire il rosso, prima di abbuffarsi e finalmente tappare il buco nel suo stomaco.

- "Ci ho pensato sai? Riguardo al fatto che non mi piaceresti più se ingrassassi. E penso che non mi piaceresti nemmeno se dimagrissi. Avrei paura di farti male perché saresti troppo delicato, e mi piace andarci pesante con te, fai dei bei versi"

Il rosso non gli stava minimamente prestando attenzione, concentrato solo sul pane con burro e marmellata accompagnati da quella bella tazza di tè, rigorosamente senza zucchero.

- "Chuuya-kun"

- "mh?"

- "Non riesco a capire come mi sento"

- "Di che cazzo parli?"

- "Regola numero 6 Chuuya, porco cane se non sono io a dirtelo non riesci a capire come comportarti?"

Il rosso si limitò a sedersi, avendo finito la colazione, e pronto ad ascoltarlo.

- "Non so come sentirmi nei tuoi confronti."

- "In che senso... Se ho fatto qualcosa di sbagliato l'altro giorno mi dis-

- "No, non è quello. Io non so mai come sentirmi. Le persone ridono di cose che non comprendo, piangono per cazzate, si affezionano tra loro senza motivo... Perché per me è così difficile capire tutto ciò? Sono anche io un essere umano no? Allora perché sono così diverso?"

...

Chuuya non seppe come rispondere.
Anche Dazai aveva i suoi problemi. Non lo aveva mai visto sotto quest'ottica, lui era solito a nascondere tutto con un sorriso o con il sesso, eppure c'era una persona sotto le bende, c'erano dei tagli, dei sentimenti che non uscivano spontaneamente ma che dovevano essere tirati fuori dal sangue.

- "Vedi? Nemmeno tu mi capisci."

- "Beh, perché non so come ti senti, ma essere diversi non è per forza una cosa brutta, puoi sempre parlare con me se il tuo ragazzo o i tuoi amici non ti capiscono"

Dopo questa frase il rosso ci rifletté un attimo: lui non conosceva Dazai. Non aveva idea se avesse un ragazzo, che fine avessero fatto i suoi genitori o se avesse amici.

- "C'era da aspettarselo. Dici le stesse cose che dicono tutti. Speravo che il fatto che fossi sempre solo ti rendesse simile a me, ma mi sbagliavo."

Il più grande si alzò e fece per andarsene coi piatti sporchi. Quando una mano gli strinse il polso.

- "Se mi spiegassi magari capirei"

- "E come? Non hai mai passato quello che sto passando io, l'ho capito dal modo in cui parli. È inutile."

- "Hai detto che i tuoi genitori non ci sono più vero? Beh nemmeno i miei, magari su quello posso capirti"

- "Ah, quella beh, è una lunga storia"

- "Direi che tempo ne ho"

Il castano si girò nella direzione del rosso, e restando in piedi, guardandolo dall'alto cominciò a raccontare

- "Mia madre non l'ho mai conosciuta. Era una di quelle ventenni che vanno coi più vecchi per soldi. Infatti dopo avermi partorito lasciò mio padre che all'epoca aveva già 60 anni. Che schifo. Lui mi crebbe, a modo suo, ovvero a suon mi mazzate. E un giorno il cielo mi graziò e cadde dalle scale. Da lì cominciò a non capire più un cazzo e lo portai in un ospizio. Ora vivo con la sua pensione."

- "Ah beh.... è leggermente differente da ciò che ho passato io... Però sul padre violento ti posso capire."

- "Già."

Di nuovo quella risposta. Era di nuovo offeso? Come poteva pretendere che Chuuya capisse tutti i suoi drammi esistenziali? Ma la cosa che più preoccupava il rosso in quel momento era

- "Dopo tornerai, vero?"

- "Lo dici solo per il cibo"

Dopodiché il castano si chiuse la porta alle spalle.
Cazzo, non voglio passare altri due giorni senza mangiare. Questa è tortura psicologica oltre che fisica. Però ripensando a quello che ha detto "non so mai come sentirmi" cosa vorrà dire? Che sia diverso dagli altri è palese. Però giuro mi mancano così tanto le sue attenzioni. È tutta colpa mia. Non sono stato abbastanza nel consolarlo. Non è così che lui mi vuole. Ci credo che non mi nutre, non l'ho soddisfatto. Me lo merito.

Come previsto Chuuya cominciò a pensare di doversi meritare beni essenziali quali cure, cibo o acqua; quasi come se la sua vita dipendesse da ciò che pensava Dazai. Infatti, proprio come pensava, la sera il ragazzo non si presentò, e nemmeno la mattina dopo e... nemmeno la sera. Tanto che Chuuya cominciò a pensare in maniera poco sana. Gli venne un'idea.

- "Merito di essere punito. Non sono abbastanza"

Il rosso credeva davvero a quelle parole. Tanto che diventarono un'emozionante muta, una di quelle che dovevano essere espresse tramite il sangue.

Ore 22.31 il ragazzo si alzò. Si avvicinò all'armadio, il quale ormai restava aperto. Un bisturi. Un movimento. Una goccia di sangue. Due gocce. Dieci gocce.

Non sei abbastanza || SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora